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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Notiziario - 3 agosto 2006

Piani pandemici regionali: a che punto siamo?

È fissata per il 30 settembre la scadenza per la stesura dei Piani pandemici regionali, che saranno elaborati sulla base delle linee guida indicate dal Piano pandemico nazionale.

Le singole Regioni stanno preparando i rispettivi Piani, ognuna in base alle specificità territoriali e alle proprie esperienze passate. Per esempio, i responsabili sanitari della Regione Emilia Romagna si sono basati in parte sulla bozza di un piano elaborato in passato per fronteggiare l’emergenza Sars. Partendo da questa esperienza, in primo luogo hanno organizzato incontri con gli operatori e hanno impostato i coordinamenti con le singole aziende Usl; poi per la stesura del piano hanno creato tre gruppi di lavoro, divisi a seconda delle aree tematiche di riferimento: un gruppo si occupa di sorveglianza, il secondo degli aspetti tecnologici e il terzo di procedure, protocolli e formazione.

Anche la Regione Veneto sta procedendo alla stesura del proprio Piano: è stata creata una commissione che ha suddiviso il lavoro in una decina di capitoli, affidati a diversi responsabili. Sarà poi un coordinatore a organizzare i diversi contributi.

Passando al Sud, la Regione Calabria ha creato, con un decreto del direttore generale, un’Unità di crisi, che a sua volta ha impostato la metodologia da seguire durante i lavori e ha avviato una ricognizione delle strutture.

Sia da parte di queste Regioni, comunque, sia dalle altre, è stato espresso l’auspicio di una maggiore collaborazione fra le diverse Regioni: secondo i responsabili, infatti, accorpare diverse Regioni in blocchi più ampi porterebbe a una maggiore efficienza e soprattutto a una realizzazione più rapida dei Piani.

 

Ministero della Salute: il consuntivo delle attività 2005/2006

Il 26 luglio 2006 si è svolto l’ultimo incontro dell’Unità di crisi per l’influenza aviaria. Sono state discusse tutte le attività che saranno messe in atto in autunno, periodo delicato da un punto di vista epidemiologico in ragione delle migrazioni di avifauna acquatica proveniente dai territori considerati a rischio. È stato poi fatto il punto sulla situazione internazionale e sulle misure di profilassi sanitaria, sulla base delle linee guida comunitarie.

Le procedure sono state testate nel corso di una recente simulazione, svoltasi in Toscana, Sicilia e Veneto, che ha coinvolto i Servizi veterinari delle Ausl di Treviso, Agrigento e Siena, gli Izs competenti per territorio, nonché le direzioni della Sanità veterinaria delle Regioni coinvolte. Le esercitazioni hanno evidenziato un efficiente livello di organizzazione e una puntuale reazione operativa da parte dei Servizi veterinari sul territorio.

In Italia tutte le misure adottate fino a oggi hanno dato buoni risultati. Infatti, dopo i 19 cigni selvatici ritrovati positivi al virus H5N1 nelle Regioni Puglia, Calabria e Sicilia nello scorso mese di febbraio (per i quali sono state emanate specifiche misure restrittive in conformità alle disposizioni comunitarie), non sono stati registrati altri casi positivi negli uccelli selvatici né tantomeno nel 2006 si sono verificati focolai nel pollame domestico.

 

Regione Marche: la prevenzione nei piccoli allevamenti rurali

Nell’intento di mantenere alto il livello di attenzione nei confronti dell’influenza aviaria e di proseguire nelle azioni di prevenzione già da anni intraprese a livello regionale, il Servizio salute della Regione Marche, in collaborazione con le Zone territoriali Asur e l’Izs Umbria e Marche, ha predisposto un sintetico opuscolo informativo dedicato ai piccoli allevatori di pollame per uso familiare. Il volantino fornisce informazioni sulle misure di prevenzione da adottare negli allevamenti rurali familiari, e indicazioni sulle ulteriori fonti informative esistenti in Regione.

 

Thailandia: primo caso umano del 2006

Il ministero della Salute tailandese ha confermato un caso umano di influenza aviaria da H5N1. Si tratta di un ragazzo di 17 anni del distretto di Thap Khlo, nella provincia settentrionale di Phichit. Il paziente ha sviluppato i sintomi il 15 luglio ed è stato ricoverato in ospedale il 20 luglio, dove è morto 4 giorni dopo.

Il 10 luglio il ragazzo aveva bruciato delle carcasse di polli morti. Questo caso coincide con una ripresa dell’epidemia da H5N1 confermata fra gli animali in questa provincia. Per contenere l’epidemia fra gli animali sono state applicate misure di controllo ed è stata intensificata la sorveglianza nell’uomo. Dalle indagini sul campo non sono emersi segni di malattia respiratoria nelle persone venute a stretto contatto con il ragazzo.

Questo è il primo caso di infezione umana da H5N1 riportato in Thailandia nel 2006.