Aspetti epidemiologici
In Italia
In Italia dagli anni Settanta agli anni Novanta la febbre tifoide ha avuto un evidente declino, passando da più di 6600 casi nel 1976 a 662 del 1998. Nel 2000 i tassi di incidenza più elevati della malattia si sono registrati in Puglia, Campania, Basilicata e Lazio. In particolare in Campania, come già in passato, la febbre tifoide è più frequente che nel resto d’Italia. La diffusione della malattia nella Regione è comunque in diminuzione e negli ultimi anni non sono stati segnalati particolari focolai epidemici. Non è osservabile alcun incremento della malattia in relazione alla recente emergenza dei rifiuti.
In Europa
Per il 2017, 22 paesi hanno segnalato un totale di 1 098 casi di febbre tifoide e paratifoide. Il tasso di notifica UE / SEE era di 0,28 casi per 100.000 abitanti. Sette paesi non hanno segnalato alcun caso: Cipro, Cechia, Islanda, Lettonia, Malta, Romania e Slovenia. Francia, Italia e Regno Unito (Regno Unito) rappresentavano il 61,2% di casi, con il solo Regno Unito che rappresenta il 29,7%.
Anche la Francia e il Regno Unito hanno riportato i tassi di notifica più elevati, rispettivamente 0,62 e 0,5 casi per 100.000 abitanti. Dei 798 casi confermati con informazioni disponibili, 725 (90,9%) erano legati al viaggi in paesi al di fuori dell'UE / SEE. India e Pakistan sono state le due destinazioni più visitate.
Nel mondo
La febbre tifoide è diffusa in tutto il mondo, ma negli gli ultimi dieci anni Asia, Africa e America latina sono diventate aree a maggior rischio rispetto alle altre. Minore diffusione della malattia si registra nelle regioni altamente industrializzate come America settentrionale, Australia, Giappone ed Europa occidentale.
Particolarmente a rischio sono considerati i Paesi dell’Africa settentrionale, il Perù e l’Asia meridionale, ma in generale la febbre tifoide continua a rappresentare una malattia ad alta morbosità e letalità per la maggior parte dei Paesi tropicali.
In tutto il mondo, si stima che 11-20 milioni di persone si ammalino di tifo e ogni anno muoiano tra 128.000 e 161.000 persone.