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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Indagine nazionale 2018-19 sui Consultori Familiari
Sintesi dei risultati - Regione Campania

 

Indice della sintesi

  1. Le fonti dei dati presi in esame
  2. Il governo regionale dei servizi consultoriali
  3. Assetto organizzativo dei consultori sul territorio
  4. La rappresentazione grafica degli indicatori
  5. Diffusione dei CF sul territorio
  6. Capacità attrattiva dei CF rispetto alla popolazione residente
  7. Capacità attrattiva dei CF rispetto agli adolescenti/giovani
  8. Volume di attività dei CF
  9. Integrazione dei CF con il territorio
  10. Disponibilità di personale nei CF
  11. Metodologia di lavoro nei CF
  12. Offerta di attività strategiche nei CF

 

Le fonti dei dati presi in esame
  • Scheda regionale
  • Schede compilate per le Aziende Sanitarie Locali (ASL): ASL Avellino; ASL Benevento; ASL Caserta; ASL Napoli 1 Centro; ASL Napoli 2 Nord; ASL Napoli 3 Sud; ASL Salerno. Schede mancanti: nessuna
  • Schede compilate a livello di singola sede: n=126; rispondenza=86,9%

 

Il governo regionale dei servizi consultoriali

La Campania a livello regionale si è dotata di documenti scritti su obiettivi e funzioni dei CF, effettua programmazione periodica di attività e obiettivi (aggiornata negli ultimi 3 anni) e ha prodotto linee guida sulle attività consultoriali (Figura 1). Al momento dell’indagine il flusso informativo regionale per le attività dei CF era in fase di attivazione. La relazione annuale consuntiva sulle attività svolte e sul raggiungimento degli obiettivi prefissati viene prodotta in maniera informatizzata esclusivamente per le attività di screening dei tumori della cervice utenina e della mammella e per il percorso interruzione volontaria di gravidanza (IVG). A livello regionale non sono stati stipulati atti formali di collaborazione con altri servizi sociosanitari territoriali, con la scuola e con associazioni di volontariato. Sono stati istituiti i Comitati percorso nascita aziendali nei quali è prevista la presenza di un rappresentante dei CF.

 

La Campania non conclude il ciclo della programmazione/valutazione dei servizi consultoriali intesa come attività periodica, in quanto non è ancora stata completata la piattaforma unica per il monitoraggio delle attività dei CF.

 

Figura 1. Strumenti e attività a sostegno del governo regionale dei servizi consultoriali

Nota: nelle barre verdi il numero di regioni che dispongono degli strumenti e delle attività indagate; nelle barre bianche il numero delle regioni che non ne dispongono. I pallini verdi indicano gli strumenti e le attività disponibili nella regione Campania.

 

Assetto organizzativo dei consultori sul territorio

Il massimo livello di coordinamento dei servizi consultoriali a valle di quello regionale è stato identificato nelle ASL. In 4 su 7 ASL campane le attività dei CF sono coordinate da una Unità Operativa (UO) complessa; in una di esse è presente il Dipartimento materno infantile. Altrove i CF sono incardinati nelle UO materno infantili distrettuali che, essendo UO semplici, fanno riferimento alla Direzione del Distretto sanitario.

 

La rappresentazione grafica degli indicatori

Nei grafici presentati a seguire, viene rappresentato per ogni indicatore l’intero intervallo di variabilità per le 19 Regioni e PA. Il valore dell’indicatore riferito alla Regione in studio è rappresentato dal pallino colorato, mentre la barra verticale corrisponde alla media nazionale. I pallini bianchi rappresentano il valore assunto dall’indicatore nelle altre Regioni e PA.

 

Diffusione dei CF sul territorio

La diffusione delle sedi consultoriali in Campania, pari a una sede di CF ogni 41.547 residenti - circa il doppio rispetto al gold standard di 20.000 abitanti per sede - è inferiore alla media nazionale (Figura 2). A livello aziendale si riscontra un’ampia variabilità, compresa tra i 23.000 residenti per sede nella ASL di Avellino e i 54.000 nella ASL Napoli 1.

