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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Notiziario - 20 aprile 2006

H5N1 nei gatti: le implicazioni per la salute pubblica

Quali sono allora le azioni da raccomandare ai proprietari di gatti, qualora sia stata riferita la presenza del virus H5N1 in volatili selvatici? Un articolo di Eurosurveillance rilancia le misure raccomandate dalla Fao nelle zone in cui è stato diagnosticato o si sospetta la presenza del virus H5N1 ad alta patogenicità nel pollame o in volatili selvatici. Leggi l'articolo (in italiano).

 

Fao, Oie: sono soprattutto gli uccelli i veicoli del virus

L'Organizzazione mondiale per la salute animale (Oie) e la Fao confermano che le specie animali coinvolte nella trasmissione e diffusione del virus dell'influenza aviaria ad alta patogenicità H5N1 sono fondamentalmente uccelli domestici e selvatici. Per quanto siano una cinquantina le specie di uccelli non domestici risultate suscettibili all'infezione da parte del virus, i dati epidemiologici attualmente disponibili sembrano indicare che, tra gli uccelli selvatici coinvolti nella diffusione oltre confine del virus, sono le specie acquatiche a giocare il ruolo principale.

I dati epidemiologici e gli studi sperimentali hanno dimostrato che alcune specie di mammifero, specialmente i gatti, potrebbero essere suscettibili al virus. Tuttavia, sulla base dei dati raccolti fin dall'esordio dell'attuale epidemia di influenza aviaria (fine del 2003), i gatti non hanno dimostrato di poter avere un ruolo determinante nella trasmissione del virus in condizioni normali.
L'Oie e la Fao possono quindi confermare quanto ha affermato l'Oms il 28 febbario del 2006, ovvero che «non ci sono attualmente evidenze scientifiche che i gatti possano giocare un ruolo nel ciclo di trasmissione dei virus H5N1». Ciononostante, alla luce della suscettibilità dimostrata da alcuni individui di queste specie, si raccomanda di tenere al chiuso i gatti nelle zone in cui è presente l'infezione o nelle zone di sorveglianza istituite nei pressi di focolai epidemici di influenza aviaria.

 

Egitto, sono 12 i casi nell'uomo secondo le autorità locali

Il ministero della salute egiziano ha riferito all'Oms il dodicesimo caso umano di infezione da virus H5N1 del Paese. Si tratta di una giovane diciottenne del governatorato settentrionale di Minufiyah. La ragazza ha sviluppato i sintomi il 5 aprile ed è stata ricoverata l'11 aprile. Si trova tuttora in ospedale e le sue condizioni sono considerate stabili. Come nel caso delle precedenti infezioni occorse nel Paese, l'infezione della giovane è direttamente collegata allo stretto contatto con volatili infetti. I campioni della paziente, analizzati dal Laboratorio centrale di salute pubblica del Paese, e dall'Unità 3 di ricerca medica navale (Namru-3) del Cairo, sono risultati positivi ad H5N1. Dei 12 casi umani registrati in Egitto, 3 sono risultati fatali, mentre 4 sono tuttora ricoverati. Cinque pazienti si sono ristabiliti completamente e sono quindi stati dimessi.

 

Nuova vittima in Indonesia, un altro caso in Cina

Il ministro della sanità dell'Indonesia ha confermato il trentaduesimo caso umano di influenza aviaria da H5N1 del Paese. Si tratta di un giovane uomo di 24 anni di Tangerang, vicino a Jakarta. Dopo aver sviluppato i sintomi il 29 marzo, il 5 aprile è stato ricoverato in ospedale, dove è morto tre giorni dopo. Sono ancora in corso le indagini per identificare la via di contagio.

 

Il ministero della sanità cinese ha confermato il diciassettesimo caso umano di influenza aviaria da H5N1 del Paese. Si tratta di un ragazzo di 21 anni che faceva il venditore ambulante nella città di Wuhan City, nella provincia di Hubei. Il ragazzo ha sviluppato i sintomi il primo di aprile ed è attualmente ricoverato in condizioni critiche. Si sta ancora indagando su quale possa essere stata la via di contagio. È dal novembre del 2005 che non vengono riportate epidemie fra il pollame nella provincia di Hubei. Anche le persone venute a stretto contatto con lui sono tenute in osservazione.