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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Notiziario - 6 luglio 2006

Lancet: il piano pandemico italiano è adeguato

Uno studio pubblicato lo scorso aprile su Lancet, con l’obiettivo di analizzare lo stato di preparazione e avanzamento dei piani nazionali pandemici in Europa, sulla base dell’analisi di una serie di parametri e indicatori, aveva inserito l’Italia nella terza fascia, quella con il ponteggio più basso. Una lettera, firmata da Marta Luisa Ciofi degli Atti, Caterina Rizzo, Maria Grazia Pompa, Stefania Salmaso e Donato Greco e pubblicata sull’ultimo numero della rivista inglese, sottolinea come quella meta-analisi non rispecchi affatto la situazione attuale.

Il piano italiano preso in esame dallo studio, infatti, era stato pubblicato nel 2002. Un documento quindi superato dalla nuova versione, disponibile dal 6 febbraio 2006. Gli autori della lettera mettono in evidenza come l’aggiornamento rispetti sia le raccomandazioni che la checklist predisposte nel 2005 dall’Oms, adattandole al contesto italiano.

Utilizzando i 169 criteri e le 4 categorie di punteggio identificate dagli autori della meta-analisi, il punteggio complessivo del nostro piano passa così da “basso” ad “alto”. Per quanto riguarda le singole sezioni, “programmazione e coordinamento”, “interventi di salute pubblica” e “comunicazione” risalgono tutti dall’ultima alla prima categoria. I punteggi di “risposta dei servizi sanitari” e “passare all’azione” salgono dal livello “basso” a “intermedio”, mentre quelli relativi a “sorveglianza” e “servizi essenziali” restano invariati (livello “intermedio”).

Il nuovo piano italiano costituisce quindi un miglioramento sostanziale rispetto alla precedente versione del 2002.

 

Oms: la bozza aggiornata del protocollo di risposta rapida

L'Oms ha pubblicato una bozza, aggiornata al 30 maggio 2006, del protocollo di risposta rapida e contenimento della pandemia. Si tratta di un documento non definitivo che sarà aggiornato via via che saranno disponibili nuove informazioni sulla situazione epidemiologica globale in corso. Scarica il documento (in italiano nella traduzione a cura della redazione di EpiCentro).

 

Il punto sull’epidemiologia dei casi nell’uomo

L’ultimo numero di Weekly Epidemiological Record, pubblicato online dall’Oms, presenta i risultati della prima analisi dei dati epidemiologici relativi a tutti i 205 casi nell’uomo di H5N1 confermati dall’Oms, da dicembre 2003 fino al 30 aprile 2006. Anche se la qualità e l’affidabilità delle informazioni raccolte non sono le stesse in tutti i Paesi, è stato comunque possibile giungere a diverse conclusioni:

  • il numero dei nuovi Paesi che hanno registrato casi di aviaria nell’uomo è salito da 4 a 9 dopo ottobre 2005, in seguito alla diffusione di nuovi focolai epidemici tra la popolazione avicola
  • la metà dei casi riguarda giovani sotto i 20 anni. Il 90% dei casi si è verificato in adulti con meno di 40 anni
  • il tasso complessivo di mortalità è del 56%. La mortalità è alta in tutti i gruppi di età, maggiore nelle persone tra i 10 e i 39 anni
  • il profilo di mortalità per gruppi di età è diverso da quello dell’influenza di stagione, dove il tasso di mortalità è più elevato tra gli anziani
  • il tasso complessivo di mortalità è stato più alto nel 2004 (73%). È stato del 43% nel 2005 e del 63% nel 2006
  • i tassi di mortalità, gli intervalli di tempo tra l’esordio dei sintomi e il ricovero e tra l’esordio dei sintomi e la morte suggeriscono che la malattia non è cambiata sostanzialmente tra il 2003 e oggi
  • anche se i casi si verificano praticamente tutto l’anno, in tutti questi ultimi tre anni l’incidenza ha raggiunto il picco nel periodo corrispondente alla stagione invernale e primaverile dell’emisfero settentrionale. Se questa tendenza dovesse confermarsi, si potrebbe assistere a un’impennata dei casi prima del previsto, alla fine del 2006 o all’inizio del 2007.

Per migliorare il monitoraggio della situazione, per effettuare una più corretta valutazione del rischio e gestire al meglio i pazienti affetti da H5N1 è necessaria una raccolta più standardizzata dei dati epidemiologici provenienti dai vari Paesi colpiti e una condivisione tempestiva delle informazioni.