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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Notiziario - 11 giugno 2009

L’Oms dichiara il passaggio alla fase di allerta pandemica 6

Nel corso dell’ultimo meeting dell’11 giugno 2009, il Comitato di emergenza dell’Organizzazione mondiale della sanità dopo aver preso in considerazione le informazioni disponibili sulla trasmissione della nuova influenza A/H1N1 ha concluso che i criteri previsti dalla definizione di pandemia sono soddisfatti. Pertanto, il direttore generale dell’Oms ha deciso di alzare il livello di allerta pandemica dalla fase 5 alla fase 6. Il livello 6 della fase di allerta pandemica corrisponde a un aumento della diffusione geografica del virus, ma non a un aumento della sua gravità. Come precedentemente raccomandato dal direttore generale, i Paesi non dovrebbero chiudere le frontiere o limitare traffici e commerci internazionali. I Paesi dovrebbero valutare le specifiche situazioni e passare tempestivamente dall’attenzione sul contenimento alle misure di mitigazione, compresi appropriati interventi non farmaceutici. L’Oms rimane in stretto contatto con le industrie produttrici di vaccini. La produzione di vaccini per la prossima influenza stagionale sarà presto conclusa, e quindi si potrà partire, nei prossimi mesi, con la produzione del vaccino per la nuova influenza da virus A/H1N1 garantendo un rifornimento per i Paesi più ampio possibile. Leggi il discorso del direttore generale dell’Oms Margaret Chan in cui viene annunciato il passaggio alla fase 6 (in inglese).

 

Passaggio alla fase 6: la dichiarazione del ministero del Lavoro, Salute e Politiche sociali

A seguito del passaggio alla fase pandemica, l’Italia mantiene attive le necessarie misure di contenimento già assunte nella fase 5. Il Piano pandemico nazionale (pdf 600 kb) prevede per la fase 6 azioni per: assicurare l’accesso razionale alle risorse di farmaci e vaccini; contenere e ritardare la diffusione della malattia anche mediante il ricorso a interventi non farmacologici; monitorare i casi di malattia e i focolai epidemici per individuare importanti cambiamenti genetici, antigenici o funzionali (per esempio la sensibilità ai farmaci antivirali) e sapere se i livelli di attività dell’infezione sono in aumento o in diminuzione; minimizzare morbosità e mortalità attraverso l’uso appropriato di vaccini e farmaci antivirali; monitorare il funzionamento del sistema sanitario per garantire la continuità dei servizi e un rapido adeguamento alle esigenze di salute della popolazione. Dal punto di vista non strettamente sanitario, sono previste azioni per garantire la continuità dei servizi essenziali e garantire una costante, tempestiva e trasparente informazione. Leggi l’intero comunicato stampa con le dichiarazioni del viceministro Ferruccio Fazio.

 

Passaggio alla fase 6: la dichiarazione dell’Ecdc

Anche l’Ecdc conferma che il passaggio alla fase 6 dell’allerta non è stato deciso sulla base della gravità della malattia, ma solo su criteri legati alla diffusione geografica del nuovo virus A/H1N1. La pandemia è stata definita “moderata” dall’Oms. L’Ecdc si aspetta ora che tutti i Paesi Ue/Efta vengano coinvolti. L’annuncio della fase 6 non modifica comunque l’attuale valutazione del rischio (in italiano, pdf 115 kb) messa a punto dall’Ecdc.

Al momento, il virus è stato identificato in 26 dei 30 Paesi Ue/Efta, ma nessuno, a parte la Gran Bretagna, ha riportato una trasmissione della malattia a livello di comunità.

La fase 6, che potrebbe durare diversi mesi, faciliterà comunque la realizzazione delle misure previste dai piani pandemici nazionali.

