Notiziario - 7 novembre 2005
Il punto della situazione
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Umana
Si apre oggi a Ginevra l'attesa conferenza internazionale sull'influenza aviaria. Obiettivo della riunione, che durerà tre giorni, adottare strategie per contrastare il virus dei polli tra gli animali e prevenire l'avvio di una possibile pandemia nell'uomo. Il summit internazionale è stato promosso dall'Oms, dalla Fao, dall'Oie e dalla Banca Mondiale.
La Cina teme il primo decesso di una persona per influenza aviaria sul suo territorio. Le autorità di Pechino hanno ordinato accertamenti sui resti di una ragazzina di 12 anni morta in ottobre in un'area in cui è stato registrato un focolaio dell'infezione. Si attendono i risultati delle prove di laboratorio per le quali Pechino ha chiesto l'aiuto dell'Oms.
La produzione di Tamiflu sarà potenziata fino a poter curare ogni anno 300 milioni di persone. Lo ha annunciato la Roche, l'azienda che produce l'antivirale considerato la linea del fronte in caso di una pandemia di influenza aviaria nell'uomo. La nuova capacità produttiva sarà raggiunta entro la fine del 2006. La Roche ha anche reso noto di essere stata contattata da 150 potenziali partner per aumentare ulteriormente la produzione, ma di aver portato avanti i colloqui solo con otto aziende e "un certo numero" di governi, tra cui Taiwan e Vietnam. -
Veterinaria
Nuovo caso di esito letale del contagio di un volatile da influenza aviaria in Russia. L'uccello morto è stato trovato in una fattoria a Ozero-Sosnovka, un villaggio degli Urali meridionali nella regione siberiana di Chelyabinsk, dove erano già stati localizzati diversi focolai epidemici. Il ceppo virale identificato nei resti dell'animale è l'H5N1.
Meeting di Ginevra: il documento dell’Oms
Il virus H5N1 dell’influenza aviaria è ormai piuttosto diffuso tra gli animali in Asia ed ha cominciato a raggiungere l’Europa. Fino al 9 novembre, più di 400 esperti di salute umana e animale, esperti di politica sanitaria, economisti e rappresentanti dell’industria sono riuniti a Ginevra per lavorare a un accordo globale sul controllo del virus negli animali domestici e per trovarci preparati a una potenziale pandemia umana.
La malattia provocata dal virus H5N1 dell’influenza aviaria ha portato all’abbattimento di almeno 150 milioni di uccelli negli ultimi due anni. Per il momento, rimane una malattia confinata agli animali, ma l’Oms ha avvertito che il virus H5N1 ha tutto il potenziale per innescare una pandemia influenzale umana.
Nessuno può prevedere il momento o la gravità della prossima pandemia, ma i governi di tutto il mondo stanno prendendo la minaccia sul serio. Una serie di incontri internazionali tenuti nelle ultime dieci settimane hanno fatto da apripista proprio ai lavori del summit di Ginevra, che è stato organizzato dall’Oms, dalla Fao, dall’Oie e dalla Banca mondiale. Lo scopo del meeting è lavorare per raggiungere un consenso globale su come controllare la malattia negli animali. Allo stesso tempo, si lavora anche per prepararsi a una potenziale pandemia influenzale umana.
“Questo virus è molto infido”, ha dichiarato Margaret Chan, direzione generale dell’Oms per la pandemia influenzale. “Non possiamo dire quando o se il virus H5N1 potrà provocare una pandemia, ma non possiamo ignorare i segnali di allarme”. Visto che le pandemie influenzali hanno sempre provocato distruzione economica e sociale, l’Oms ha consigliato i suoi Stati membri di sviluppare per tempo strategie nazionali per fronteggiare un'emergenza per la salute pubblica e di coordinarsi con gli altri Paesi per lo sviluppo dio una risposta efficace.
Il meeting di Ginevra sta affrontando innanzitutto come contenere il virus H5N1 negli uccelli. “C’è ancora la possibilità di ridurre sostanzialmente il rischio di una pandemia influenzale umana innescata dal virus H5N1 attraverso il controllo del virus alla fonte, cioè negli animali”, ha sostenuto Joseph Domenech, responsabile del settore veterinario della Fao. Visto che la Fao si aspetta che l’influenza aviaria raggiunga il Medio Oriente e l’Africa a breve, è essenziale che la comunità globale e i Paesi colpiti mobilitino maggiori risorse per combattere il virus, che si diffonde attraverso gli uccelli migratori, prima che si radichi in nuove regioni.
Rafforzare i sistemi di sorveglianza della malattia in tutto il mondo sarà una delle priorità dell’agenda del summit di Ginevra. Una precoce individuazione e meccanismi di risposta rapida sono essenziali per seguire l’evoluzione del virus H5N1. Per questo, i delegati discuteranno su come rafforzare i servizi sanitari umani e veterinari in modo che ogni caso di infezione (umana o animale) possa essere subito identificato. “Ciò è cruciale per la prevenzione di ogni crisi globale futura associata con malattie animali emergenti potenzialmente trasmissibili all’uomo”, afferma Bernard Vallat, direttore generale dell’Organizzazione mondiale per la salute animale (Oie).
