Controllo dell’influenza aviaria A(H5N1): preoccupazioni per la salute pubblica
ORGANIZZAZIONE
MONDIALE DELLA SANITÀ
(traduzione libera
a cura della redazione di EpiCentro)
L’attuale epidemia di influenza aviaria H5N1 fortemente contagiosa, che ha coinvolto il pollame di alcune parti dell’Asia, ha avuto effetti immediati e gravi sul settore dell’agricoltura1. Solo in due Stati, il Vietnam e la Tailandia, sono stati riportati alcuni casi umani della malattia, contemporaneamente alla diffusione tra il pollame. Possiamo prevedere che nuovi casi tra le persone possano presentarsi negli Stati dove la malattia si sta rapidamente diffondendo tra il pollame.
Il numero di uomini finora contagiati è molto basso rispetto al numero
degli animali infetti, distribuiti su un’area geografica molto ampia.
Questo potrebbe suggerire che questo tipo di virus H5N1 non infetta
facilmente le persone.
Al momento, non c’è evidenza della trasmissione della malattia da uomo a
uomo. Tuttavia, la persistenza dell’epidemia nel pollame potrebbe
offrire l’opportunità di emergere a un nuovo tipo di virus
dell’influenza, in grado di diffondersi facilmente tra le persone, dando
il via a una nuova pandemia. Se questo evento improbabile dovesse
verificarsi (tre pandemie si sono già succedute nello scorso secolo)
avrebbe conseguenze immediate e molto gravi per la salute mondiale.
Per questo motivo, è necessario mettere in primo piano le preoccupazioni
avanzate per la sanità pubblica relativamente al virus H5N1. Il peso di
eventuali e imprevedibili conseguenze per la popolazione è più alto
delle importanti ma risolvibili perdite economiche.
La trasmissione di malattie dagli animali agli uomini è un evento che si
è già verificato molte volte. Le conoscenze su questo fenomeno, chiamato
“zoonosi”, hanno mostrato che l’applicazione di rigorose misure
preventive per la salute degli animali, imposte dalla necessità di
proteggere la salute umana, hanno spesso generato un ritorno di fiducia
tra i consumatori.2
L’esperienza recente ha anche mostrato che la prevenzione di malattie
generate dalla zoonosi, rivolta a interromperne la diffusione tra gli
animali minimizzando le perdite economiche, deve coordinarsi
strettamente a misure rivolte a ridurre il più possibile i rischi a
lungo termine per la salute umana. Nella situazione attuale,
l’eliminazione della malattia nel pollame ridurrà la presenza del virus
nell’ambiente, diminuendo allo stesso tempo i rischi di esposizione per
le persone. Misure di questo tipo devono essere portate avanti con la
massima urgenza, dando priorità alla protezione della salute umana.
Precedenti epidemie di influenza aviaria associate a infezioni nelle
persone si sono verificate in aree, come Hong Kong e i Paesi Bassi, con
infrastrutture ben sviluppate sia nella sanità pubblica che
nell’agricoltura. Nonostante ciò, l’eliminazione dell’epidemia nel
pollame è stata molto difficoltosa e con costi alti. Entrambe le
epidemie sono state contenute attraverso l’eliminazione di massa degli
animali ammalati, la disinfezione e quarantena delle fattorie, forti
controlli sul commercio dei polli e risarcimenti per gli agricoltori.
La situazione attuale presenta caratteristiche diverse. Il contenimento
dell’epidemia di influenza aviaria è particolarmente complicato nelle
aree dove il pollame può vagare liberamente. In molti degli Stati
coinvolti, l’80 per cento dell’intero pollame viene allevato nei piccoli
cortili delle fattorie, e molte famiglie locali hanno questi animali in
libertà.
Il rischio potenziale è che il virus H5N1 si stabilisca nel pollame di
queste regioni, che potrebbero diventare la base per la sua diffusione
in tutto il mondo. Questa è anche una delle conclusioni raggiunte
durante il convegno tra FAO, OIE e OMS per il controllo dell’influenza
aviaria, svoltosi a Roma il 3 e 4 Febbraio.
Non è disponibile alcun progetto per il controllo degli animali, e
conseguentemente per la riduzione del rischio negli uomini. Negli
ultimi 40 anni, si sono verificate nel mondo 18 epidemie di influenza
aviaria fortemente contagiosa, per la maggior parte causate da gruppi di
virus diversi dall’H5N1. Le conoscenze attuali non permettono
l’identificazione di consigli validi a livello universale per un rapido
recupero delle aree contagiate.
Specifiche misure di controllo devono essere sviluppate per ogni singola
realtà locale, cercando di far collaborare agricoltura e sanità
pubblica. La sfida di eliminare il virus H5N1 dal pollame deve essere
portata avanti dalle autorità con un forte coordinamento. E’ molto
importante anche che venga mantenuta la massima trasparenza nella
segnalazione di nuovi casi della malattia, sia negli uomini che negli
animali.
Nonostante le molte insicurezze, gli esperti concordano nell’affermare
che lo sterminio dei polli ammalati è la prima linea di difesa contro
l’influenza aviaria, per la protezione degli uomini e per prevenire
ulteriori perdite nel settore agricolo. Altre misure, come la
vaccinazione del pollame, possono avere un ruolo di supporto in alcuni
casi, ma solo se portate avanti unitamente a metodi per prevenire
l’ulteriore diffusione dell’epidemia. L’OMS ha più volte sottolineato
l’importanza del fatto che l’eliminazione del pollame venga comunque
portata avanti, in modo da evitare nuovi casi umani. Inoltre,
l’eventuale vaccinazione degli animali non deve ridurre il livello di
attenzione o mettere in secondo piano altre misure di sicurezza.
Per fronteggiare la situazione, l’OMS sottolinea l’importanza di tre
obiettivi strategici: evitare un’epidemia di influenza, interrompere la
diffusione della malattia negli uomini e condurre ricerche per
migliorare la capacità di prevenzione, tra cui l’elaborazione immediata
di un vaccino per gli uomini contro il virus H5N1. L’OMS ha inoltre
emanato un serie di linee guida per minimizzare il rischio di nuovi casi
tra le persone, e rivolte a migliorare il coordinamento a livello
internazionale per fronteggiare la malattia.
1 L’8217;inflenza aviaria è classificata dall’OMS
come una malattia appartenente alla “lista A”. Questa lista include
malattie contagiose “che possono potenzialmente diffondersi rapidamente
attraverso gli Stati, con possibili conseguenze pericolose per
l’economia e la salute mondiale, oltre che per il commercio di animali e
prodotti derivati”.
2 Un esempio è la diffusione dell’encefalopatia spongiforme dai bovini,
conosciuta come malattia della “mucca pazza”, che ha generato una forma
fatale per gli uomini.