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Inail: meno infortuni, ma più morti nel 2006

La situazione della salute e della sicurezza dei lavoratori italiani nel 2006 ha mostrato aspetti contraddittori: secondo i dati definitivi del rapporto Inail 2006 sull’andamento infortunistico nel nostro Paese, infatti, da un lato il numero degli infortuni sul lavoro è in diminuzione, ma dall’altro sono in aumento gli infortuni mortali.

 

Il numero totale di infortuni sul lavoro in Italia è in calo rispetto al 2005: l’Inail ha registrato 927.998 denunce di infortuni, circa 12.000 casi in meno rispetto all’anno precedente, per una flessione dell’1,3%. Il dato è ancora più significativo se si considera che il numero degli occupati è cresciuto nello stesso periodo dell’1,9%. Se poi si fa il confronto con i dati del 2002, il miglioramento è ancora più netto: la diminuzione è infatti del 6,5%.

 

I settori produttivi

Per quanto riguarda la divisione in settori, il calo percentuale più sensibile è nell’agricoltura (-5,2%: da 66.449 a 63.019), mentre in valori assoluti è nell’industria (circa 9.000 casi in meno: da 420.921 a 411.697). Nel settore dei servizi, invece, si registra un leggero aumento (+0,2%: da 452.598 a 453.282).

 

Ripartizione geografica

Dal punto di vista geografico, la riduzione degli infortuni ha riguardato praticamente tutte le Regioni italiane: il calo è stato del 2,9% al Sud, dell’1,3% al Centro, dell’1,1% al Nordovest, dello 0,9% al Nordest e dello 0,3% nelle isole. Più del 60% degli infortuni è concentrato nel Nord: le Regioni con il maggior numero di denunce continuano a essere la Lombardia con 157.968 (17% del totale nazionale), l’Emilia Romagna con 133.232 casi (14,4%) e il Veneto con 113.423 casi (12,2%). La Regione con la frequenza di infortuni più elevata è però l’Umbria: i dati relativi al settore industria e servizi nel triennio 2002-2004 rivelano un indice maggiore di quasi il 47% rispetto alla media nazionale. All’estremo opposto, il Lazio si conferma la Regione più sicura (-33% rispetto alla media nazionale).

 

Categorie di persone e fasce d’età

Se nel complesso gli infortuni sono in calo, aumentano però in due categorie di lavoratori particolarmente vulnerabili: i lavoratori atipici (parasubordinati e interinali) e gli extracomunitari, che hanno fatto registrare, rispetto al 2005, un aumento rispettivamente del 19% e del 3,7%. È da notare però che quest’ultimo dato riflette con una buona corrispondenza un aumento del 3,5% degli extracomunitari assicurati all’Inail. In media, comunque, i lavoratori extracomunitari sono vittime di infortuni più degli italiani: se nel complesso rappresentano il 4,5% della popolazione, gli infortuni subiti da extracomunitari sono l’11,9% del totale (12,5% nel 2005).

 

Per quanto riguarda la divisione in generi, la diminuzione degli infortuni riguarda quasi solo gli uomini (-1,7%), mentre per le donne il calo è solo dello 0,1%. In valori assoluti, comunque, sono gli uomini a subire più infortuni: 678.581 contro i 249.417 delle donne. Per entrambi i sessi, circa l’80% degli infortuni si concentra nelle fasce di età centrali (18-34 e 35-49 anni): 39,5% e 40,7% rispettivamente per gli uomini, 34,5% e 42,9% per le donne. La quota di infortunati di età compresa tra i 50 e i 64 anni è più alta per le donne, mentre gli uomini risultano più colpiti nelle fasce d’età estreme (fino a 17 e oltre 64 anni).

 

Gli infortuni mortali

In controtendenza rispetto alla diminuzione degli infortuni, le morti bianche sono aumentate del 2,2%: da 1.274 nel 2005 a 1.302 nel 2006 (1201 uomini e 101 donne). È la prima volta dal 2002 che il numero dei morti sul lavoro cresce rispetto all’anno precedente. Il settore con la più elevata frequenza di casi mortali è l’estrazione di minerali, con una media di 0,37 morti per 1000 addetti Inail nel triennio 2002-2004. Seguono i settori dei trasporti e delle costruzioni, entrambi con indici pari a 0,20.

 

Le malattie professionali

Se il numero totale degli infortuni è in calo, resta invece sostanzialmente stabile quello delle malattie professionali. Le denunce all’Inail nel 2006 sono state 26.403 (0,5% in meno rispetto al 2005, che aveva fatto registrare 26.544 casi). Nel settore industria e servizi il calo è dell’1%, mentre nell’agricoltura il fenomeno fa registrare un preoccupante aumento: +40% rispetto al 2002.

 

Gran parte delle denunce riguardano le malattie non tabellate, per le quali il lavoratore è tenuto a provare l’origine professionale: nel 2002 erano il 71% del totale, nel 2006 l’83%.

Al primo posto, sia fra le tabellate sia fra le non tabellate, si confermano ipoacusia e sordità, la cui incidenza è però diminuita nel corso degli anni: dal 31% dei casi denunciati per l’anno 2002 (circa 8.000 casi) al 25% del 2006 (circa 6.000 casi). Sono in aumento invece le tendiniti (da circa 1300 casi nel 2002 ai circa 3000 del 2006), le affezioni dei dischi intervertebrali (da circa 800 a oltre 2.600) e la sindrome del tunnel carpale (da 800 a quasi 1700).

 

Sul sito dell’Inail leggi il comunicato, consulta i dati del rapporto in pillole e scarica il rapporto completo.