 

Figura 2. Numero medio di residenti per sede consultoriale

 

Capacità attrattiva dei CF rispetto alla popolazione residente

La capacità attrattiva dei servizi consultoriali rispetto alla popolazione del bacino di utenza (6,9%) colloca la Campania al di sopra del valore medio nazionale, con un valore di poco inferiore a quello di riferimento registrato nelle 5 Regioni con la capacità attrattiva più elevata (>8%) (Figura 3).

 

Figura 3. Numero medio di utenti dei CF per 100 residenti

 

Capacità attrattiva dei CF rispetto agli adolescenti/giovani

Anche la capacità attrattiva dei consultori rispetto agli adolescenti e ai giovani di 14-19 anni (6,5%) è superiore alla media nazionale (Figura 4). La Campania, pur collocandosi fra le 11 realtà (10 Regioni e 1 PA) con il valore più elevato relativamente a questo indicatore, è al di sotto del valore di riferimento registrato nelle nelle 5 Regioni e 1 PA con la maggiore capacità attrattiva (>10%), individuato come standard al quale tutte le Regioni potrebbero tendere. È opportuno ricordare che non in tutte le Regioni questo indicatore rileva le attività dirette a gruppi di giovani erogate in un contesto diverso da quello della sede di CF, come per esempio quello scolastico.

 

Figura 4. Numero medio di utenti giovani dei CF per 100 residenti di 14-19 anni

 

Volume di attività dei CF

Il numero medio di prestazioni consultoriali per 100 residenti erogate dai CF della Campania (18,4) è al di sopra della media nazionale (Figura 5). Questo indicatore permette di tratteggiare un profilo del volume di attività dei CF in ambito nazionale, ma va ricordato che parte della variabilità riscontrata può essere ricondotta alla diversa modalità di registrazione delle prestazioni erogate, in particolare quelle relative a singoli utenti o a gruppi di utenti, segnalata a volte anche nell’ambito della stessa Regione.

 

Figura 5. Numero medio di prestazioni consultoriali per 100 residenti

 

Integrazione dei CF con il territorio

Il numero medio di atti formali di collaborazione con gli altri servizi sanitari aziendali, con i servizi sociali, con la scuola e il terzo settore per ASL (6,0) colloca i CF della Campania in linea con il valore medio nazionale (Figura 6). Un approfondimento mirato ha evidenziato che il numero di atti di collaborazione stipulati dalle ASL campane varia da un minimo di 3 ad un massimo di 9. Sono superiori alla media nazionale le collaborazioni attivate con pediatri di libera scelta/medici di medicina generale, con la scuola e con le associazioni di cittadini mentre sono inferiori alla media nazionale gli atti stipulati con i punti nascita, gli ospedali, i Dipartimenti di salute mentale e i Centri antiviolenza.

 

Figura 6. Numero medio di atti formali di collaborazione tra servizi consultoriali e altri servizi sanitari, sociali, educativi e con il terzo settore per Azienda sanitaria o Distretto

 

Disponibilità di personale nei CF

Come riportato nella figura 7, per la figura del ginecologo la disponibilità di personale (15,4 ore) è superiore alla media nazionale. Sebbene inferiore allo standard di riferimento di 18 ore, questo valore colloca la Campania fra le 4 Regioni con la più elevata disponibilità di questa figura professionale nei CF.

 

La figura professionale la cui disponibilità oraria è maggiormente distante dal valore medio nazionale è quella dell’ostetrica (15,5 ore); la Campania si colloca fra le 2 Regioni dove questa figura è meno presente, con un numero medio di ore inferiore alla metà dello standard di riferimento di 36 ore settimanali. Anche la disponibilità della figura professionale dello psicologo (10,1 ore) è inferiore alla media nazionale e al gold standard (18 ore), come quella dell’assistente sociale (7,6 ore), figura professionale per la quale la carenza appare più rilevante, pari a circa 1/5 del valore di riferimento ottimale di 36 ore.

