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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Notiziario - 12 luglio 2007

Fao: passi avanti nella risposta all’influenza aviaria

Il 27 giugno 2007 Joseph Domenech, Direttore del Servizio Veterinario della Fao, ha dichiarato che la risposta all’A/H5N1 è migliorata in modo significativo negli ultimi tre anni, ma la presenza del virus rimane stabile in molti Paesi e continuerà a diffondersi. In seguito alle campagne di contenimento e controllo sull’A/H5N1 nel pollame, sono stati riscontrati solo sporadici casi tra gli esseri umani, ad eccezione di Egitto e Indonesia. «Questo risultato è la più importante dimostrazione dell’efficacia degli sforzi compiuti a livello mondiale nell'opera di contenimento del virus A/H5N1», ha affermato Domenech. «Nei circa 15 Paesi di Asia, Europa orientale e Medio Oriente, dove il virus A/H5N1 si era diffuso negli ultimi sei mesi, è stato rapidamente individuato ed eliminato o tenuto sotto controllo. La maggior parte dei Paesi colpiti sono stati trasparenti riguardo ai nuovi focolai epidemici, il che dimostra che la minaccia rappresentata dall’A/H5N1 è presa molto seriamente, e più preparati e sono migliorati anche i sistemi di contenimento», ha detto Domenech nel corso della conferenza stampa che si è tenuta a Roma, in occasione della riunione tecnica sull’ influenza aviaria ad alta patogenicità e infezione da A/H5N1 nell’uomo. Tuttavia è ancora presto per cantare vittoria: «I recenti focolai in Bangladesh, Ghana, Togo, Repubblica Ceca e Germania costituiscono un chiaro monito che il virus può ancora estendersi in nuovi Paesi o allargarsi in quelli già infettati». Una potenziale pandemia influenzale nell’uomo non può essere esclusa fintanto che il virus continuerà a essere presente nei polli. Desta ancora serie preoccupazioni la situazione globale della malattia, in particolare in Egitto, Indonesia e Nigeria. «Anche se l’influenza aviaria è scomparsa dai nostri schermi tv, non significa che non vi siano più rischi. L’influenza aviaria non è un evento unico, la comunità internazionale dovrà convivere con la malattia per molti anni a venire» ha aggiunto Joseph Domenech. Una presenza a lungo termine del virus richiederà un impegno finanziario e politico di lungo periodo da parte dei governi e della comunità internazionale per contenere ed eradicare definitivamente il virus. «Ciò che rende così difficile la battaglia contro l’influenza aviaria sono le pratiche ad alto rischio di produzione e commercializzazione del pollame che ancora continuano a esserci in molti Paesi», ha sottolineato Domenech.
L’Indonesia, per esempio, ha più di 13 mila mercati di polli vivi in cui volatili di diverse specie sono tenute insieme. A meno che queste pratiche non vengano modificate, il rischio di infezioni rimane alto. Domenech ha inoltre affermato che «una regolamentazione socialmente ed economicamente equa della produzione e della commercializzazione del pollame per la fornitura di un prodotto più sicuro, è essenziale per ridurre il rischio di infezione. Senza dimenticare che rimangono indispensabili servizi veterinari efficienti e una migliore partnership pubblico/privato per ottimizzare sorveglianza e attività di controllo». Domenech ha poi auspicato che venga intensificato il monitoraggio della circolazione del virus, specialmente nei Paesi che impiegano vaccini per il pollame e ha aggiunto che «il virus A/H5N1 non è stabile ma cambia di continuo. L’anno scorso, in Cina, è apparso un nuovo ceppo virale con caratteristiche immunologiche diverse, che ha reso necessario modificare i vaccini in uso in quella regione. Questa emergenza di un nuovo ceppo potrebbe essersi verificata di recente ancora una volta in Indonesia».

 

Oms: dopo due anni, due casi nell’uomo in Vietnam
Il ministero della Salute Vietnamita ha confermato due nuovi casi umani di infezione da virus influenzale A/H5N1. Questi sono i primi casi umani riferiti dal Vietnam dal novembre 2005. Entrambi sono stati confermati dal National Institute of Hygiene and Epidemiology (Nihe), dal laboratorio di riferimento dell’Oms presso i Cdc americani. Il primo caso è un uomo di 29 anni della provincia di Vinh Phuc che ha sviluppato i sintomi il 10 maggio, alcuni giorni dopo aver macellato pollame per un matrimonio. L’uomo è stato ricoverato in ospedale il 15 maggio ed è stato dimesso l’11 giugno. Il secondo è un ragazzo di 19 anni della provincia di Thai Nguyen, che ha manifestato sintomi il 20 maggio dopo essere stato esposto a pollame in un mattatoio. È stato ricoverato in ospedale il 25 maggio dove rimane in condizioni stabili. Ad oggi, non c’è evidenza di un legame epidemiologico tra i due casi e non c’è prova di infezione tra coloro che sono stati a stretto contatto con le due persone infette. Questi due casi di infezione nell’uomo si sono verificati in coincidenza con molti focolai di influenza aviaria ad alta patogenicità tra il pollame, riportati in Vietnam tra maggio e giugno 2007.
 

