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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Indagine nazionale 2018-19 sui Consultori Familiari
Sintesi dei risultati - Regione Umbria

 

Indice della sintesi

  1. Le fonti dei dati presi in esame
  2. Il governo regionale dei servizi consultoriali
  3. Assetto organizzativo dei consultori sul territorio
  4. La rappresentazione grafica degli indicatori
  5. Diffusione dei CF sul territorio
  6. Capacità attrattiva dei CF rispetto alla popolazione residente
  7. Capacità attrattiva dei CF rispetto agli adolescenti/giovani
  8. Volume di attività dei CF
  9. Integrazione dei CF con il territorio
  10. Disponibilità di personale nei CF
  11. Metodologia di lavoro nei CF
  12. Offerta di attività strategiche nei CF

 

Le fonti dei dati presi in esame
  • Scheda regionale
  • Schede compilate a livello di Distretto: Distretto Perugino, Distretto Assisano, Distretto Trasimeno, Distretto Alto Chiascio, Distretto Alto Tevere; Distretto di Terni, Distretto di Foligno, Distretto di Spoleto, Distretto di Orvieto. Schede mancanti: 3
  • Schede compilate a livello di singola sede: n=34; rispondenza=87,2%.

 

Il governo regionale dei servizi consultoriali

Complessivamente la Regione Umbria manca delle principali attività di governo dei servizi consultoriali censite dall’indagine: non dispone di un documento scritto su obiettivi e funzioni e di linee guida relative alle attività dei CF, non effettua una programmazione periodica delle attività dei servizi consultoriali con obiettivi definiti e misurabili, non ha attivato un flusso informativo dedicato ai CF, non viene redatta periodicamente una relazione consuntiva regionale sulle attività dei CF (Figura 1). In Umbria sono presenti a livello regionale atti formali di integrazione con gli altri servizi territoriali ma non con la comunità (scuola, associazioni di cittadini e di volontariato). Sono stati istituiti i Comitati percorso nascita aziendali che prevedono al loro interno la presenza di un coordinatore/responsabile dei CF.

 

L’Umbria non effettua attività ciclica di programmazione/valutazione a livello regionale mancando dei principali strumenti di governo che consentono tale processo.

 

Figura 1. Strumenti e attività a sostegno del governo regionale dei servizi consultoriali

Nota: nelle barre verdi il numero di Regioni che dispongono degli strumenti e delle attività indagate; nelle barre bianche il numero delle Regioni che non ne dispongono. I pallini verdi indicano gli strumenti e le attività disponibili nella Regione Umbria

 

Assetto organizzativo dei consultori sul territorio

Il territorio della Regione è suddiviso in 2 Unità Sanitarie Locali (USL) e 12 Distretti. Il massimo livello di coordinamento dei CF a valle di quello regionale è stato identificato nel Distretto. L’organizzazione dei servizi consultoriali non è omogenea sul territorio; presso la USL 1 i CF afferiscono ai Distretti socio sanitari, mentre nella USL 2 afferiscono al Dipartimento materno infantile. Non esistono Unità Operative (UO) consultoriali complesse ma solo 12 UO semplici, presenti solo in alcuni Distretti. È stata indicata inoltre la presenza di un livello organizzativo di coordinamento fra più Distretti, non formalizzato come UO, con complessivamente 2 responsabili/coordinatori.

 

La rappresentazione grafica degli indicatori

Nei grafici presentati a seguire viene rappresentato per ogni indicatore l’intero intervallo di variabilità per le 19 Regioni e PA. Il valore dell’indicatore riferito alla Regione in studio è rappresentato dal pallino colorato, mentre la barra verticale corrisponde alla media nazionale. I pallini bianchi rappresentano il valore assunto dall’indicatore nelle altre Regioni e PA.

 

Diffusione dei CF sul territorio

La diffusione dei CF sul territorio è capillare, molto al di sopra della media nazionale. Con una sede ogni 23.825 residenti l’Umbria è fra le 6 realtà (5 Regioni e 1 PA) con un numero medio di residenti per CF entro i 25.000, vicina al gold standard di una sede di CF ogni 20.000 abitanti (Figura 2).

