Fao, influenza aviaria: le caratteristiche della malattia
(Traduzione e sintesi a cura della redazione di EpiCentro)
Gli ospiti naturali
Tra gli uccelli suscettibili all'infezione ci sono
pollame domestico, papere, oche, tacchini, faraone, quaglie e fagiani.
L'esordio dell'epidemia avviene di solito fra il pollame domestico e i
tacchini. Esiste infatti un ceppo particolare che può colpire anche
molto duramente i tacchini, ma non il pollame o altre specie aviarie.
È quindi impossibile fare generalizzazioni sui
possibili ospiti del virus HPAI, perché molto dipende dal singolo ceppo.
A dimostrazione di questo, in alcune fattorie si sono verificate
epidemie che hanno colpito una sola delle diverse specie aviarie
presenti. Molte specie selvatiche (specialmente uccelli d'acqua e
marini) sono sì suscettibili, ma in genere l'infezione si mantiene allo
stadio subclinico.
Il periodo di incubazione
Il periodo di incubazione può durare solitamente
dai 3 ai 7 giorni, a seconda del ceppo, della dose di inoculo, della
specie e dell'età dell'uccello.
Segni clinici
I segni clinici sono molto variabili e
sono influenzati da diversi fattori, quali la virulenza dell'agente
infettante, la specie colpita, l'età, il sesso, altre patologie
concomitanti e l'ambiente.
Nei casi in cui l'influenza aviaria sia dovuta a
ceppi particolarmente virulenti o ad alta patogenicità, come nel caso
dei virus associati alla peste aviaria, la malattia compare
improvvisamente all'interno di uno stormo e molti uccelli muoiono prima
di aver mostrato segni come depressione, inappetenza, piume arruffate o
febbre. Altri uccelli mostrano debolezza o un'andatura barcollante. Può
capitare che le galline depongano inizialmente uova dal guscio molle, ma
poi smettono definitivamente di deporle. Gli uccelli malati restano
fermi in uno stato semi-comatoso, con la testa che tocca per terra.
Creste e bargigli sono edematosi e cianotici e possono presentare
petecchie o ecchimosi di natura emorragica sulle punte. Spesso si
verifica diarrea acquosa, che rende gli uccelli particolarmente
assetati. La respirazione può essere faticosa. Le emorragie possono
verificarsi a livello delle regioni di pelle non coperte da piume. La
mortalità può variare dal 50 al 100%.
Fra i galletti, i segni della malattia sono in
genere meno evidenti, come depressione grave e inappetenza. La prima
anomalia osservata è in genere un netto aumento della mortalità, ma può
capitare di osservare anche edema della testa e del collo, oppure segni
neurologici come torcicollo e atassia. Fra i tacchini la malattia è
simile a quella delle galline, ma dura due o tre giorni in più e può
essere talvolta associata a gonfiore dei seni. Gli uccelli più giovani
possono mostrare segni neurologici.
La vaccinazione
È stato dimostrato che i vaccini a
virus inattivato sono efficaci nel ridurre la mortalità e nella
prevenzione della malattia fra i polli e i tacchini.
Tuttavia questi vaccini non sono in grado di
prevenire l'infezione in tutti i singoli uccelli che, se infettati,
possono diffondere il virus tra gli altri. A ogni modo, la quota di
virus diffusa è decisamente inferiore rispetto a quella trasmessa da
uccelli infetti non vaccinati.
È ovvio che il virus deve essere noto dal punto di
vista antigenico e che il vaccino deve contenere questo particolare
ceppo, altrimenti non si verifica la protezione crociata tra i 15
sottotipi noti di HA. Recentemente è stato approvato in alcuni Paesi un
vaccino ricombinante costituito dal virus del vaiolo dei polli,
ingegnerizzato con il gene che codifica per l'antigene del sottotipo H5,
ma non è ancora molto usato.
Patologia
Gli uccelli che muoiono per un'infezione acuta
possono mostrare lesioni grossolane, dovute a disidratazione e
congestione di viscere e muscoli. Gli uccelli che invece muoiono dopo un
lungo decorso clinico possono avere petecchie ed ecchimosi di natura
emorragica in tutto il corpo, specialmente a livello di laringe,
trachea, proventricolo, epicardio e superfici sierose adiacenti allo
sterno. Può esserci un esteso edema sottocutaneo, soprattutto intorno
alla testa e alle zampe. I resti possono essere disidratati. Si possono
trovare anche zone necrotiche di colore giallo o grigio nella milza, nel
fegato, nei reni o nei polmoni. La vescica aerifera potrebbe contenere
essudato, mentre la milza può essere gonfia e presentare emorragie.
L'influenza aviaria è caratterizzata da disturbi vascolari che portano a
edema ed emorragie, principalmente a carico di miocardio, milza,
polmoni, cervello e bargigli. Polmoni, fegato e reni possono presentare
aree di necrosi. Nel cervello possono invece esserci gliosi,
iperpoliferazione vascolare e degenerazione neuronale.