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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro


Sorveglianza e prevenzione dell'obesità

Nel Rapporto 2002 sulla salute nel mondo, l'Oms annovera sovrappeso e obesità fra i principali fattori di rischio per lo sviluppo di malattie croniche come le malattie coronariche e cerebrovascolari, il diabete di tipo 2, l'osteoporosi e alcune forme di cancro.

 

Negli ultimi decenni, sovrappeso e obesità sono diventati un problema di salute pubblica di proporzioni epidemiche nei Paesi occidentali. In Italia ne soffrono 4-5 abitanti su 10, con tassi che sono ancora più elevati nelle regioni meridionali e che tendono ad aumentare. Il fenomeno non risparmia i bambini, soprattutto al Sud, con una prevalenza che è tra le più alte d'Europa: questi dati sono particolarmente preoccupanti, perché un bambino obeso è probabile che lo sia anche da adulto.

 

Accanto all'alimentazione sregolata, uno dei fattori che favoriscono maggiormente sovrappeso e obesità è la sedentarietà, che caratterizza lo stile di vita di molti adulti e bambini. Secondo l'Istat, nel 2002 soltanto il 20% della popolazione dai 3 anni in su praticava con continuità una o più attività sportive, mentre il 10% vi si dedicava saltuariamente. Inoltre, circa il 29% ha dichiarato di svolgere qualche attività fisica come andare in bicicletta, nuotare o fare passeggiate, pur non praticando regolarmente alcuno sport.

 

La quota di sedentari è risultata quindi pari al 41%, per un totale di quasi 23 milioni di persone. Le donne sono più sedentarie degli uomini (47% contro 35%), gli anziani più dei giovani. Solo una piccola parte della popolazione italiana ha dichiarato di fare attività fisica secondo i livelli minimi raccomandati (30 minuti di attività moderata almeno 5 giorni alla settimana, oppure 20 minuti di attività intensa 3 o più volte alla settimana).

 

Le conseguenze sono serie, sia in termini di riduzione delle aspettative di vita, sia di malattia o invalidità a causa delle patologie associate all'obesità. Anche le conseguenze economiche sono pesanti: non solo si ha una riduzione della produttività, ma anche un aumento delle spese per l'assistenza e la previdenza.

 

Per far fronte al problema, l'Oms ha recentemente sviluppato una Strategia globale su dieta, attività fisica e salute, con una serie di raccomandazioni per i governi e le diverse parti coinvolte. Tra le raccomandazioni, ci sono l'aumento del consumo di frutta e verdura, la sostituzione dei grassi animali insaturi con quelli vegetali insaturi, la riduzione della quantità e delle proporzioni di grassi, sale e zucchero e l'attività fisica giornaliera.

 

Anche per l'Unione europea nutrizione, attività fisica e obesità rientrano tra le priorità chiave della politica sanitaria, come indicato nel programma di azioni 2003-2008.

 

In Italia, con l'Intesa Stato-Regioni e Province autonome del 23 marzo 2005 è stato deciso di attuare il Piano nazionale della prevenzione 2005-2007, in cui l'obesità è indicata fra i principali problemi di salute, soprattutto quando interessa bambini e donne in età fertile.

 

Il Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie, che ha il compito di individuare le linee operative con cui stendere i diversi piani d'azione locali, ha messo a punto una strategia di intervento per la prevenzione dell'obesità che ha due obiettivi principali:

  • disporre di informazioni su obesità e sovrappeso, pattern nutrizionali e di attività fisica della popolazione italiana in età infantile e adulta
  • pianificare, a livello regionale e locale, interventi che mirino a migliorare la nutrizione e a promuovere l'attività fisica presso la popolazione, particolarmente per le donne in età fertile e i bambini.

Per attuare la strategia è necessario istituire una rete di enti e istituzioni che condividano questi obiettivi e definiscano ruoli, regole, modalità di azione e valutazione. Progettazione, pianificazione e valutazione delle diverse iniziative in merito dovranno coinvolgere non soltanto le istituzioni nazionali, ma anche gli amministratori locali, le famiglie, la scuola, i servizi sanitari e sociali, i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, le associazioni non governative, i mass media, i centri riabilitativi e terapeutici, le strutture residenziali, i club sportivi e sociali, i produttori e le reti di distribuzione di prodotti alimentari, le strutture di ristorazione.

 

Documenti e link
 

Intesa Stato-Regioni e Province autonome del 23 marzo 2005

 
Piano nazionale della prevenzione 2005-2007

Rapporto Oms sulle malattie croniche: pubblicato nel 2005, individua i fattori di rischio delle malattie croniche prevenibili. Tra i più importanti, una dieta poco sana e la sedentarietà.

 

Strategia globale su dieta, attività fisica e salute: presentata nel maggio 2004 dall'Oms, contiene indicazioni preventive su come evitare i principali fattori di rischio per la salute umana attraverso un'alimentazione corretta e una regolare attività fisica.

 

Programma di azioni 2003-2008: elaborato dall'Unione europea per contribuire alla realizzazione di un elevato livello di protezione della salute in Europa, è focalizzato sull'informazione, sulla prevenzione delle malattie e sulla capacità di reazione di fronte alle minacce per la salute.

 

Rapporto 2002 sulla salute nel mondo: stilato dall'Oms, descrive l'incidenza nel mondo di malattie, handicap e morti attribuibili ai principali fattori di rischio per la salute umana.

 

Link

EpiCentro - argomento di salute sull'obesità

 

EpiCentro – grandetema malattie croniche


Campagna sulla corretta alimentazione: sezione del sito del ministero della Salute italiano, con numerosi dati sulla situazione dell’obesità nel nostro Paese e sugli interventi che si intende attuare.

 

Oms: pagine dedicate all’obesità e ai problemi di sovrappeso.

Cdc: sezione dedicata all’obesità.