 

Figura 2. Numero medio di residenti per sede consultoriale

 

Capacità attrattiva dei CF rispetto alla popolazione residente

La capacità attrattiva dei CF (9,6%) è quasi doppia rispetto alla media nazionale e colloca l’Umbria fra le 4 Regioni con la percentuale più elevata di utenti dei CF rispetto alla popolazione residente di riferimento (Figura 3).

 

Figura 3. Numero medio di utenti dei CF per 100 residenti

 

Capacità attrattiva dei CF rispetto agli adolescenti/giovani

Anche la capacità attrattiva dei consultori rispetto agli adolescenti e ai giovani di 14-19 anni (11,6%) è superiore alla media nazionale e colloca l’Umbria fra le 4 realtà (3 Regioni e 1 PA) con il valore più elevato relativamente a questo indicatore, fra le 6 in Italia con un valore pari o superiore al 10% individuato nella presente indagine come lo standard al quale tutte le Regioni potrebbero tendere (Figura 4).

 

Figura 4. Numero medio di utenti giovani dei CF per 100 residenti di 14-19 anni

 

Volume di attività dei CF

Il numero medio di prestazioni consultoriali erogate dai CF dell’Umbria (31,4) è il doppio del valore medio nazionale e colloca la Regione fra le 3 realtà (2 Regioni e 1 PA) con il valore più elevato per questo parametro (Figura 5). Relativamente al presente indicatore va ricordato che esso permette di tratteggiare un profilo del volume di attività dei CF in ambito nazionale ma parte della variabilità riscontrata è dovuta alla diversa modalità di registrazione delle prestazioni erogate segnalata a volte anche nell’ambito della stessa Regione.

 

Figura 5. Numero medio di prestazioni consultoriali per 100 residenti

 

Integrazione dei CF con il territorio

Il numero medio di atti formali di collaborazione con gli altri servizi sanitari aziendali, con i servizi sociali, con la scuola e il terzo settore a livello di USL (5,4) è in linea con la media nazionale, collocando tuttavia i CF dell’Umbria fra quelli delle 6 realtà (5 Regioni e una PA) in cui l’integrazione territoriale dei CF è più bassa (Figura 6). Questo dato medio sintetizza una situazione che mostra una forte variabilità a livello di Distretto con un minimo di 2 atti di collaborazione stipulati dai Distretti di Spoleto, Foligno e Terni, e un massimo di 9 e 11 relativi ai Distretti di Orvieto e Alto Chiascio.

 

Figura 6. Numero medio di atti formali di collaborazione tra servizi consultoriali e altri servizi sanitari, sociali, educativi e con il terzo settore per Azienda sanitaria o Distretto

 

Disponibilità di personale nei CF

La disponibilità della figura professionale del ginecologo (11,3 ore) è in linea con il valore medio nazionale ma al di sotto del gold standard di 18 ore (Figura 7). Molto al di sopra della media nazionale è la disponibilità oraria della figura dell’ostetrica (42,5 ore), che colloca l’Umbria tra le 4 realtà (3 Regioni e 1 PA) con la disponibilità più elevata di questa figura professionale, superiore al doppio dello standard di riferimento di 36 ore del 1995 che appare inadeguato nei contesti in cui si voglia incentrare l’assistenza territoriale al percorso nascita su questa professionalità, in linea con le raccomandazioni della Linea guida sulla gravidanza fisiologica del SNLG-ISS e con le evidenze ormai consolidate della letteratura.

 

La disponibilità della figura dello psicologo (2,4 ore) è molto al di sotto della media nazionale (17 ore) e dello standard di riferimento (18 ore). Anche per la figura dell’assistente sociale si evidenzia un numero medio di ore settimanali (2,4 ore) molto inferiore alla media nazionale di 11 ore e soprattutto rispetto allo standard di riferimento di 36 ore.