 

Figura 7. Numero medio di ore di lavoro settimanale delle figure professionali dell’équipe consultoriale per 20.000 residenti

 

Metodologia di lavoro nei CF

Rispetto alla modalità di lavoro multidisciplinare a livello di singola sede, la percentuale di CF che effettuano regolarmente riunioni organizzative con tutte le figure professionali (70,6%) è in linea con la media nazionale mentre la discussione di casi clinici allargata a tutte le figure (52,4%) è inferiore alla media (Figura 8).

 

La modalità dell’offerta attiva è utilizzata dal 73,8% dei CF e raggiunge il 90% in 2 delle 7 ASL regionali, collocando la Regione al di sopra della media nazionale e tra le 6 realtà (5 Regioni e 1 PA) con i valori più elevati. Il dato assume particolare rilievo alla luce della ridotta disponibilità di personale che caratterizza i servizi consultoriali della Campania.

 

La rilevazione sistematica della soddisfazione degli utenti è una prassi diffusa solo nel 15,1% dei CF, pari a circa la metà della media nazionale.

 

Figura 8. Percentuale di CF che utilizzano approccio multidisciplinare, offerta attiva, rilevazione della soddisfazione degli utenti

 

Offerta di attività strategiche nei CF

Per la percentuale di CF che svolgono attività nell’ambito dei programmi strategici indicati dal POMI, la Campania registra un valore al di sotto della media nazionale per le sedi che seguono tutta la gravidanza (72,4%) e che offrono corsi di accompagnamento alla nascita (CAN) (57,7%) collocandosi per entrambi i parametri tra le 5 Regioni con i valori più bassi (Figura 9). Il dato sui CAN sintetizza una realtà variegata a livello aziendale, con le ASL del territorio di Napoli e provincia che registrano un’offerta superiore alla media nazionale, e le altre con un’offerta più bassa o del tutto assente. Nelle sedi che offrono questa attività, il numero medio di corsi per CF (6) e il numero medio di donne per CF che hanno partecipato ai CAN (77) nel 2017 sono inferiori alle rispettive medie nazionali (8 corsi; 89 partecipanti per CF).

 

I CF che offrono lo screening organizzato del tumore della cervice uterina (91,9%) e che hanno spazi dedicati ai giovani o effettuano attività nelle scuole (84,2%) sono superiori alle medie nazionali, collocando la Campania rispettivamente fra le 5 Regioni e le 3 realtà (2 Regioni e 1 PA) con i valori più elevati per i due parametri. Mentre la disponibilità di spazi giovani trova riscontro nella capacità attrattiva dei CF nei confronti di giovani e adolescenti superiore alla media (Figura 4), l’ampia disponibilità di attività di screening organizzato del tumore della cervice uterina registrata dall’indagine non trova corrispondenza nell’adesione al programma da parte delle donne tra i 24 e i 64 anni alle quali esso è rivolto. La Campania infatti, secondo i dati PASSI 2016-2019, risulta essere la Regione con l’adesione più bassa allo screening organizzato nel panorama nazionale: solo il 22,3% delle donne aderisce allo screening organizzato, a fronte di una media nazionale pari al 48,7%, mentre il 42,5% delle donne campane si avvale dello screening spontaneo (Passi, Epicentro).

 

Figura 9. Percentuale di CF che effettuano attività relative a percorso nascita, corsi di accompagnamento alla nascita, screening del tumore della cervice uterina, adolescenti/giovani

 

Per consultare una selezione di informazioni ricavate dalle schede aziendali e di singola sede di CF nelle 7 ASL della Regione e per approfondire i dati consulta la sintesi completa “Indagine nazionale sui Consultori Familiari 2018-2019. Sintesi dei risultati: Regione Campania” (pdf 1,2 Mb).

 

Data di creazione della pagina: 27 maggio 2021

Testo scritto da: Laura Lauria, Ilaria Lega, Enrica Pizzi, Serena Donati - Centro Nazionale per la Prevenzione delle malattie e la Promozione della Salute, CNAPPS - ISS