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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro

Informazioni generali

La listeriosi è un’infezione causata dal batterio Listeria monocytogenes (L. monocytogenes), generalmente dovuta all’ingestione di cibo contaminato e pertanto classificata fra le malattie trasmesse attraverso gli alimenti (tossinfezioni alimentari).

 

Nonostante evidenze della malattia siano state descritte fin dalla fine dell’800 in diverse specie animali, il batterio fu isolato per la prima volta da Murray nel 1926. Il primo caso umano di listeriosi è stato riportato nel 1929 e il primo caso perinatale nel 1936. Fino al 1960 la listeriosi veniva segnalata raramente mentre, a partire dal 1980, iniziarono a essere segnalati annualmente migliaia di casi in tutto il mondo, a dimostrazione della grande attenzione rivolta a queste infezioni dopo la loro associazione con il consumo di alimenti contaminati.

 

Nei Paesi occidentali la listeriosi rappresenta un problema di sanità pubblica sempre più importante. Seppur meno frequente rispetto ad altre zoonosi (es. salmonellosi e campylobacteriosi), la malattia può manifestarsi con quadri clinici severi e tassi di mortalità elevati, soprattutto in soggetti fragili quali anziani, donne in gravidanza, neonati e adulti immuno-compromessi.

 

Listeria monocytogenes è un batterio patogeno Gram-positivo, non sporigeno e mobile, ubiquitario, ampiamente diffuso nell’ambiente, nel suolo, nell’acqua e nella vegetazione. La sua capacità di crescere e riprodursi a temperature molto variabili (da temperature di refrigerazione sino a 45°C), nonché la sua capacità di tollerare ambienti salati e pH acidi lo rendono un batterio molto resistente a varie condizioni ambientali, incluse quelle che si hanno nella produzione e nella lavorazione degli alimenti. In condizioni favorevoli, L. monocytogenes può crescere nell’alimento contaminato fino a raggiungere concentrazioni tali da causare un’infezione nell’uomo. Per queste sue caratteristiche, L. monocytogenes rappresenta un pericolo per i prodotti pronti al consumo (chiamati ready-to-eat - RTE) e i prodotti con una lunga vita commerciale (shelf-life) mantenuti a temperature di refrigerazione.

 

Gli alimenti principalmente associati alla listeriosi comprendono: pesce affumicato (es. salmone), prodotti a base di carne (paté di carne, hot dog, carni fredde tipiche delle gastronomie), formaggi a pasta molle, formaggi erborinati, formaggi poco stagionati; vegetali preconfezionati e latte non pastorizzato.

 

Poiché L. monocytogenes è considerato un contaminante di filiera, un’adeguata gestione dei processi e degli ambienti produttivi, nonché la corretta manipolazione degli alimenti, rappresentano i cardini della strategia di controllo a tutela della salute pubblica.

 

Sintomi

La listeriosi può assumere diverse forme cliniche, dalla gastroenterite acuta febbrile più tipica delle tossinfezioni alimentari, che si manifesta nel giro di poche ore dall’ingestione (è in genere autolimitante nei soggetti sani), a quella invasiva o sistemica, che nei casi più gravi può portare all’insorgenza di meningiti, encefaliti e gravi setticemie. Nelle forme sistemiche l’incubazione può protrarsi anche fino a 70 giorni.

 

Nelle donne in gravidanza la listeriosi può provocare aborto, morte in utero del feto, parto prematuro e infezioni neonatali. La listeriosi può verificarsi in ogni momento della gravidanza ma è stata più frequentemente documentata durante il terzo trimestre.

 

La listeriosi è causa di malattia grave, associata a un elevato tasso di ospedalizzazione e decessi.

 

Alcuni dati

Con 1876 casi notificati, nel 2020 la listeriosi è stata la quinta zoonosi maggiormente riferita nell’Unione europea e ha interessato principalmente persone ultra 64enni. I dati dell’ultimo rapporto sulle zoonosi redatto da EFSA ed ECDC confermano che, in Europa, la Listeriosi è tra le zoonosi caratterizzate da esiti più gravi, sia in termini di ricoveri ospedalieri che in termini di decessi.