 

Nell’ambito dell’équipe multiprofessionale si è quindi puntato prevalentemente sulla disponibilità all’interno dei CF delle competenze relative alla salute sessuale e riproduttiva, tanto che la figura dello psicologo è pressoché assente in una delle due USL della Regione. Va tuttavia specificato che la collocazione di quasi tutti i CF dell’Umbria nell’ambito dei Centri di salute, favorisce l’integrazione con gli altri attori delle cure primarie e con i servizi sociosanitari del Distretto.

 

Figura 7. Numero medio di ore di lavoro settimanale delle figure professionali dell’équipe consultoriale per 20.000 residenti

 

Metodologia di lavoro nei CF

Rispetto alla modalità di lavoro multidisciplinare a livello di singola sede, la percentuale di CF che effettuano regolarmente riunioni organizzative con tutte le figure professionali (56,3%) è molto inferiore alla media nazionale, così come la discussione di casi clinici allargata a tutte le figure (40,6%); per entrambi questi indicatori solo 3 Regioni presentano un valore inferiore (Figura 8). La rilevazione sistematica della soddisfazione degli utenti è una prassi in uso in circa 1 CF su 10 (9,1%), con un valore che colloca l’Umbria tra le 6 Regioni con i valori più bassi per la diffusione di tale prassi. La modalità dell’offerta attiva è invece utilizzata dalla quasi totalità dei CF (90,9%), collocando l’Umbria al secondo posto in Italia relativamente a questo parametro.

 

Figura 8. Percentuale di CF che utilizzano approccio multidisciplinare, offerta attiva, rilevazione della soddisfazione degli utenti

 

Offerta di attività strategiche nei CF

Per la percentuale di CF che svolgono attività nell’ambito dei programmi strategici indicati dal POMI, l’Umbria registra un valore al di sotto della media nazionale per le sedi che seguono tutta la gravidanza (70,6%) mentre è in linea con la media nazionale per le sedi che offrono incontri/corsi di accompagnamento alla nascita (64,7%).

 

La percentuale di singole sedi di CF che offrono lo screening organizzato del tumore della cervice uterina (61,8%) colloca l’Umbria tra le 3 Regioni con i valori più bassi. Va tuttavia precisato che in Umbria, i CF che effettuano attività nell’ambito degli screening oncologici come centri di riferimento aziendale sono il doppio della media nazionale (11,8% vs 6,3%). Il modello organizzativo adottato, che concentra la disponibilità dello screening in alcune sedi, appare in grado di garantire l’adesione al programma nella popolazione alla quale è rivolta in base a quanto rilevato dai dati Passi (Passi, Epicentro) che indicano l’Umbria tra le Regioni con la più elevata adesione al programma di screening cervicale organizzato da parte della donne tra i 24 e i 64 anni alle quali esso è rivolto (68,0% verso una media nazionale del 48,7%).

 

I CF che hanno spazi dedicati ai giovani o effettuano attività nelle scuole (82,6%) sono superiori alla media nazionale, collocando l’Umbria fra le 5 realtà (4 Regioni e 1 PA) con i valori più elevati. Questo dato trova riscontro nella elevata capacità attrattiva dei CF nei confronti dei giovani/adolescenti riscontrata dall’indagine.

 

Figura 9. Percentuale di CF che effettuano attività relative a percorso nascita, corsi di accompagnamento alla nascita, screening del tumore della cervice uterina, adolescenti/giovani

 

Per consultare una selezione di informazioni ricavate dalle schede aziendali e di singola sede di CF nelle 2 USL della Regione e per approfondire i dati consulta la sintesi completa “Indagine nazionale sui Consultori Familiari 2018-2019. Sintesi dei risultati: Regione Umbria” (pdf 1,2 Mb).

 

Data di creazione della pagina: 10 giugno 2021

Testo scritto da: Laura Lauria, Ilaria Lega, Enrica Pizzi, Serena Donati - Centro Nazionale per la Prevenzione delle malattie e la Promozione della Salute, CNAPPS - ISS