Nel corso dei prossimi mesi, sarà necessario continuare a tenere alta la sorveglianza epidemiologica, valutare la gravità della malattia e i gruppi a rischio, la sensibilità del nuovo virus A/H1N1 agli antivirali e tenere sotto controllo la circolazione contemporanea del virus pandemico con quelli dell’influenza stagionale e dell’influenza aviaria A/H5N1. Infine, bisognerà determinare le migliori strategie di utilizzo di un vaccino specifico, la cui produzione - secondo l’Oms - sarà presto avviata.

“Dobbiamo affrontare una sfida, ma si tratta di una situazione gestibile. La vita va avanti come sempre in Europa e le autorità sanitarie nazionali sono preparate ad affrontare una stagione influenzale potenzialmente più difficile del solito. Ci aspettiamo di registrare nuovi casi in Europa già quest’estate, anche se un aumento del numero di infezioni si verificherà probabilmente a partire dal prossimo autunno”, sottolinea Zsuzsanna Jakab, direttore dell’Ecdc.

Leggi l’ultimo report dell’Ecdc (in inglese) e la dichiarazione sul passaggio alla fase 6 (in inglese).

 

Conferenza dei ministri della Salute dell’Unione europea

Il 9 giugno 2009 si è tenuto a Lussemburgo il Consiglio dei ministri della Salute dell’Unione Europea. Per quanto riguarda l’epidemia di nuova influenza A/H1N1, il Viceministro Ferruccio Fazio è intervenuto per sottolineare l’esigenza di un’azione coordinata a livello europeo per le strategie vaccinali e gli aspetti regolatori, in modo da assicurare la rapida disponibilità di un vaccino a costi contenuti. I rappresentanti dei Paesi dell’Unione hanno espresso un sostanziale accordo su questa posizione. Sul sito del ministero del Lavoro, Salute e Politiche sociali, leggi il comunicato del 9 giugno 2009 (pdf 328 kb).

 

Aggiornamenti dalla letteratura scientifica

Il numero di Eurosurveillance pubblicato il 4 giugno 2009 (in inglese, pdf 3,4 Mb) dedica una serie di approfondimenti alla nuova influenza da virus A/H1N1:

