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EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Indagine 2022 - Bullismo e cyberbullismo

Si parla di bullismo in presenza di comportamenti aggressivi, di prevaricazione fisica e/o verbale, agiti da una o più persone nei confronti di una vittima incapace o impossibilitata a difendersi. Benché la definizione di bullismo nel mondo della ricerca non sia del tutto univoca, si riconosce al fenomeno una sua specificità che lo rende differente da altre modalità comportamentali aggressive, quella di incorporare tre elementi compresenti: una precisa intenzionalità di ferire, umiliare, svilire l’altro; la continuità dell’atto, con una reiterazione sistematica dei comportamenti aggressivi; e la presenza di una evidente asimmetria di potere, con una vittima generalmente più debole che non riesce a interrompere la ciclicità negli attacchi. Il bullismo è un fenomeno sociale che esiste da sempre, anche se a livello internazionale come anche in Italia è diventato un tema di interesse crescente a partire dagli ani ’90. Più recentemente, al fenomeno del bullismo si è anche associato quello del cyberbullismo, una forma di prevaricazione con caratteristiche sovrapponibili ma che si svolge sul web. In questo caso il comportamento aggressivo, con le sue caratteristiche di intenzionalità e reiterazione, viene agito utilizzando dispositivi di comunicazione mediale, quali ad esempio i social network, col fine di molestare, umiliare, denigrare una o più vittime attraverso attacchi personali mirati.

 

Bullismo e cyberbullismo sono appunto manifestazioni sociali, pertanto, al pari di altri fenomeni sociali, sono difficili da cogliere e ancora più da misurare in modo oggettivo e riproducibile. Per questo motivo nell’intenzione di stimarne diffusione ed estensione si ricorre frequentemente a misure autoriferite. E per queste ragioni indagini diverse possono arrivare a risultati non sovrapponibili quando adottano domande e/o modalità di rilevazione differenti. Con l’obiettivo di consentire una misura riproducibile e permettere un confronto del fenomeno tra regioni e Paesi differenti, la sorveglianza HBSC ha adottato un approccio comune, condiviso ma soprattutto validato, superando così buona parte delle difficoltà intrinseche note. Ai ragazzi e alle ragazze è stato chiesto se negli ultimi mesi avessero subito, o agito, atti di bullismo e di cyberbullismo e con quale frequenza. La domanda è stata introdotta con una spiegazione iniziale comune per tutti.

 

Bullismo agito e bullismo subito

Il bullismo non è un fenomeno frequente tra i nostri adolescenti, la proporzione di coloro che dichiarano di non aver mai agito, o subito, atti di bullismo è superiore all’85%. Coerentemente con quanto discusso nella letteratura dedicata, il fenomeno tende a essere più frequente tra i più giovani (episodi che occorrono più volte al mese rientrano nel 5% dei casi) ed è più o meno sovrapponibile nei due sessi, con proporzioni che progressivamente si riducono con l’aumentare dell’età.

 

Trend di bullismo

Osservando la distribuzione del fenomeno (almeno un episodio negli ultimi due mesi), in un arco temporale che impegna tre diverse rilevazioni e quindi un arco temporale di 12 anni in Italia, si può notare una graduale stabilizzazione della sua occorrenza intorno a valori sempre più bassi (20% negli 11enni, circa il 15% nei 13enni e meno del 10% nei 15enni), con una progressiva riduzione delle differenze tra le diverse fasce d’età. Negli ultimi 12 anni il fenomeno sembra essersi fortemente ridotto nei maschi di 11 anni, mentre sembra essere leggermente aumentato nelle ragazze della stessa età e nelle più grandi, rimanendo grossomodo stabile nella fascia d’età dei 13enni.

Bullismo e cyberbullismo per FAS

Quando osserviamo le ricorrenze degli episodi di bullismo (colonnine in verde) e cyber-bullismo (colonnine in viola) nelle tre fasce d’età all’interno delle diverse classi sociali, misurate con il FAS (Family Affluence Scale, scala di agiatezza/ricchezza familiare)[1], osserviamo che: il fenomeno è meno frequente tra i più grandi e grossomodo sovrapponile tra le diverse categorie sociali, anche se emergono piccole differenze a discapito degli estremi del FAS. Anche se solo di circa 2/3 punti percentuali, il fenomeno è più presente nella fascia di FAS più basso nei 11-15enni e in quella di FAS più alto per i più grandi.

Bullismo subito per Regione

Quando osserviamo la distribuzione del fenomeno Bullismo subito nelle diverse Regioni (per gli 11-15enni nel primo grafico e per i 17enni nel secondo grafico), possiamo notare che, anche se presenti piccole differenze tra una Regione e l’altra, il fenomeno non coinvolge mai più del 15-20% dei ragazzi più giovani e del 10% tra i più grandi. Tra chi ha dichiarato di aver subito atti di bullismo circa la metà ne riferisce episodi per una o due volte soltanto. Emerge inoltre un leggero trend in riduzione tra le Regioni del Nord Italia e quelle del Centro-Sud, dove le ricorrenze sembrano essere minori.

 

Cyberbullismo subito per Regione

Nella descrizione del fenomeno del cyberbullismo si delinea una situazione sovrapponibile a quella osservata per il bullismo. Il fenomeno coinvolge meno del 20% dei ragazzi e delle ragazze tra gli 11 e i 15 anni di età e meno del 10% dei 17enni. Alcune Regioni mostrano una occorrenza di episodi di cyberbullismo ancora più contenuta, come ad esempio la Valle d’Aosta o la Provincia autonoma di Bolzano, dove più del 90% dei ragazzi riferisce di non aver mai subito atti cyberbullismo. Nei ragazzi di 17 anni sono invece sempre più del 90% i ragazzi che riferiscono di non aver mai avuto problemi di cyberbullismo. Dove presente, come fenomeno ricorrente, indipendentemente dall’età, interessa meno del 2% degli intervistati.

 

Risorse utili
  1. Currie CE, Elton RA, Todd J, et al. Indicators of socioeconomic status for adolescents: the WHO Health Behaviour in School-aged Children Survey. Health Educ Res 1997;12(3):385-97.

 

Data di pubblicazione della pagina: 7 febbraio 2024

Testo scritto da: Gruppo di coordinamento HBSC-Italia 2022