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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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La giornata internazionale della sindrome feto-alcolica e dei disturbi correlati

 

“Una vita che nasce teme l’alcol. Proteggi il tuo bambino, in gravidanza non bere”: è il messaggio principale della giornata internazionale della sindrome feto-alcolica e dei disturbi correlati, che si tiene annualmente il 9 settembre. Una frase che sottolinea come sia opportuno sospendere completamente il consumo di alcol durante la gravidanza e permette di porre l’attenzione su alcuni dati. Secondo l’OMS, nell’Unione europea l’82% delle donne beve alcolici (dato fortemente in aumento), un’abitudine che, sommata all’elevato numero di gravidanze non programmate, rappresenta un rischio per la salute dei feti, involontariamente esposti all’alcol durante le prime fasi di gestazione. Inoltre, il consumo dannoso di alcol è uno dei più gravi problemi di salute a livello internazionale, i cui effetti ricadono non solo sul consumatore ma anche sugli altri. Esiste un ampio spettro di danni agli altri causati dall’alcol, fra cui la violenza e l’abuso domestico, lesioni dovute a liti, incidenti stradali causati dalla guida in stato di ebrezza, incidenti di altro tipo, danni alla società (come i costi sanitari o la ridotta produttività sul lavoro).

 

Il messaggio che si vuole veicolare, storico eppure ancora attuale, è parte della campagna di sensibilizzazione dell’ISS e del ministero della Salute in occasione della Giornata internazionale della sindrome feto-alcolica svolta da due anni dall’Osservatorio Nazionale Alcol (ONA).

 

L’ONA, già ambasciatore internazionale della European Fetal Alcohol Spectrum Disorders Alliance (EUFASD) e della campagna internazionale di sensibilizzazione sulla Sindrome alcolica fetale e i disturbi correlati (FASD) “Too Young To Drink”, negli anni ha realizzato numerosi materiali divulgativi, come il libretto “Donna e alcol. Alcol: sei sicura?”, il pieghevole “Alcol e gravidanza: sei sicura?“, la locandina “Alcol e gravidanza”, di libero download dalla pagina web dedicata.

 

L’impegno europeo

A livello europeo l’ONA fa anche parte di FAR SEAS (Fetal Alcohol Reduction and exchange of European knowledge after SEAS), l’unico consorzio di ricerca europeo dedicato alla prevenzione della FASD. FAR SEAS propone una complessa serie di attività la necessità e urgenza di contribuire in tutti gli Stati membri e per iniziativa comunitaria alla riduzione dell’esposizione all’alcol nel grembo materno del nascituro e della conseguente riduzione d’incidenza dei nuovi casi di FASD.

 

Nei mesi scorsi, e con il coordinamento del consorzio europeo, l’ONA ha lavorato con i rappresentanti gli Stati membri del CNAPA e dei principali istituti di ricerca pubblica in tutta Europa alla revisione delle buone e migliori pratiche, e delle relative metodologie di formazione già esistenti, per la riduzione del danno alcol correlato nelle donne in età fertile e nelle gestanti. Ha inoltre avviato la predisposizione di linee guida di valenza europea di un pacchetto di formazione per l’identificazione precoce e l’intervento dedicato ai professionisti sanitari e agli operatori sociali, che svolgeranno training specifici in alcuni Paesi membri, con la supervisione e la valutazione formale da parte dell’Osservatorio Nazionale Alcol dell’ISS.

 

L’ONA contribuisce a FAR SEAS anche attraverso i dati dell’azione centrale SISTIMAL (Sistema di Indicatori per il Monitoraggio dell'impatto Alcolcorrelato) e del sistema di monitoraggio Sisma (Sistema di Monitoraggio Alcol-correlato), che permettono di guidare i decisori politici nel garantire l’identificazione e l’implementazione del formato standard di riferimento europeo, necessario per effettuare il training sull’identificazione precoce e sull’uso delle pratiche verificate come efficaci e validate da FAR SEAS. FAR SEAS.

 

Le linee guida e le attività messe a punto attraverso il contributo di decine di progetti europei e con l'OMS vedranno la disseminazione appena validate da una verifica sul campo, sinora resa impossibile dalla pandemia di coronavirus.

 

L’Osservatorio Nazionale Alcol dell’ISS ha condiviso e promosso nell’ambito del consorzio europeo le attività italiane di prevenzione già svolte e validate nella Joint Action RARHA, coinvolta nel FAR SEAS e i dieci punti sviluppati che, sulla base dell’evidenza scientifica, possono contribuire a delineare un decalogo europeo mirato a incrementare la consapevolezza sulla dannosità e la nocività del consumo di bevande alcoliche in gravidanza:

  1. consumare bevande alcoliche in gravidanza aumenta il rischio di danni alla salute del bambino
  2. durante la gravidanza non esistono quantità di alcol che possano essere considerate sicure o prive di rischio per il feto
  3. il consumo di qualunque bevanda alcolica in gravidanza nuoce al feto senza differenze di tipo o gradazione
  4. l'alcol è una sostanza tossica in grado di passare la placenta e raggiungere il feto alle stesse concentrazioni di quelle della madre
  5. il feto non ha la capacità di metabolizzare l’alcol che quindi nuoce direttamente alle cellule cerebrali e ai tessuti degli organi in formazione
  6. l’alcol nuoce al feto soprattutto durante le prime settimane e nell’ultimo trimestre di gravidanza
  7. se si pianifica una gravidanza è opportuno non bere alcolici e si è già in gravidanza è opportuno interromperne l’assunzione sino alla nascita
  8. è opportuno non consumare bevande alcoliche durante l’allattamento
  9. i danni causati dall’esposizione prenatale dall’alcol, e conseguentemente manifestati nel bambino, sono irreversibili e non curabili
  10. si possono prevenire i danni e i difetti al bambino causati dal consumo di alcol in gravidanza, evitando di consumare bevande alcoliche.

La cultura della prevenzione specifica della FASD è una sfida che si può vincere solo attraverso l’attivazione di tutti, a partire dal contrasto alle fake news che minano l’informazione valida e oggettiva che le future mamme devono essere in grado d’identificare, sapendo che tutto l’alcol consumato in gravidanza finisce nel futuro del bambino.

 

Data di creazione della pagina: 10 settembre 2020

Testo scritto da: Emanuele Scafato, Claudia Gandin, Silvia Ghirini, Alice Matone, Riccardo Scipione - Osservatorio Nazionale Alcol, WHO Collaborating Centre for Research and Health Promotion on Alcohol and Alcohol-Related Health Problems, Centro Nazionale Dipendenze e Doping - Istituto Superiore di Sanità