  • un articolo (in inglese) esamina il potenziale di trasmissione per diverse fasce di età del nuovo virus dell’influenza A/H1N1 in Giappone. Il 16 maggio 2009 nella città di Kobe sono stati confermati i primi tre casi di nuova influenza A/H1N1 in Giappone. I pazienti, tre studenti di una scuola secondaria, non si erano recati oltreoceano. L’1 giugno 2009 i casi a trasmissione secondaria diagnosticati erano 361, 287 dei quali (il 79,5%) erano soggetti giovani tra i 10 e 19 anni. Il tasso di riproduzione (R0) totale stimato è risultato pari a 2,3 (intervallo di confidenza 95%: 2,0, 2,6), mentre l’R0 calcolato tra i minori (sotto i 20 anni di età) è risultato pari a 2,8 e ciò evidenzia che i minori possono sostenere la trasmissione, anche in assenza di adulti. Il tasso di riproduzione effettivo (Re) dal 17 maggio è sceso al di sotto di 1. Tale risultato mette in evidenza come la sorveglianza attiva e gli interventi di sanità pubblica, compresa la chiusura delle scuole, molto probabilmente hanno contribuito a ridurre l’Re al di sotto di 1, riducendo sensibilmente la trasmissione della malattia.
  • dal 31 maggio 2009, in Gran Bretagna sono stati confermati 252 nuovi casi di nuova influenza A/H1N1. Di questi, 70 (il 28%) sono riconducibili a viaggi in Messico (28) e negli Stati Uniti (42). Dei restanti 182 casi, 178 non hanno dichiarato di aver effettuato viaggi recenti oltreoceano. Dei 178 casi a trasmissione locale, 40 sono secondari (contatto con un caso proveniente dall’estero nei sette giorni precedenti), 125 terziari (contatto con un caso secondario nei sette giorni precedenti) e 13 sporadici (nessun contatto nei sette giorni precedenti). L’articolo (in inglese) fa il punto della situazione in Gran Bretagna e conferma che nel Paese il nuovo virus continua a provocare una sintomatologia lieve che colpisce prevalentemente le fasce di età più giovani con un basso tasso di ospedalizzazione.
  • un articolo (in inglese) riporta i risultati di uno studio britannico che ha analizzato la sensibilità e la specificità di quattro test Pcr in tempo reale: HPA-A(H1)v, CDC-A(H1)v, HPA-A(N1)v e NVRL-S-OIV. Con i quattro metodi sono stati testati tamponi nasali e faringei: positivi per il nuovo virus dell’influenza A/H1N1v, positivi per i virus dell’influenza stagionale (AH3N2, AH1N1 e B), e campioni negativi ai virus influenzali. La specificità dei test è stata analizzata utilizzando sia diversi sottotipi dei virus influenzali di tipo A che utilizzando virus non respiratori. I quattro metodi di analisi sono risultati simili per sensibilità e specificità e adatti per l’uso diagnostico. I test HPA-A(H1)v e NVRL-S-OIV sono risultati i più sensibili per l’impiego come test di prima diagnosi, anche se il NVRL-S-OIV, meno specifico, ha individuato tutti i sottotipi di virus influenzali A aviari che sono stati testati. I risultati di questo studio dimostrano che l’uso concomitante di test di prima diagnosi e di conferma fornisce una rapida e precisa valutazione dei casi confermati, e permette una gestione adeguata dei pazienti.
  • un articolo (in inglese) esamina i risultati di due ricerche indipendenti sull’evoluzione genetica del nuovo virus condotte da alcuni ricercatori americani e messicani per cercare di capire le origini del nuovo virus dell’influenza A/H1N1. L’analisi sull’omologia delle proteine di più di 400 sequenze ha dimostrato che il virus della nuova influenza deriva probabilmente da virus suini recentemente diffusi. L’analisi filogenetica di 5.214 sequenze di proteine dei virus della nuova influenza A/H1N1 aviari, suini e umani, indica che questo virus ha caratteristiche evolutive distintive che gli consentono una trasmissione inter-specie dal maiale all’uomo.
  • il 29 aprile 2009, in Norvegia, è stata condotta un’indagine sull’accettazione da parte dei cittadini delle attività di comunicazione delle autorità per la salute pubblica durante l’emergenza della nuova influenza. Lo studio è simile a quello condotto nel 2005-2006 per l’influenza aviaria. L’articolo (in inglese) fornisce i risultati dell’indagine: mediamente 8 cittadini su 10 hanno dichiarato di non avere paura di contrarre la nuova influenza A/H1N1 e hanno espresso fiducia nella preparazione e nell’attendibilità delle autorità sanitarie. Inoltre, complessivamente, 7 norvegesi su 10 hanno apprezzato le strategie comunicative adottate dalle autorità per la salute pubblica.

Sistema di sorveglianza sindromica a Genova

È on line il report del 5 giugno 2009 (pdf 269 kb) dell'attività di sorveglianza sindromica nell’area metropolitana genovese. Il rapporto è integrato con i dati di sorveglianza virologica che riguarda il periodo post epidemico. In particolare, gli indicatori di attività delle sindromi simil-influenzali (ILI) continuano a mostrare valori sottosoglia nonostante i valori prossimi al cut-off epidemico registrati nei giorni 26-27 maggio 2009. Dall'ultimo report è stata osservata la circolazione di virus respiratorio sinciziale e di virus influenzali. Virus influenzali A/H3N2 (Brisbane/07-like) sono stati rilevati in 2 pazienti con ILI provenienti da Usa e Francia. Non emergono trend o picchi rilevanti dalla sorveglianza delle infezioni delle basse vie respiratorie (LRTI). Scarica il report (pdf 269 kb).

