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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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I risultati dei campionamenti dei suoli ad Acerra

Marinella Vito - direttore tecnico Arpa Campania

 

 

Il Piano di caratterizzazione dei suoli del Comune di Acerra è stato predisposto e realizzato dall’Arpa Campania, con le risorse previste dal Programma operativo regionale della Campania 2000-2006, nell’ambito di una convenzione tra Regione Campania, ministero dell’Ambiente e Commissariato di Governo per l’emergenza bonifiche e tutela delle acque nella Regione Campania. Lo scopo del Piano è quello di pervenire alla rappresentazione ex ante dell’eventuale stato di contaminazione dei suoli del territorio del Comune di Acerra, prima dell’entrata in esercizio del termovalorizzatore. A questo scopo l’Arpa Campania ha realizzato una campagna di indagine analitica mirata, per la cui predisposizione ha tenuto conto anche dei dati preesistenti relativi a campagne di monitoraggio condotte dalla Sogin, dall’Apat e dalla stessa Arpa Campania.

 

Gli analiti prescelti sono quelli teoricamente correlabili alle emissioni di un impianto di termovalorizzazione, al fine di consentire in futuro un monitoraggio efficace delle eventuali ricadute al suolo di inquinanti. Sono stati prelevati un totale di 264 campioni di suolo superficiale, disposti secondo una maglia regolare di 500 metri per 500 distribuita sull’intero territorio comunale. Nelle aree sulle quali nelle campagne precedenti erano stati evidenziati dei superamenti della concentrazione di diossine, la maglia di campionamento è stata infittita a 100 metri per 100.

 

Allo stato attuale le analisi sono state completate per quanto concerne gli idrocarburi policiclici aromatici e i metalli pesanti, mentre sono in corso di completamento relativamente a diossine, furani e Pcb diossina-simili. Sulla base dei risultati fin qui ottenuti è possibile effettuare alcune osservazioni preliminari.

 

Diossine e furani

Su 232 campioni di suolo fin qui analizzati (pdf 93 kb) è stato osservato il superamento delle concentrazioni limite accettabili in soli 9 campioni. Sette di questi si trovano nella località Calabricito, un’area già nota poiché vi si riscontra la presenza di una discarica abusiva di rifiuti industriali, più volte colpita da incendi nel corso degli anni, che pertanto al momento sembra essere l’unica area dell’intero territorio comunale di Acerra interessata dalla presenza di diossina, sulla quale occorre pertanto attivare i necessari interventi di bonifica.

 

Per quanto riguarda gli altri due campioni risultati positivi, ubicati rispettivamente in località Varignano e in un’area immediatamente in prossimità del confine con il Comune di Marcianise, si sta predisponendo il prelievo di campioni nelle aree immediatamente adiacenti, al fine di circoscrivere l’area interessata da interventi di messa in sicurezza o bonifica.

 

Idrocarburi policiclici aromatici

I risultati si riferiscono al totale dei campioni analizzati (pdf 234 kb). Si riscontrano 21 campioni con superamenti delle concentrazioni limite di singoli composti, generalmente molto contenuti, mentre in nessun campione risulta superato il limite relativo alla sommatoria di idrocarburi policiclici aromatici. È importante osservare come in 7 casi su 21 l’ammontare del superamento è contenuto all’interno dell’intervallo di incertezza analitica. I rimanenti campioni positivi risultano distribuiti in maniera apparentemente casuale sul territorio e si ritiene che l’inquinamento riscontrato possa essere ascrivibile a fenomeni di inquinamento diffuso dovuti a traffico veicolare ed emissioni industriali.

 

Metalli pesanti

Anche in questo caso i risultati si riferiscono al totale dei campioni analizzati (pdf 270 kb). I superamenti riscontrati riguardano essenzialmente lo stagno e il rame.

Per quanto riguarda lo stagno si osserva una distribuzione dei superamenti assolutamente omogenea sull’intero territorio, che potrebbe essere correlata alla naturale composizione dei suoli dell’area. La piana acerrana è infatti una zona palustre bonificata, caratterizzata dalla presenza di depositi di torba, che possono giustificare l’elevata presenza di stagno. Va rilevato anche che, come più volte emerso anche in tavoli tecnici della rete delle agenzie ambientali e in altre sedi istituzionali, il limite di legge previsto per l’elemento stagno in aree a destinazione d’uso verde pubblico e residenziale è probabilmente troppo restrittivo, in relazione alla scarsa tossicità di questo elemento.

 

Per quanto concerne i superamenti delle concentrazioni limite riscontrati per il rame (58 su 264), la cui distribuzione diffusa sul territorio non consente di stabilire correlazioni con una specifica fonte puntuale di inquinamento, si potrebbe in prima istanza ipotizzare che possano essere correlati all’utilizzo di fungicidi in agricoltura.

 

Relativamente ai pochi superamenti di altri metalli pesanti, come piombo, antimonio, mercurio, cadmio, si deve nuovamente rilevare come siano tutti ubicati in località Calabricito, negli stessi punti risultati inquinati per le diossine, per i quali, come già evidenziato, risulta necessario attivare i necessari interventi di bonifica.