Trento: ecco il Piano provinciale per la pandemia influenzale
La Giunta provinciale di Trento ha deliberato il piano provinciale di preparazione e risposta a un eventuale pandemia influenzale. L’obiettivo è non farsi trovare impreparati e garantire la salute della popolazione e il funzionamento dei servizi sanitari essenziali. Cruciale è anche il ruolo dell’informazione sull’andamento della pandemia. Strumenti utili sia per gli operatori coinvolti nella gestione dell’emergenza sia per la popolazione generale.

Cigni selvatici infetti in Germania: le autorità applicano misure di prevenzione
Il 24 giugno 2007 le autorità tedesche hanno informato la Commissione europea che i test eseguiti nel laboratorio regionale della Baviera e in quello nazionale di referenza sull’influenza aviaria nell’isola di Riems hanno rilevato la presenza del virus A/H5N1 dell’influenza aviaria ad alta patogenicità in due cigni trovati morti nella provincia di Norimberga, in Baviera. Le autorità tedesche stanno applicando le misure precauzionali, stabilite nella decisione 2006/563/EC della Commissione, riguardanti l’influenza aviaria altamente patogena tra gli uccelli selvatici all’interno della Comunità europea. La decisione stabilisce le misure che devono essere applicate in ogni Stato membro in cui si riscontra una caso sospetto o confermato di virus A/H5N1 ad alta patogenicità tra gli uccelli selvatici. Le misure consistono nella definizione di una zona di controllo e una circostante di sorveglianza, attorno ai campioni trovati positivi. Questa divisione in zone considera i fattori geografici, ecologici ed epidemiologici delle aree in questione. Nell’area sotto controllo, devono essere rafforzate le misure di biosicurezza interne all’allevamento, è bandita la caccia degli uccelli selvatici, deve essere aumentata la consapevolezza dei proprietari di pollame, il movimento di pollame è vietato eccetto quello diretto verso i macelli. Inoltre, la spedizione di carne al di fuori della zona è vietata tranne dove i prodotti sono sottoposti ai controlli previsti dalla legislazione europea sugli alimenti. Queste misure sono rivolte a prevenire la diffusione dell’influenza dagli uccelli selvatici al pollame o ad altri volatili in cattività, così come la contaminazione dei prodotti. Comunque, la legislazione comunitaria prevede la possibilità di adattare queste misure alla situazione locale e di concedere deroghe basate sulla valutazione del rischio. Il virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità A/H5N1 è stato isolato in più di 700 uccelli selvatici nell’Unione europea nel 2006. Comunque, i cigni infetti in Baviera sono i primi casi riportati tra gli uccelli selvatici nel 2007. Quest’anno, l’influenza aviaria A/H5N1 è stata confermata in allevamenti di pollame in 3 Stati membri: Ungheria, Regno Unito (in totale tre fattorie tra fine gennaio e inizio febbraio) e nella Repubblica Ceca il 22 giugno. Sono stati infettati solo oche e tacchini.

 

Repubblica Ceca: identificato il virus A/H5N1 in un allevamento di tacchini
La sera del 20 giugno 2007 la Commissione europea è stata informata dalle autorità della Repubblica Ceca riguardo a un focolaio sospetto di influenza aviaria nella regione Pardubicky, distretto di Ústí nad Orlicí, nel centro del Paese. Il focolaio si è manifestato in un allevamento di 6000 tacchini ed è stato individuato in seguito alla morte di 1800 volatili. I test di laboratorio effettuati su campioni prelevati dall’allevamento di tacchini ed esaminati dall’Istituto veterinario di Stato a Jihlava e al Laboratorio nazionale di riferimento a Praga hanno identificato il virus ad alta patogenicità A/H5N1. Inoltre i campioni sono stati spediti al Community Reference Laboratory a Weybridge per conferma. Le autorità ceche stanno già applicando le misure disposte nella direttiva sull’influenza aviaria e nella decisione 2006/415/EC della Commissione riguardanti il sospetto o la conferma della presenza di A/H5N1 nel pollame domestico. Questo comporta la definizione di una zona di protezione del raggio di 3 chilometri e di una zona di sorveglianza di 19 chilometri attorno alla zona infetta. L’area coperta dalla zona di protezione e dalla zona di sorveglianza è classificata come zona ad alto rischio (area A), circondata da una zona a basso rischio (area B) che ha funzione di cuscinetto per le aree del Paese esenti dalla malattia. Le misure in atto comprendono stretti controlli sugli spostamenti, l’obbligo di tenere al chiuso il pollame, il divieto di radunare pollame e altri volatili. Inoltre, saranno rafforzate le misure di biosicurezza interne agli allevamenti. È prevista una decisione della Commissione con cui si definiranno le aree A e B.
 