 

Fig 1: Principali zoonosi 2020

 

Fig 2: Principali zoonosi 2020 - Percentuale ospedalizzazioni

 

Fig 3: Principali zoonosi 2020 - decessi (N) e case fatality (%)

 

Sorveglianza della Listeriosi in Europa

La listeriosi è considerata una zoonosi prioritaria in UE. Nel settore umano, il coordinamento della sorveglianza europea è affidata all’ECDC nell’ambito del programma dedicato alle malattie trasmesse da alimenti e acqua (Foodborne e Waterborne Diseases, FWD), attraverso il sistema informatico TESSy al quale i Paesi UE comunicano annualmente i casi di malattia, definiti secondo i criteri della Decisione 2018/945/EU.

 

I dati aggregati sulla listeriosi nell’uomo sono pubblicati annualmente dall’ ECDC in un atlante consultabile on-line e sul Report Europeo One Health sulle zoonosi (EUOHZ), congiuntamente con i dati del monitoraggio nel settore alimentare e animale.

 

Nei Paesi dell’Unione Europea la sorveglianza dei focolai epidemici di listeriosi è regolamentata dalla Direttiva zoonosi (Dir. 99/2003/UE). La raccolta delle informazioni derivanti dalle indagini epidemiologiche dei focolai, comprese le informazioni sui casi di malattia, i veicoli alimentari e le sorgenti di infezioni è coordinata dall’EFSA, che pubblica annualmente i risultati nel report EUOHZ.

 

Le informazioni sui cluster epidemici di listeriosi sono scambiate tra i Paesi, attraverso le reti di allerta europee (EWRS- Early Warning and Response) coordinate dalla Commissione europea. L’ECDC coordina inoltre il sistema EpiPulse che consente di scambiare informazioni epidemiologiche e microbiologiche sui casi attraverso una rete di utenti con competenze tecnico-scientifiche, a supporto delle indagini di cluster e focolai epidemici di listeriosi.

 

Sorveglianza della Listeriosi in Italia

In Italia, la sorveglianza della listeriosi segue il flusso previsto per le malattie infettive previsto dal DM 15/12/1991 e recentemente integrato aggiornato dal decreto 7 marzo 2022 Revisione del sistema di segnalazione delle malattie infettive (PREMAL) e modificato dal decreto 22 luglio.

 

Inoltre, a partire dal 2017 la nota circolare “Sorveglianza e prevenzione della Listeriosi” del Ministero della Salute integra le attività generali di sorveglianza, con ulteriori misure finalizzate a consentire l’identificazione tempestiva dei focolai epidemici e la loro gestione attraverso un approccio integrato One Health.

 

L’Istituto Superiore di Sanità da oltre 20 anni contribuisce alla sorveglianza epidemiologica e microbiologica della listeriosi attraverso la raccolta degli isolati clinici di L. monocytogenes dai casi di malattia nell’uomo e dei dati epidemiologici relativi ai pazienti.

 

Presso l’ISS gli isolati clinici sono sottoposti alla conferma diagnostica e alla caratterizzazione molecolare. A partire dal 2019, gli isolati clinici sono sottoposti di routine al sequenziamento mediante Whole Genome Sequencing (WGS) per la determinazione del sierogruppo, Sequence Typing (ST) Clonal Complex (CC) e Lineage. Gli isolati provengono dai laboratori regionali di riferimento per la sorveglianza clinica o direttamente dai laboratori clinici diagnostici ospedalieri e universitari.

 

I ceppi sequenziati sono sottoposti a un’analisi genomica comparativa finalizzata alla discriminazione del livello di correlazione genetica tra gli isolati ovvero all’identificazione di cluster di ceppi caratterizzati da un elevato grado similarità genetica. I risultati di tali analisi sono raccolti in un database nazionale e sono consultabili in tempo reale da un elenco controllato di utenti indicati dalle autorità competenti regionali attraverso la piattaforma IRIDA-ARIES, ad accesso controllato e protetto. L’integrazione dei dati epidemiologici, genomici e altre informazioni di laboratorio consente di supportare la sorveglianza dei casi di listeriosi e la gestione dei focolai epidemici.

