Airtum 2007. Tumori: aumenta la sopravvivenza in Italia
Una monografia, pubblicata nel 2007 dalla rivista “Epidemiologia e prevenzione” (n.1, vol. 31, 2007) e curata da Stefano Rosso del Centro di prevenzione oncologica di Torino, esamina la situazione della sopravvivenza ai tumori in Italia, in base ai dati dell’Associazione italiana registri tumori (Airtum).
I risultati mostrano che oggi in Italia la sopravvivenza relativa standardizzata a cinque anni dalla diagnosi è del 45,7% negli uomini e del 57,5% nelle donne, per tutti i tumori esclusi i carcinomi della cute.
Questi dati rappresentano un aumento rispetto al 1985 di circa il 15%, mentre per la sopravvivenza a dieci anni il miglioramento è circa del 6%. Il miglioramento è attribuito alla maggiore disponibilità di terapie efficaci e alla diffusione dei programmi di screening in varie zone d’Italia.
Ci sono però differenze dal punto di vista geografico: in genere, la sopravvivenza al Nord e al Centro è più alta di circa il 10% rispetto al Sud.
In media i dati italiani sono in linea con quelli degli altri Stati europei, ma non ancora ai livelli degli Stati Uniti.
La percentuale di sopravvivenza dipende in modo significativo dal tipo di tumore: i piĂą mortali
sono i mesoteliomi (8,2%), i tumori dell’esofago (11,5%), del fegato (10,5% per gli uomini e 11,6% per le donne), delle vie biliari (13,7%), del pancreas (5,1% per gli uomini e 7,8% per le donne), del polmone (11,9% per gli uomini e 15,3% per le donne) e dell’encefalo (18,9% per gli uomini e 20,4% per le donne).
Le prospettive di sopravvivenza migliori, invece, sono per i tumori al labbro (89,5%), i melanomi della pelle (79% per gli uomini e 87% per le donne), i tumori della mammella (82,6%), del corpo dell’utero (75,9%), della prostata (78,5%), del testicolo (88,1%), della tiroide (79,1% per gli uomini e 88,1% per le donne) e i linfomi di Hodgkin (80%).