Casi sospetti anche in Francia e Austria

Il 4 luglio 2007, le autorità francesi e austriache hanno informato la Commissione europea di nuovi casi sospetti di influenza aviaria ad alta patogenicità tra gli uccelli selvatici. La Germania ha confermato casi della malattia in Turingia. Tutti e tre gli Stati membri stanno applicando le misure preventive formulate sotto la legislazione europea. I laboratori nazionali stanno inoltre lavorando intensamente per determinare se i focolai sono stati causati dal virus A/H5N1, e stanno mantenendo stretti contatti con il Community Reference Laboratory for Avian Influenza di Weybridge, nel Regno Unito. Questi ultimi casi tra gli uccelli selvatici seguono quelli confermati per il virus A/H5N1 in due allevamenti di pollame e in cigni selvatici nella Repubblica Ceca, così come i casi di malattia tra gli uccelli selvatici in Baviera e Sassonia registrati nelle settimane passate. Il virus A/H5N1 è stato responsabile di oltre 700 casi di influenza aviaria tra gli uccelli selvatici nell’Unione europea lo scorso anno. In Germania, il laboratorio nazionale di referenza ha confermato l’isolamento del virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità in un esemplare di svasso piccolo (Podiceps nigricollis) in Turingia, vicino al confine con la Sassonia. Le autorità francesi hanno riportato il sospetto della presenza del virus H5 in tre cigni selvatici trovati morti nella Moselle, e nel laboratorio di referenza nazionale stanno portando avanti ulteriori test per confermare il ceppo esatto della malattia. Un sospetto di influenza aviaria ad alta patogenicità è stato riportato anche nel distretto di Gmunden (Alta Austria) basato su segni clinici della malattia tra alcuni uccelli selvatici. Le autorità nazionali austriache hanno inviato campioni prelevati da questi uccelli al laboratorio di referenza nazionale e si aspettano risultati sul ceppo del virus. Germania, Francia e Austria hanno tutte risposto rapidamente ai ritrovamenti, sospetti e confermati, di influenza aviaria altamente patogena tra gli uccelli selvatici e stanno applicando le misure preventive sull’influenza aviaria da virus A/H5N1 ad alta patogenicità negli uccelli selvatici all’interno della comunità, enunciate nella decisione della Commissione 2006/563/EC. Queste misure consistono della definizione di un’area di controllo e di una circostante di monitoraggio attorno ai luoghi in cui si sono ritrovati campioni positivi. Questa divisione in zone considera i fattori geografici, ecologici ed epidemiologici delle aree in questione. Nell’area sotto controllo, devono essere rafforzate le misure di biosicurezza interne agli allevamenti, è bandita la caccia degli uccelli selvatici, deve essere aumentata la consapevolezza dei proprietari di pollame; il movimento di pollame è vietato eccetto quello diretto verso i macelli; inoltre la spedizione di carne al di fuori della zona è vietata, eccetto dove i prodotti sono sottoposti ai controlli previsti dalla legislazione europea sul cibo. Queste misure sono rivolte a prevenire la diffusione della malattia dagli uccelli selvatici al pollame o ad altri volatili in cattività, così come la contaminazione dei prodotti.

 

Oms e industrie farmaceutiche insieme per le scorte globali di vaccino

Il 15 giugno l’Organizzazione mondiale della sanità ha annunciato di star lavorando con i produttori di vaccini per andare avanti verso la creazione di una scorta globale di vaccino contro il virus dell’influenza aviaria A/H5N1. L’annuncio fa seguito alla richiesta fatta in proposito all’Oms da parte dell’Assemblea sanitaria mondiale lo scorso maggio. Inoltre, il 13 giugno l’Oms ha accolto l’annuncio della GlaxoSmithKline, che si è offerta di contribuire alla scorta globale di vaccino diretto contro il virus A/H5N1. L’azienda farmaceutica ungherese Omninvest, la Baxter e la Sanofi Pasteur hanno a loro volta dichiarato di voler rendere disponibili alcuni dei loro lotti di vaccino. “Si tratta di un altro significativo passo avanti verso la creazione di una risorsa globale che possa aiutare il mondo, soprattutto i Paesi in via di sviluppo, in caso di un’epidemia diffusa di influenza aviaria da A/H5N1”, ha dichiarato il direttore generale dell’Oms Margaret Chan. “L’Oms accoglie l’aiuto delle industrie farmaceutiche e sta anche lavorando con diversi Paesi per sviluppare la produzione di vaccini”. C’è comunque ancora da lavorare sui dettagli operativi per pianificare le scorte, tra cui come e in quali condizioni distribuirle, così come gli aspetti regolatori del vaccino. Oltre allo sviluppo delle scorte di vaccino, l’Oms sta predisponendo altre misure per affrontare una possibile pandemia di influenza, tra cui:

  • piani di contenimento rapido per bloccare la pandemia attraverso misure di sanità pubblica (isolamento dei casi, quarantena dei contatti stretti dei casi, igiene personale e misure di distanziamento sociale) e antivirali
  • supporto ai Paesi per aumentare la capacità di produrre vaccini, anche grazie alla ricerca scientifica e alla promozione del trasferimento di tecnologie ai Paesi in via di sviluppo.