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Istituto Superiore di Sanità
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Trichinella: la nuova normativa europea

Edoardo Pozio - Laboratorio di referenza Oie per la trichinellosi e reparto Malattie infettive, parassitarie e immunomediate, Istituto superiore di sanità

 

La discussione che si è aperta sugli episodi di trichinellosi avvenuti in Sardegna mi ha dato modo di constatare e conoscere le diverse realtà italiane nell’ambito del controllo di questa zoonosi parassitaria.

 

In primo luogo, vorrei informare coloro che non ne sono ancora a conoscenza che, dal 1 gennaio 2006, è entrata in vigore una nuova normativa europea di immediata attuazione sul controllo di questa zoonosi (Regolamento Ce n. 2075/2005 Commissione del 5 dicembre 2005, che definisce norme specifiche applicabili ai controlli ufficiali relativi alla presenza di Trichinella nelle carni).

 

Le novità degne di nota di questa nuova legislazione sono:

  • la possibilità per un’azienda di produzione suinicola di essere riconosciuta libera da Trichinella se viene rispettata una serie di parametri
  • la possibilità per una Regione, Paese o altro territorio di ricevere lo status di “libero da Trichinella” se viene rispettata una serie di parametri e nessuno degli Stati membri si oppone a questo riconoscimento
  • il divieto di utilizzo del sistema del trichinoscopio per la ricerca delle larve di Trichinella nei suini, nei macelli dove vengono macellati più di 15 suini/giorno o più di 75 suini/settimana, dove va invece utilizzato il metodo della digestione artificiale
  • la deroga a utilizzare il trichinoscopio nei piccoli macelli (con i limiti sopra riportati) fino al 2009
  • il personale preposto all’esame per la ricerca di Trichinella deve ricevere periodicamente un adeguato addestramento che preveda sia un programma di controllo della qualità delle analisi utilizzate per individuare la presenza di Trichinella, sia una valutazione regolare delle procedure di valutazione, registrazione e analisi utilizzate nel laboratorio.

La filosofia di base di questa nuova legislazione è evitare la ricerca di Trichinella nei suini che, a causa di specifiche modalità di allevamento, mai verranno a contatto con il parassita. Inoltre vuole al tempo stesso aumentare i controlli sui suini “a rischio”, cioè quelli allevati allo stato brado o in condizioni non idonee per garantire la sicurezza del consumatore europeo.

 

Il metodo del trichinoscopio è stato considerato non più idoneo in quanto non permette di evidenziare le larve non incapsulate e per la bassa sensibilità nei confronti di quelle incapsulate. Inoltre questo test, per essere valido, richiede esperienza e un tempo di lettura non più proponibile per i costi che comporta.

 

Fatta questa premessa, ritengo che tutte le considerazioni sulle differenti modalità di applicazione della legge nelle diverse realtà italiane siano aleatorie, in quanto dal 1 gennaio 2006 dal nord al sud, dall’est all’ovest dell’Europa dei 25 bisogna seguire quanto prescrive il regolamento europeo che non dà alcuna possibilità di interpretazione e di adattamento della normativa alla realtà locale.

 

Vorrei inoltre sottolineare che, se in passato la ricerca di Trichinella non è stata eseguita, nessuna azienda può raggiungere lo status di “libera da Trichinella”. Devono infatti trascorrere almeno due anni di controlli con risultati negativi su tutti i suini.