Studio mondiale sulla salute delle donne e la violenza domestica
24 mila donne, provenienti sia dalle zone rurali che urbane di dieci Paesi del mondo (Bangladesh, Brasile, Etiopia, Giappone, Namibia, Perù, Samoa, Serbia e Montenegro, Tailandia e Tanzania) sono state intervistate per realizzare il primo studio mondiale Oms che analizza le conseguenze delle violenze domestiche sulla salute delle donne.
I risultati dello studio, condotto in collaborazione con la London School of Hygiene and Tropical Medicine, diversi istituti di ricerca nazionali e associazioni di donne, parlano chiaro: il 30-50% delle donne che hanno subito un abuso ne portano le conseguenze a lungo termine. Le donne che hanno subito violenza sono più soggette ad avere una salute fragile, sia fisicamente che mentalmente. Spesso, anche anni dopo, sono soggette a pensieri suicidi, sviluppano forme depressive, soffrono di dolori cronici, confusione mentale e disturbi vaginali. Inoltre, sono più alte le probabilità che contraggano malattie sessualmente trasmissibili e che sperimentino un aborto.
L'impatto della violenza sulle donne si è rivelato piuttosto omogeneo, indipendentemente dal Paese di appartenenza e dalla condizione sociale, culturale ed economica in cui vive la donna. Neppure la gravidanza, solitamente percepita come un periodo di relativa protezione per la donna, risparmia coloro che vivono con partner violenti: il 4-12% delle donne incinte sono state picchiate durante la gravidanza. Nel 90% dei casi, la persona che esercita violenza è il padre del bambino che stanno aspettando, e il 25-50% di esse ha preso pugni e calci direttamente sulla pancia.
In termini di prevenzione e intervento, uno dei problemi principali è che queste violenze rimangono nascoste: il 20% delle donne intervistate ha ammesso infatti di non averne mai parlato prima. Molte donne che hanno cercato aiuto rivolgendosi alla polizia e alle istituzioni sanitarie hanno poi subito un incremento della violenza.
Lo studio contiene anche una serie di raccomandazioni e indicazioni che l'Oms ha voluto dare ai Paesi per mettere a punto sistemi e strategie di prevenzione:
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integrazione dei programmi di prevenzione della violenza con quelli di formazione e informazione sanitaria rivolti ai bambini e ai ragazzi
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formazione degli operatori sanitari a riconoscere i sintomi di violenza nelle donne e a intraprendere azioni mirate a proteggerle e a supportarle
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attuazione di programmi di informazione e di supporto alle donne che denunciano violenze
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diffusione di iniziative volte a rendere la società in generale consapevole del problema della violenza domestica e a indurre una denuncia sociale nei confronti delle persone violente.
Leggi il primo studio Oms sulla salute delle donne e la violenza domestica.