 

Epidemiologi e virologi esperti di influenza a Stoccolma per un meeting Ecdc

Il 3 e il 4 giugno 2009, si è svolto a Stoccolma un meeting, organizzato dall’Ecdc, rivolto a epidemiologi e virologi esperti di influenza provenienti da tutti i Paesi dell’Ue e dell’Eea, per discutere sulla sorveglianza epidemiologica e virologica dell’influenza stagionale e della nuova influenza A/H1N1 nell’Unione europea. L’incontro è servito come un prezioso forum per discutere le esperienze durante la prima stagione di attuazione della sorveglianza influenzale sotto il coordinamento dell’Ecdc e per discutere l’imminente spostamento della piattaforma per le segnalazioni all’infrastruttura Ecdc IT usando il Sistema di sorveglianza europeo (Tessy).

Inoltre, sono intervenuti esperti del Cdc di Atlanta e dell’Oms Regione Europea per presentare le loro attività a riguardo, incentrando l’attenzione principalmente sulla situazione della nuova influenza A/H1N1, mentre il Community Network of Reference Laboratories for Human influenza (Cnrl) ha esaminato in dettaglio le attività di preparazione dei laboratori di virologia e le difficoltà, e le relative soluzioni, legate al testare questa nuova variante rispetto ai virus influenzali stagionali tradizionali. È stata, inoltre, considerata e discussa la possibilità di utilizzo di fonti di dati aggiuntive rispetto alla sorveglianza tradizionale. Queste includono iniziative basate sul web come Google Flutrends, Influenzanet project, l’esperienza Svedese di indagini ad hoc nella popolazione effettuate via internet, così come il progetto Euromomo sul monitoraggio della mortalità.

Il meeting si è concluso con l’accordo di un ulteriore incontro, più mirato, che sarà organizzato dall’Ecdc in sei settimane per permettere agli Stati membri di condividere le loro esperienze sulla gestione della nuova influenza A/H1N1 nell’Ue. Leggi il testo originale sul sito dell’Ecdc.

 

La situazione in Messico (marzo-maggio 2009)

I Cdc e l’Oms hanno pubblicato un aggiornamento sulla situazione in Messico, dove l’epidemia della nuova influenza A/H1N1 sembra essere in fase discendente, anche se continuano a verificarsi focolai circoscritti. L’andamento dell’epidemia in Messico è simile a quello segnalato negli Stati Uniti e in altri Paesi, dove il virus si trasmette da persona a persona al di fuori della normale stagione influenzale e circola tra i bambini in età scolare. Il fatto che le persone con meno di 60 anni siano significativamente più colpite potrebbe essere associato alla protezione crociata dovuta a precedenti vaccinazioni o infezioni, ma l’estensione di questa protezione non è nota. Leggi l’articolo originale (in inglese) sul sito dell’Oms e sul sito dei Cdc americani.

 

Cosa stiamo imparando dall’epidemia in Usa?

Il Trust for America’s Health (Tfah), il Centro per la biosicurezza e la Fondazione Robert Wood Johnson (Rwjf) hanno reso noti i primi insegnamenti acquisiti dall’epidemia 2009 di nuova influenza A/H1N1 negli Stati Uniti e i punti chiave che devono essere affrontati. La preparazione alla pandemia ha funzionato, ma i dipartimenti di salute pubblica e i servizi preposti alla distribuzione dell’assistenza sanitaria sono stati sopraffatti. È necessario lavorare su un maggiore coordinamento tra i fornitori di servizi sanitari e il sistema sanitario pubblico, e prendere atto che le misure di sanità pubblica (chiusura delle scuole, restrizioni dei luoghi di aggregazione di massa) sono problematiche da attuare e che una chiara informazione al pubblico è fondamentale per costruire la fiducia e per arginare la paura. Le raccomandazioni prevedono: l’organizzazione di scorte per il trattamento, il progresso nello sviluppo di vaccini, il perfezionamento delle attività di coordinamento, l’implementazione di strategie definite (linee giuda) di sanità pubblica, anche per garantire la capacità d'intervento del personale sanitario. Sul sito del Trust for America’s Health, leggi la presentazione (in inglese) del rapporto e scarica il documento completo (pdf 264 kb).

