Prevenzione, tradurre gli obiettivi nazionali in azioni locali
Alberto Perra - Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute, Cnesps-Iss
16 giugno 2016 - Il Piano nazionale di prevenzione 2014-2018 (Pnp) ha visto ufficialmente la luce con l’Intesa Stato-Regioni di novembre 2014. Un po’ in ritardo rispetto ai tempi previsti anche a causa della grande mole di lavoro che ha coinvolto ministero della Salute e Regioni, e che ha portato all’inserimento all’interno del Pnp dei principi e della visione per lo sviluppo della prevenzione per il quinquennio. In tal senso il Piano identifica 10 macro-obiettivi che definiscono l’ambito della prevenzione, 73 obiettivi centrali e 139 indicatori.
Questo lavoro preparatorio si è reso necessario per costituire una base solida, e soprattutto condivisa, per il successivo sviluppo dei Piani regionali di prevenzione (Prp). Durante il semestre successivo all’Intesa, le Regioni hanno lavorato intensamente per scrivere il proprio Piano, cogliendo alcune sfide importanti per la programmazione in campo sanitario. In particolare le Regioni hanno lavorato alla definizione di programmi locali mirati al raggiungimento degli obiettivi del Pnp, attraverso la realizzazione di azioni e progetti quanto più possibile basati su prove di efficacia.
Salute in tutte le politiche
In attesa che la strategia europea di “Salute in tutte le politiche” (Health in all Policies) diventi operativa anche nel nostro Paese, le Regioni hanno studiato e, in parte applicato nei propri Piani, strategie inter e multisettoriali, che coinvolgono non soltanto gli attori del sistema pubblico (come la scuola), ma anche quelli del settore privato, come le associazioni no profit, che diventano a pieno titolo stakeholder e co-responsabili della buona riuscita del piano di prevenzione.
Le disuguaglianze
Un altro aspetto che si impone all’attenzione dei pianificatori regionali riguarda le disuguaglianze che, se non debitamente considerate, possono acuirsi. Per questo motivo i piani regionali ne hanno fatto un passaggio metodologico importante che ha previso una prima fase di identificazione (attraverso basi di dati e sistemi di sorveglianza) e una fase operativa, di contrasto, attraverso azioni specifiche (che, nei fatti, richiedono uno spostamento di risorse verso i gruppi soggetti a disuguaglianze).
Gli indicatori
Oltre gli obiettivi, i Piani regionali contengono una lunga lista di indicatori, alcuni definiti “sentinella”, per la loro particolare importanza nel monitorare i progressi delle azioni e dei progetti di ciascun Prp. Si tratta di un progresso importante nel promuovere l’accountability (ovvero rendere visibili le responsabilità) di chi usa le risorse pubbliche per costruire salute (o per fare prevenzione).
Per tutti la sfida è arrivare alla fine del 2018 con i 139 indicatori che mostrino, per la prima volta ai cittadini, che i Piani di prevenzione hanno prodotto dei benefici di salute aumentando la prevenzione e diminuendo il carico di malattie.
I Piani regionali
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Calabria: leggi l’approfondimento “Salute in tutte le politiche: il leitmotiv del Prp della Calabria” a cura di Caterina Azzarito, Dario Macchioni, Eduardo Malacaria, Anna Domenica Mignuoli (Regione Calabria, Dipartimento tutela della Salute e politiche sanitarie)
- Emilia-Romagna: leggi l’approfondimento “Equità e intersettorialità per collegare centro e territorio”, a cura di Adriana Giannini (Regione Emilia-Romagna)
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Friuli Venezia Giulia: leggi l’approfondimento “Un piano a breve termine per un investimento a lungo termine: il Piano regionale prevenzione del Friuli Venezia Giulia”, a cura di Clara Pinna - direzione centrale Salute, integrazione sociosanitaria e politiche sociali, Regione Friuli Venezia Giulia
- Lazio: leggi l’approfondimento “Coordinamento e intersettorialità alla base di un quadro strategico di quinquennio”, a cura di Massimo Oddone Trinito (Gruppo di Coordinamento regionale Prp)
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Liguria: leggi l’approfondimento “Prevenzione life-course e intersettorialità: le parole d’ordine della Regione Liguria”, a cura di Ilaria Cremonesi (Regione Liguria)
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Lombardia: leggi l’approfondimento “Dalla Lombardia, un approccio per setting e ciclo di vita” a cura di Maria Gramegna - UO Prevenzione, Direzione Generale Welfare, Regione Lombardia
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P.A. Trento: leggi l’approfondimento “Vivere in buona salute e aumentare l’equità: la ricetta del Trentino” a cura di Pirous Fateh-Moghadam e Mariagrazia Zuccali (P.A. di Trento).
- Piemonte: leggi l’approfondimento “Costruire una “casa comune” della prevenzione”, a cura di Gianfranco Corgiat Loia (Regione Piemonte)
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Sicilia: leggi l’approfondimento “La prevenzione come sistema armonico: il Piano regionale della Sicilia”, a cura di Salvatore Requirez (Regione Sicilia)
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Toscana: leggi l’approfondimento “Intersettorialità, condivisione degli obiettivi ed evidence-based prevention: gli ingredienti del Prp della Regione Toscana” a cura di Piergiuseppe Calà (Regione Toscana), Caterina Silvestri e Nadia Olimpi (Agenzia regionale di sanità della Toscana)
Risorse utili
- il “Documento di indirizzo per l’attuazione delle linee di supporto centrali al Piano nazionale della prevenzione 2014-2018” (pdf 340 kb)
- il Piano nazionale della prevenzione pubblicato il 14/11/2014 (pdf 6,8 Mb)