Dopo aver discusso degli sforzi per controllare la malattia a livello animale, rimangono da discutere diversi punti critici collegati alla potenziale malattia umana. Gli incontri degli ultimi mesi hanno identificato diversi temi di preparazione alla pandemia. Per esempio, molti Paesi sono preoccupati della mancanza di accesso a farmaci antivirali e dei metodi antiquati di produzione per i vaccini contro l’influenza umana. La comunicazione con il pubblico è un altro aspetto cruciale della vicenda e sarà tra i temi più trattati durante il summit di Ginevra.
Il meeting cade poco dopo un recente summit di esperti a Ginevra (2-3 novembre), riunitisi per discutere dello sviluppo di vaccini contro la pandemia influenzale. Al momento, si stanno sviluppando almeno dieci vaccini in altrettanti Paesi, attraverso progetti dimostrativi di sviluppo e valutazione soprattutto contro il sottotipo H5N1. I soggetti coinvolti hanno espresso il bisogno di condividere continuamente le informazioni tecniche, un maggior coordinamento internazionale del lavoro per evitare una sovrapposizione degli sforzi e hanno chiesto un aiuto alle iniziative di ricerca sui vaccini nei Paesi in via di sviluppo e l’integrazione della cultura della ricerca scientifica nel contesto della sanità pubblica.
“E’ impossibile esagerare su quanto sia importante la preparazione alla pandemia e quanto sarebbero gravi le conseguenze per il mondo intero se qualcuno degli scenari peggiori sulla pandemia influenzale umana dovesse avverarsi”, ha rivelato James Adams, capo della task force contro l’influenza aviaria della Banca mondiale. Il meeting di Ginevra fornirà un’opportunità ai soggetti coinvolti di mobilitare l’impegno politico dei Paesi e le fonti finanziarie necessarie per fronteggiare questa minaccia globale.
“Per la prima volta nella storia umana, abbiamo la possibilità di essere preparati per una pandemia prima che arrivi”, ha detto Chan. “Agire subito è un dovere della comunità mondiale”.
Banca mondiale: una pandemia potrebbe costare 550 mld $
Una pandemia di influenza aviaria rischia di generare enormi perdite sul piano economico: per i soli Paesi industrializzati potrebbe comportare oneri valutabili nell'ordine dei 550 miliardi di dollari. E' il monito lanciato oggi dalla Banca Mondiale, secondo cui gli studi condotti sulla malattia hanno dimostrato come ogni nuova epidemia su scala globale sia potenzialmente in grado di causare dai centomila ai duecentomila nuovi morti soltanto negli Stati Uniti, che tradotti in termini economici equivarrebbero per quel Paese a perdite comprese tra i 100 e i 200 milioni di dollari. "Se estrapoliamo sulla base dei calcoli per gli Stati Uniti, ed estendiamo la stima a tutti i Paesi ad alto reddito", scrive la Banca Mondiale nel suo rapporto sull'emergenza aviaria, "potrebbero esservi perdite pari a 550 miliardi di dollari. Per il mondo intero, ovviamente", è la precisazione, "le perdite complessive sarebbero significativamente ben maggiori, a causa dell'impatto pandemico sui Paesi in via di sviluppo".
Fao: per combattere l’influenza aviaria servono più finanziamenti
"Per fermare la malattia negli animali sono necessari interventi più
decisi da parte di tutti: i Paesi colpiti, la società civile, il settore
privato e la comunità internazionale". A parlare così è Samuel Jutzi,
direttore della divisione produzione e salute animale della Fao, che ha
preso la parola all'apertura dei lavori della conferenza internazionale
sull'influenza aviaria che si sta svolgendo a Ginevra. "Abbiamo ancora
una possibilità di fermare la malattia a livello animale. Il virus non
si è ancora riassortito, non ha ancora subito mutazioni. Non c'è tempo
da perdere, bisogna intervenire adesso", ha aggiunto. Il problema
centrale è la diffusione del virus H5N1 tra il pollame domestico. Qui i
danni provocati dall'influenza sono enormi. Dal 1996 a oggi sono stati
abbattuti 150 milioni di polli e anatre. Il danno economico sui Paesi
colpiti è stimato in oltre 10 miliardi di dollari. Nel Sud-est asiatico
nel 2004 si è stimato che l'impatto di un singolo focolaio di ampie
dimensioni abbia portato alla riduzione dell'1,5 per cento del Pil. Le
condizioni di vita di circa 200 milioni di piccoli contadini poveri ne
hanno risentito in modo molto pesante.
Per fermare e
limitare la circolazione del virus tra gli animali, e ridurre quindi il
rischio per gli esseri umani, è necessario un programma di investimenti
a livello mondiale, ha detto Jutzi. "Troppa enfasi è stata posta
sull'accumulo di scorte di antivirali, mentre la battaglia contro
l'influenza aviaria a livello animale rimane seriamente sottofinanziata. Questo è inaccettabile", ha aggiunto Jutzi. Per riuscire a
combattere l'influenza aviaria i Paesi dovrebbero rafforzare i loro
servizi veterinari e migliorare la capacità locale a livello di piccolo
allevamento e di mercato. Pratiche come l'isolamento del pollame, buone
norme igieniche negli allevamenti, l'utilizzo di vaccini efficaci, uno
stretto monitoraggio e l'abbattimento tempestivo dei volatili infetti si
sono dimostrate efficaci nelle campagne di controllo della malattia.