English - Home page

ISS
Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro

Oms, Fao, Oie: una strategia comune per combattere l'influenza aviaria

Kuala Lumpur, Malesia - 6 luglio 2005

 

(Traduzione libera a cura della redazione di EpiCentro)

 

Gli esperti internazionali di sanità pubblica umana e animale si sono incontrati a Kuala Lumpur (Malesia) per discutere il piano di sorveglianza per contenere il rischio che il virus dell'influenza aviaria H5N1 si diffonda dai polli all'uomo. Si è discusso anche dei fondi necessari per far sì che questo piano venga attivato, in modo da scongiurare il rischio di una pandemia influenzale. La conferenza ha visto la partecipazione dei maggiori esperti asiatici e dei rappresentanti internazionali della Fao, dell'Oms e dell'Oie.

 

Il piano di sorveglianza costituirà la base per i provvedimenti da prendere negli Stati colpiti dall'influenza e sarà fatto circolare a livello internazionale per individuare le aree prioritarie di intervento. La conferenza si è tenuta in un momento di timori crescenti, con 108 persone colpite da influenza aviaria in Asia, 54 dei quali risultati fatali. Inoltre 140 milioni di polli sono stati macellati per limitare la diffusione del virus. Il meeting ha evidenziato la gravità della situazione epidemiologica dell'influenza in Asia ma ha voluto affermare con forza che esiste l'opportunità di arginare la crisi per evitare lo stato di pandemia.

 

La priorità assoluta è il controllo degli allevamenti su scala familiare, che rappresentano lo scenario principale di infezione dal momento in cui è esplosa la crisi all’inizio del 2004. Le raccomandazioni per quanto riguarda questi allevamenti rurali sono:

  • informare chi vive in queste fattorie degli atteggiamenti ad alto rischio che facilitano la diffusione della malattia e insegnare come cambiare le pratiche abituali di lavoro;
  • tenere separate le diverse specie allevate: polli, anatre, maiali. Evitare il più possibile il contatto tra questi animali e l'uomo;
  • fornire adeguati indennizzi agli allevatori in caso di perdita del bestiame, per favorire la collaborazione con le istituzioni, promuovere la denuncia di casi sospetti e applicare misure di controllo;
  • promuovere la vaccinazione degli animali come misura preventiva e di controllo nelle aree ad alto rischio epidemiologico.

"È urgente cambiare o eliminare alcune pratiche di allevamento che sono pericolose per la salute dell'uomo", ha detto Joseph Domenech, dirigente veterinario alla Fao. "Questo include soprattutto la tradizionale convivenza tra specie domestiche diverse quali maiali, polli e anatre, che non sono separate da barriere fisiche. Un altro punto cruciale sono i luoghi di macellazione, spesso tenuti in condizioni di scarsa igiene. Queste due situazioni sono molto rischiose per chi viene a contatto con animali o prodotti contaminati". Il rischio della convivenza comune di uomini e animali infetti è legato alla possibilità di trasmissione di materiale genetico tra virus animali e umani, con la creazione di un nuovo virus influenzale che possa mettere in pericolo l'uomo. Shigeru Omi, direttore generale per la regione del Pacifico Occidentale dell’Oms, ha varato la nuova strategia antinfluenzale, sostenendo che questa dovrà rappresentare una concreta possibilità per combattere la malattia."Non ci illudiamo che sia un compito facile", ha detto, “ma non siamo senza armi per difenderci. Questo piano è in grado di fornirci una possibilità concreta di fare la storia, fin tanto che lavoriamo insieme con la massima energia e il massimo impegno".

 

Dewan Sibarite, rappresentante dell’Oie, ha spiegato come sia essenziale studiare un piano che funzioni davvero. Ha aggiunto: "L'accettazione del piano vaccinale contro l'influenza da parte dell'Oms e della comunità scientifica internazionale è un importante strumento per il controllo della malattia negli animali, sempre che i vaccini usati siano sottoposti alla supervisione dell'Oie e dei servizi veterinari, e che corrispondano agli standard messi a punto dall'Oie stessa”.

La conferenza ha messo in luce l'enorme spesa pubblica che tutte le misure di prevenzione e controllo dell'emergenza comportano, e come quindi siano quanto mai necessari fondi della comunità internazionale per aiutare i Paesi colpiti dall’infezione, che da soli non sono in grado di farvi fronte. "Le spese di contenimento della malattia non sono niente in paragone alle gravi perdite finanziarie ed economiche che si avrebbero in caso di pandemia", ha detto Sibartie. Il piano di controllo della Fao e dell'Oie costerà 100 milioni di dollari in sorveglianza, diagnosi e misure di controllo, vaccinazioni incluse. "Senza l'aiuto della comunità internazionale, i Paesi poveri non saranno in grado di affrontare l’emergenza influenza aviaria", ha detto Domenech. L'Oms ha infatti fatto una stima dei costi per circa 150 milioni di dollari, perché sarà necessario costruire nelle zone colpite strutture come laboratori di diagnostica e ricerca, di sviluppo di vaccini, strutture per la sorveglianza e per l'educazione della popolazione. Una parte dei fondi sarà anche destinata a procurare farmaci antivirali ed equipaggiamenti di protezione per le persone a più alto rischio di contrarre l'infezione.