La prevenzione del rischio cardiovascolare
Nell’ambito della prevenzione del rischio cardiovascolare sono stati identificati due distinti obiettivi:
-
la diffusione della carta del rischio cardiovascolare;
-
la prevenzione attiva delle complicanze del diabete.
L’intesa
del 23 marzo 2005 ha individuato nella carta del rischio uno
strumento valido per la definizione del rischio cardiovascolare, in
quanto consente di offrire alle persone la conoscenza delle probabilità
di andare incontro, nei successivi dieci anni, a un accidente
cardiovascolare in base alla presenza di fattori di rischio. La
consapevolezza acquisita del possibile aumentato rischio fornisce al
medico occasioni favorevoli per consigliare modifiche dei comportamenti
a rischio.
Regioni e le Province autonome dovranno elaborare i loro progetti entro
il 30 giugno 2005 e potranno scegliere di effettuare “progetti pilota”
per gli interventi la cui efficacia non è ancora pienamente valutata nel
nostro Paese.
Per il settore del cardiovascolare
uno degli obiettivi identificati è la diffusione della carta del rischio
cardiovascolare. Questo strumento consente la stima della probabilità,
per una persona sana tra 35 e 69 anni, di andare incontro a un infarto
del miocardio o un ictus cerebrale nel corso di successivi 5/10 anni in
base alla presenza di alcuni fattori di rischio (età, fumo di tabacco,
colesterolemia totale e livello di HDL colesterolo, valori di pressione
arteriosa sistolica e glicemia). La consapevolezza acquisita del
possibile aumentato rischio fornisce al medico occasioni favorevoli per
consigliare modifiche dei comportamenti a rischio.
La carta del rischio cardiovascolare (www.cuore.iss.it)
è stata messa a punto dall’Istituto superiore di sanità costruendola in
base all’esame di una coorte italiana, evitando quindi di dover
utilizzare parametri stimati in altri Paesi, che a volte non si adattano
bene alla nostra popolazione.
Ogni Regione dovrà provvedere a
individuare l’ambito territoriale di effettuazione del progetto
(Regione, azienda sanitaria locale, distretto o diversa aggregazione
territoriale) e le modalità di coordinamento. Il passo successivo è
rappresentato dall’adozione dell’algoritmo per il calcolo del rischio
globale assoluto (carta del rischio e punteggio cuore.exe) e
dall’individuazione del percorso per la gestione del rischio
cardiovascolare. Tale percorso prevede il coinvolgimento attivo e
l’integrazione di differenti competenze professionali tra cui la
medicina generale e i servizi e le strutture operanti per favorire il
controllo dei fattori di rischio modificabili.
Ogni regione, in base all’ambito territoriale
indicato (medici di medicina generale, le aziende sanitarie), dovrà
stabilire rapporti di collaborazione per la realizzazione del progetto,
per esempio gli accordi con i medici generali. Considerate le esigenze
di standardizzazione dell'approccio e delle misure per una corretta
valutazione del rischio cardiovascolare assoluto, è necessario che
questa operazione sia accompagnata da un’adeguata formazione che
conterrà non solo gli aspetti relativi alla valutazione del rischio
cardiovascolare globale, ma anche quelli relativi alla sua gestione. In
particolare dovranno essere inclusi nel programma la terapia
educazionale e il colloquio motivazionale breve, senza tralasciare la
scelta di terapie farmacologiche appropriate, quando necessarie, e il
monitoraggio dell'aderenza a queste terapie.
Nella formulazione dei progetti regionali, il Ccm
raccomanda di seguire le indicazioni del progetto Cuore (vedi relativo
allegato tecnico, sito Ccm). È stata preparata una vasta
documentazione, accessibile sul
sito del progetto Cuore, da cui è possibile scaricare anche il
programma per il calcolo del rischio, cuore.exe.