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Rabbia in Francia: valutazione del rischio dell’Ecdc a seguito della conferma di rabbia in un cane

(Traduzione e adattamento a cura della redazione di EpiCentro,

revisione a cura di Stefania Salmaso, direttore del Cnesps)

 

 

Le autorità francesi hanno comunicato ai loro partner dell’Unione europea che è stato confermato un caso di rabbia in un cane nel febbraio 2008. L’Ecdc ha emesso a questo proposito un documento di valutazione del rischio: “Identification of a rabid dog in France, infected by another dog who was in contact with a dog illegally introduced from Morocco” (pdf 42 kb).

 

La segnalazione

Il 27 febbraio 2008 le autorità francesi hanno informato le autorità sanitarie nazionali degli altri Paesi dell’Unione europea, tramite il sistema di comunicazione riservato Early Warning and Response System (Ewrs), che in un sobborgo di Parigi un cane domestico era stato confermato come infetto da virus della rabbia e poi abbattuto.

 

Le indagini successive hanno identificato una probabile catena di trasmissione che ha coinvolto altri due cani, anche loro soppressi. Il primo cane identificato era stato introdotto illegalmente nell’Unione europea dal Marocco il 20 ottobre 2007, portato in automobile dai proprietari attraverso il Portogallo e la Spagna e arrivato in Francia il 28 ottobre. Secondo la ricostruzione, il secondo cane sarebbe stato contagiato in Francia dal primo e avrebbe a sua volta contagiato quello che ha poi fatto scattare l’allarme. Le analisi, effettuate solo sul terzo cane, hanno confermato la diagnosi di rabbia; per i primi due animali i sintomi clinici sono stati ritenuti compatibili con la rabbia.

 

Aree e periodi a rischio

Il periodo a rischio di trasmissione della rabbia inizia dal primo giorno in cui i virus vengono eliminati dall’animale infetto e può proseguire anche oltre il primo caso per ulteriori casi secondari tra gli animali.

 

Secondo le autorità francesi, per il primo dei tre cani in questione il periodo di escrezione virale è stato dal 1 novembre al 12 novembre 2007, per il secondo cane dal 15 dicembre 2007 al 5 gennaio 2008 e per il terzo cane dal 1 al 19 febbraio 2008.

 

Le autorità francesi hanno segnalato con un comunicato (pdf 62 kb) le aree della Francia e i relativi periodi a rischio in base agli spostamenti dei tre cani: il paese di Montestruc-sur-Gers e dintorni (nel Dipartimento Gers) dal 1 novembre 2007 in poi, il paese di Grandpuits e dintorni (nel Dipartimento Seine-et-Marne), dal 15 dicembre 2007 in poi e la città di Lisieux e dintorni (nel Dipartimento Calvados) dal 15 dicembre 2007 in poi.

 

In Portogallo le uniche informazioni sugli spostamenti del cane proveniente dal Marocco indicano che ha passato con i proprietari 3 giorni, compresi fra il 20 e il 28 ottobre 2007, su una spiaggia non identificata. Per quanto riguarda la Spagna, invece, i proprietari del cane hanno dichiarato di non aver effettuato soste durante il viaggio in automobile verso la Francia.

 

Le valutazioni di rischio dell’Ecdc per Francia, Spagna e Portogallo

Secondo un rapporto (pdf 502 kb) dell’Oms, il periodo di incubazione per la rabbia umana varia fra 2 settimane e 6 anni, con una media di 2-3 mesi. In caso di esposizione umana al virus della rabbia, la profilassi post esposizione, in assenza di sintomi, può evitare la morte, altrimenti probabile.

 

In Francia, come riferisce un articolo di Eurosurveillance pubblicato nel 2004, erano stati già segnalati casi di rabbia in cani introdotti illegalmente, anche dal Marocco. Il ministero dell’Agricoltura francese ha dichiarato che la Francia non si può più considerare un Paese libero dalla rabbia: l’esistenza di una catena di trasmissione fra cani ha comportato un aumento generale del rischio di esposizione umana al virus della rabbia nelle aree e nei periodi indicati.

Nei casi in esame, comunque, le aree e i periodi a rischio sono ben identificati, e dopo il 19 febbraio 2008 (data della morte del terzo cane contagiato) la catena della trasmissione è stata delineata e interrotta: il rischio di esposizione umana è perciò diminuito. In attesa di ulteriori informazioni, nelle aree identificate si può ancora considerare presente un basso rischio residuo di esposizione umana.

 

Nelle aree a rischio sono state prese misure per ridurre il rischio residuo per l’uomo limitando le ulteriori possibili trasmissioni fra gli animali. Chiunque sia stato morso, graffiato o leccato intorno agli occhi, alla bocca o a una ferita aperta da qualunque animale nelle aree indicate è considerato a rischio di essere entrato in contatto con il virus della rabbia, e perciò è invitato a contattare le autorità sanitarie: sarebbe utile la profilassi post esposizione.

 

In Spagna, in base alle informazioni disponibili, non ci sono indicazioni di un rischio specifico per l’esposizione umana al virus della rabbia.

 

In Portogallo, alla data del 10 marzo 2008, non ci sono prove di esposizione umana alla rabbia fra il 22 e il 28 ottobre 2007. Per precauzione, comunque, l’Ecdc ha riportato nel suo documento (pdf 42 kb) la foto del cane, in modo che chi ci fosse entrato in contatto nel periodo indicato possa contattare le autorità sanitarie. In base alle informazioni disponibili, inoltre, l’Ecdc non ha indicazioni della presenza di un rischio residuo in Portogallo di esposizione umana alla rabbia per contatti con altri animali dopo che il cane in questione ha lasciato il Paese.

 

Scarica il documento dell’Ecdc (in inglese, pdf 42 kb).