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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Consumo di alcol in gravidanza: uno studio ISS

 

Il 9 e 10 maggio si è svolto il workshop: “Prevenzione, diagnosi precoce e trattamento mirato dello Spettro dei Disturbi Feto Alcolici (Fetal Alcohol Spectrum Disorder, FASD) e della Sindrome Feto Alcolica (Fetal Alcohol Syndrome, FAS)”. L’evento organizzato dal Centro Nazionale Dipendenze e Doping (ISS) ha rappresentato un importante momento di approfondimento sui principali temi connessi a quelle disabilità trasparenti e permanenti, come la FAS e la FASD ancora poco conosciute in Italia.

 

I maggiori esperti di queste patologie hanno offerto una panoramica sulle evidenze scientifiche disponibili, sulle strategie di prevenzione, sui rischi legati al consumo di alcol e come effettuare una diagnosi precoce nei neonati in cui ci sia il sospetto di esposizione. L’obiettivo dell’incontro è stato quello di condividere le esperienze professionali, per favorire una risposta rapida attraverso il trattamento mirato. Azione indispensabile per rendere minime le disabilità secondarie nelle persone affette dallo spettro o dalla sindrome completamente espressa e garantire un percorso di vita sereno, sicuro e nella maggiore autonomia possibile. La parte finale dei lavori è stata dedicata agli interventi dei membri dell’Associazione Italiana Disordini da Esposizione Fetale ad Alcol e/o Droghe (AIDEFAD) e all’illustrazione dei risultati del progetto CCM Prevenzione, diagnosi precoce e trattamento mirato dello Spettro dei Disturbi Feto Alcolici (Fetal Alcohol Spectrum Disorder, FASD) e della Sindrome Feto Alcolica (Fetal Alcohol Syndrome, FAS)”, dove sono stati condivisi i principali risultati delle analisi di laboratorio e delle attività formative erogate.

 

I risultati principali

Nel suo intervento Simona Pichini, responsabile scientifico del programma, ha mostrato alcuni dati dello studio da cui emerge il trend in discesa delle donne che consumano alcolici durante i 9 mesi di gravidanza.

 

Attraverso questa ricerca che ha coinvolto madri e neonati in tutto il territorio nazionale, è stato misurato uno dei metaboliti più specifici dell'alcol etilico, l'etilglucuronide (EtG) nei capelli (materni) e nel meconio neonatale. I risultati preliminari, ottenuti da coorti disgiunte di donne in gravidanza e bambini appena nati, hanno rivelato che una quantità marginale di donne italiane (0,1%) beve in modo sensibile durante la gravidanza e che una piccola percentuale di neonati è esposta all'alcol prenatale.

 

Il piano di lavoro ha previsto il reclutamento di 20 partorienti e 20 neonati, non accoppiati per città, provenienti da ospedali pubblici distribuiti tra Nord, Centro e Sud Italia (isole comprese).

 

Il meconio e i capelli delle puerpere (8 cm di lunghezza massima) sono stati raccolti alla fine della gravidanza nel corso delle prime 24 ore dopo la nascita e successivamente analizzati.

L'etilglucuronide è stato quantificato in entrambe le matrici biologiche attraverso una metodologia convalidata di gascromatografia e spettrometria di massa in tandem.

 

Concentrazioni di capelli EtG inferiori a 5 pg/mg capelli sono state attribuite a donne astinenti, quelle >5 pg/mg e inferiori a 30 pg/mg a donne che consumavano poco alcol durante la gravidanza e ≥30 pg/mg sono state assegnate a bevitrici considerate eccessive. Fino ad oggi sono stati analizzati 781 campioni di capelli materni e 642 di meconio:

  • solo una donna su 781 (0,1%) ha presentato un consumo eccessivo di etanolo cronico con concentrazione di EtG > 30 pg/mg, mentre l'8,2% dei capelli materni ha presentato concentrazioni di EtG >5 pg/mg con 1,4% >11 pg/mg
  • quattro neonati (0,6%) sono risultati esposti prenatalmente all'etanolo con concentrazione di meconio EtG >30 ng/g
  • la percentuale più alta di donne coinvolte nello studio (età media 34 anni) erano italiane (88%) e occupate (69%). Per quanto riguarda il livello di istruzione, il 44% ha un titolo universitario e il 39% ha un livello di istruzione superiore. I quattro nati esposti non presentavano alla nascita alcun segno di evidente disabilità o malformazione

Va ricordato che l’assunzione di alcol durante la gravidanza e la successiva esposizione fetale può causare molteplici disturbi perinatali come la nascita prematura, sindromi da astinenza, tremori, iperreflessia e uno sviluppo fisico e mentale alterato nelle fasi successive della vita. Tuttavia i numeri attualmente disponibili mostrano che le politiche applicate dalla salute hanno accresciuto nelle donne italiane la consapevolezza sui rischi associati al consumo di alcol durante la gravidanza.

 

Risorse utili

 

Data di pubblicazione della pagina: 12 maggio 2022

Testo scritto da: Simona Pichini, Adele Minutillo, Paolo Berretta, Centro Nazionale Dipendenze e Doping - Istituto Superiore di Sanità