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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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La situazione ambientale in Campania: quali sono oggi le possibili risposte alle domande sull’impatto sulla salute umana?

Renato Pizzuti, Osservatorio Epidemiologico Regione Campania


Le recenti vicende legate alla gestione dei rifiuti e ai conseguenti problemi di inquinamento ambientale in Regione Campania hanno posto l’esigenza di valutare il reale impatto di tale situazione sulla salute dei cittadini che vivono nelle immediate vicinanze dei siti inquinati e di poter dare risposte alla giusta preoccupazione rispetto a soluzioni alternative a minor impatto ambientale.

Le informazioni che abbiamo attualmente a disposizione per valutare l’impatto sulla salute di fenomeni ambientali sono fondamentalmente riconducibili all’utilizzo dei dati di mortalità. Purtroppo questa fonte informativa presenta diversi limiti:

  • il livello territoriale cui riferire i fenomeni sanitari non è sempre adeguato all’estensione geografica del problema ambientale

  • la latenza con cui si osservano i fenomeni sanitari è spesso talmente lunga da rendere impossibile la individuazione del nesso causa-effetto

  • il ritardo “fisiologico” con cui le informazioni si rendono disponibili per l’analisi contribuisce a rendere ulteriormente ritardata la lettura dei fenomeni

  • le patologie oncologiche implicate hanno un’eziologia multifattoriale e pertanto è spesso impossibile riconoscere l’effetto dei singoli fattori di rischio.

Tutto quanto esposto rende di fatto difficilmente utilizzabili queste informazioni per la predisposizione di azioni di contenimento.
A questo si aggiunga che non sempre vi è disponibilità di dati sull’esposizione, sia sulla delocalizzazione e sulla età delle discariche che sulla qualità dei rifiuti; in questo campo assume notevole importanza il lavoro dell’ARPA che si è orientata alla sempre maggiore caratterizzazione e georeferenziazione delle discariche esistenti ma che richiede ancora ulteriori approfondimenti.

Negli ultimi anni l’uso delle SDO per l’analisi epidemiologica di fenomeni sanitari ha di fatto ridotto in parte i problemi di “tempestività” di lettura. Accanto a questo sistema informativo vi è la possibilità di utilizzare il Registro delle malformazioni congenite, che in Campania funziona da più di 10 anni e fornisce dati di buona qualità; tale registro risolve i problemi delle lunghe latenze prima descritti, essendo i singoli eventi riferibili ad esposizioni agenti al massimo nei 9 mesi precedenti, ma presentano una frequenza molto bassa, non consentendo di dimostrare associazioni statisticamente significative se non in casi sporadici.

Altro strumento disponibile per valutare l’incidenza della patologia oncologica sono i Registri tumori: in Campania ve ne sono attualmente 2 che coprono i territori della ASL Napoli 4, con circa mezzo milione di abitanti ed alta densità abitativa, e della provincia di Salerno con circa un milione di abitanti e densità abitative molto variabili. Le attività di Registri tumori sono molto impegnative sul piano organizzativo, danno informazioni più accurate rispetto ai dati di mortalità ma con i soliti problemi di limitate possibilità di disaggregazione per livello territoriale.
Quanto detto ci porta ad affermare che siamo ancora lontani dal poter disporre di sistemi informativi utilizzabili per una sorveglianza orientata al monitoraggio dell’impatto dei fenomeni ambientali sulla salute in tempo utile per intraprendere azioni di contenimento.

Un approccio pragmatico al problema non può però impedirci di utilizzare le informazioni di cui disponiamo, pur con tutti i limiti sopra espressi.
In generale gli approcci più corretti sono quelli che operano confronti tra aree diverse utilizzando i diversi Sistemi Informativi sopra descritti.
In particolare è possibile concentrare l’attenzione su malattie “sentinella” la cui associazione con la presenza di inquinanti ambientali è risultata più frequente. Ad esempio l’Agency for Toxic Substances and Disease Registry degli Stati Uniti ha definito un’elenco di 7 patologie “traccianti” da monitorare prioritariamente in popolazioni residenti in prossimità di discariche tra cui spiccano le malformazioni congenite e gli esiti riproduttivi avversi, e i tumori in determinate sedi tra cui il tumore polmonare maschile, il tumore vescicale in entrambi i sessi, le leucemie, il tumore al fegato maschile, il tumore della prostata, il tumore allo stomaco in entrambi i sessi, il tumore all’utero, il tumore al retto.

Recentemente in un convegno all’ISS è stato presentato un insieme di ricerche effettuate in Italia sui possibili effetti sanitari delle discariche, evidenziando incrementi significativi di malformazioni congenite, mortalità per cause perinatali, mortalità per tumori del colon, fegato, vescica e polmone in popolazioni residenti nei comuni con parte o l’intero territorio nel raggio di 5 Km dal centro di alcune discariche considerate.

L’analisi delle SDO dell’archivio campano effettuata nell’anno 2000 ha studiato la distribuzione di patologie tumorali in termini di tassi ricovero individuali, mostrando la maggiore frequenza di ricoveri di soggetti residenti nelle ASL delle province di Napoli e Caserta, dato coerente con l’analisi di mortalità ma non confrontabile con un analogo dato di livello nazionale, e quindi utilizzabile solo per confronti interni alla Regione.
In conclusione oggi è difficile rispondere utilizzando le informazioni già disponibili alle domande che più frequentemente vengono poste quando ci si chiede quale sia l’impatto sulla salute della presenza di discariche.

Pur riconoscendo che dall’analisi dei dati correnti non emergono allo stato situazioni che giustifichino particolari allarmi sanitari, tuttavia è necessaria molta cautela nell’esprimere valutazioni conclusive. L’essere eccessivamente allarmisti può generare immotivate “emergenze sanitarie” con effetti destabilizzanti sul piano sociale; al contrario atteggiamenti troppo rassicuranti possono indurre false certezze nella popolazione fino al punto di sottovalutare il problema dell’inquinamento esistente e nel rifiutare soluzioni certamente a minore impatto ambientale come l’implementazione della raccolta differenziata dei rifiuti e la possibilità di installare efficienti inceneritori.

Opportuno appare invece lo sforzo di approfondimento conoscitivo che si sta cercando di attuare e che potrà dare maggiori e migliori informazioni utilizzabili per descrivere l’attuale stato di salute nelle aree geografiche individuate e di poter pensare alla realizzazione di un sistema di sorveglianza capace di essere affidabile e tempestivo per programmare azioni di contenimento.