 

Inoltre, la listeriosi rientra nel gruppo di malattie per le quali sono state stabilite, sia negli Stati Uniti che in Europa, reti di sorveglianza sulla sicurezza alimentare con obbligo di denuncia. Queste reti, volte a individuare focolai di infezione e a determinarne la causa, permettono di agire sia ritirando i prodotti dal mercato che adottando le necessarie misure nei confronti degli impianti di produzione e informando la popolazione a rischio.

 

Prevenzione

La migliore strategia per prevenire la listeriosi in ambito domestico prevede l’applicazione delle generali norme di igiene e attenzione previste per tutte le altre tossinfezioni alimentari.

 

Raccomandazioni per il lavaggio e la manipolazione degli alimenti:

  • lavare accuratamente gli alimenti crudi, come frutta e verdura, sotto l’acqua corrente prima di consumarli, sbucciarli, tagliarli o cuocerli
  • pulire la superficie degli alimenti come meloni e cetrioli con una spazzola pulita
  • asciugare i prodotti con un panno pulito o un tovagliolo di carta
  • separare le carni crude dalle verdure e dai cibi cotti e pronti al consumo.

Raccomandazioni per la cucina:

  • lavare le mani, i coltelli, i piani di lavoro, e i taglieri dopo la manipolazione e la preparazione dei cibi crudi
  • mantenere la corretta temperatura di esercizio di frigoriferi e congelatori separando al loro interno gli alimenti crudi da quelli cotti
  • mantenere il frigorifero pulito, lavando frequentemente le pareti interne e i ripiani con acqua calda e sapone liquido
  • cuocere accuratamente e completamente (in profondità) la carne e i prodotti a base di carne crude.

Raccomandazioni per la conservazione sicura degli alimenti:

  • consumare i prodotti precotti, o pronti per il consumo appena possibile
  • non conservare né consumare i prodotti refrigerati oltre la data di scadenza
  • conservare gli avanzi di cibo cotto, nel frigorifero, in contenitori provvisti di coperchi e poco profondi, così da farli raffreddare più velocemente, e consumarli in breve tempo.

I soggetti a rischio, come le donne in gravidanza e le persone immunodepresse, dovrebbero evitare il consumo di:

  • prodotti lattiero-caseari freschi, in particolare formaggi a pasta molle, a breve stagionatura ed erborinati
  • salumi a breve stagionatura
  • pesce fresco affumicato pronto per il consumo
  • preparazioni gastronomiche da consumarsi senza trattamento termico
  • paté di carne freschi.

Trattamento della listeriosi

Data la sua natura batterica, il trattamento della malattia prevede una terapia antibiotica, sia per gli adulti che per i bambini. Una cura antibiotica somministrata precocemente alle donne in gravidanza può prevenire la trasmissione dell’infezione al feto.

 

Valutazione di conformità degli alimenti

Nell’Unione Europea, la garanzia di conformità degli alimenti rispetto ai livelli massimi possibili di contaminazione da L. monocytogenes viene garantita dall’operatore del settore alimentare (OSA) attraverso l’igiene del processo di produzione e di distribuzione degli alimenti basati sulle buone pratiche di lavorazione e attraverso i sistemi HACCP. In tale ambito, il Regolamento CE 2073/2005 e s.m.i prevede per L. monocytogenes, criteri di sicurezza alimentare per applicabili sia in fase di produzione che di commercializzazione agli alimenti pronti al consumo (RTE), per valutarne la conformità all’uso attraverso controlli microbiologici effettuati sia dall’OSA che dall’Autorità Competente.

 

Risorse utili

 

Data di pubblicazione della pagina: 13 ottobre 2022

Data di creazione della pagina: 11 febbraio 2016

Testo scritto da: Laura Camplone, Gianni Ciccaglioni, Alfonsina Fiore, Antonietta Gattuso, Stefano Morabito, Marco Francesco Ortoffi, Gaia Scavia - Dipartimento di Sicurezza Alimentare, Nutrizione e Sanità Pubblica Veterinaria, ISS