Violenza e infortuni in Europa: 800 mila i morti ogni anno
(traduzione, adattamento e sintesi a cura della redazione di EpiCentro)
Ogni anno nei Paesi dell’Oms Europa la violenza e gli infortuni causano circa 800.000 decessi, ma 500.000 di questi potrebbero essere evitati, soprattutto nell’Europa orientale: la situazione infatti è molto diversa a seconda dei singoli Paesi. Lo riferiscono un articolo pubblicato su Lancet il 26 giugno 2006 (“Reducing inequalities from injuries in Europe”) e la pubblicazione Injuries and violence in Europe: why they matter and what can be done, presentata a Vienna, nel corso della prima Conferenza europea sulla prevenzione degli infortuni e la promozione della salute.
I morti per violenza e infortuni nei Paesi dell’Oms Europa sono quasi 2200 al giorno, cioè 90 ogni ora. Di questi, due terzi sono dovuti a infortuni e un terzo a violenza. Globalmente, violenza e incidenti causano l’8,3% delle morti, e la percentuale sale al 36% (pari a 28.000 morti all’anno) se ci si limita alla fascia d’età al di sotto dei 15 anni. Nella fascia fino a 45 anni rappresentano la principale causa di morte. Al numero dei morti va poi aggiunto quello dei feriti: 60.000 ricoveri in ospedale e 600.000 trattamenti d’emergenza al giorno.
Il rapporto evidenzia che il tasso di morti è molto variabile a seconda delle aree geografiche: molti Paesi europei sono di gran lunga più sicuri rispetto al resto del mondo, mentre in quelli a reddito medio-basso la probabilità di morire per un incidente è quasi 4 volte più alta che in quelli ad alto reddito. Il dato più allarmante è che nell’Europa orientale i tassi di morte e di disabilità dovuti a infortuni sono in aumento. Indipendentemente dal reddito nazionale, le differenze sono sensibili anche all’interno dei singoli Paesi, a seconda delle condizioni socioeconomiche: in particolare, il rischio per i bambini provenienti da famiglie disagiate è 3-4 volte più alto rispetto ai bambini di famiglie benestanti.
Gli incidenti sono spesso visti come parte inevitabile della vita quotidiana, e di conseguenza il problema viene sottovalutato o peggio ignorato. Eppure, due terzi degli incidenti mortali e la maggior parte di quelli non mortali potrebbero essere evitati: con una migliore prevenzione si potrebbero salvare quindi più di 500.000 vite ogni anno. Anche all’interno dell’Unione europea i valori sono molto diversi: Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito fanno registrare i tassi minimi e, se tutti i Paesi si portassero sui loro livelli, il numero dei morti all’anno per incidenti nell’Unione europea potrebbe diminuire di 60.000 unità.
Per questo il rapporto fornisce suggerimenti a operatori sanitari, autorità e organizzazioni civili per ridurre le cifre più allarmanti. Per favorire la prevenzione deve cambiare soprattutto l’atteggiamento: gli infortuni non devono più essere considerati responsabilità individuale, ma sociale. Per esempio, l’alcolismo e la povertà sono fattori di rischio decisivi.
I morti per incidente sono così suddivisi: 127.000 (più 2,4 milioni di feriti) per incidenti stradali, 110.000 per intossicazione (di cui il 70 per cento dovuti all’alcol, soprattutto nei Paesi dell’Est), 38.000 per annegamento, 80.000 per cadute, 24.000 per incendi. Per quanto riguarda la violenza, 164.000 morti sono causati da violenze autoinflitte, e 73.000 da violenza da parte di altri.
Sono 1500 i bambini sotto i 15 anni uccisi ogni anno, e molti di più quelli che porteranno per tutta la vita le conseguenze psicologiche delle violenze subite. Il rapporto sottolinea anche che molti episodi non vengono denunciati e quindi i dati sono probabilmente sottostimati. Secondo le stime del rapporto, i costi totali annui dovuti a incidenti mortali e non mortali sono compresi rispettivamente fra 1 e 6 miliardi e fra 80 e 290 miliardi di euro.