 

La situazione in Italia e nel mondo

Sono saliti a 56 i casi di influenza da nuovo virus A/H1N1 registrati in Italia.

Per i dettagli, leggi il notiziario e l’archivio dei comunicati stampa sul sito del ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali.

Sulla base dei dati ufficiali dell’Ecdc, EpiCentro propone per gli operatori un aggiornamento frequente sul numero dei decessi, dei casi confermati e dei casi probabili in tutto il mondo.

La situazione è comunque molto dinamica: secondo il comunicato dell’Oms delle ore 6 del 10 giugno 2009, 74 Paesi hanno riportato casi di influenza A/H1N1, per un totale di oltre 27 mila casi registrati in tutto il mondo e 141 decessi.

Nelle ultime 24 ore, secondo il rapporto dell’Ecdc delle ore 17 del 10 giugno, sono 91 i nuovi casi confermati nei Paesi dell’Unione europea e dell’Efta. Questo porta a un totale di 1439 casi confermati in 26 Paesi Eu ed Efta. La maggior parte dei nuovi casi segnalati sono nel Regno Unito (75) ma sono stati segnalati anche da Germania (8), Repubblica Ceca (2), Paesi Bassi (2), Grecia (1), Romania (1), Islanda (1), Irlanda (1).

Al di fuori dell'Ue e dei Paesi Efta, il numero dei casi confermati è salito a oltre 26 mila e 1068 nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore. La maggior parte dei nuovi casi sono stati confermati in Cile (804).

Gli Stati Uniti in totale confermano oltre 13 mila casi di influenza provocati dal nuovo virus A/H1N1 e 27 decessi. Il Wisconsin è lo Stato più colpito, con 2217 casi, seguito da Texas (1670) e Illinois (1357). Maggiori dettagli sul sito dei Cdc di Atlanta.

Il Messico riporta oltre 5700 casi confermati e 106 decessi.

In Canada, infine, confermati 2978 casi e 4 decessi: il punto sul sito dell’Agenzia di sanità pubblica canadese.

 

Eventuale esportazione dei casi dagli Stati membri dell’Ue

Nell’ultimo bollettino epidemiologico sulla nuova influenza A/H1N1 del 9 giugno, il Brasile ha segnalato che dei 40 casi confermati nel Paese 30 sono stati probabilmente acquisiti in altri Paesi: due di essi riguardano viaggiatori di ritorno dall’Europa, uno dal Regno Unito e uno da un altro Paese europeo non identificato. Per maggiori approfondimenti leggi il report originale (pdf 180 kb). La Grecia il 10 giugno segnala un nuovo caso in una persona tornata da un viaggio in Gran Bretagna il 7 giugno, che ha sviluppato i sintomi il giorno successivo. Il caso è stato poi confermato mediante RT-PCR il 9 giugno. Si tratta del terzo caso confermato in Grecia riconducibile a un viaggio in Gran Bretagna. Su questi casi leggi l’articolo di Eurosurveillance.

 

L’Oms segnala nuovi casi in Egitto

Il 9 giugno il ministero della Salute egiziano ha segnalato cinque nuovi casi di nuova influenza A/H1N1 tra stranieri che soggiornano nel campus di amalek della American University del Cairo. I casi sono stati individuati dalle autorità sanitarie e, nei giorni 7 e 8 giugno, sono stati raccolti dei tamponi faringei per le prove di laboratorio i cui risultati sono stati positivi per tutti e cinque i casi. I pazienti sono stati trasferiti all’Abbassia Fever Hospital, dove sono stati trattati con Tamiflu e sono in condizioni stabili. Attualmente, il campus con tutti i suoi abitanti è stato posto in quarantena. Vai sul sito della Regione del Mediterraneo orientale dell’Oms.