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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Incidenza e mortalità, 2003-2005: i nuovi dati Airtum

Un documento dell’Associazione italiana registri tumori (Airtum) aggiorna al 2005 i dati sull’incidenza e sulla mortalità per patologia tumorale in Italia. Lo studio si basa sui dati raccolti dai 25 Registri tumori della rete Airtum, che complessivamente copre il 30% della popolazione residente nel Paese.

 

L’incidenza

Il numero dei casi di tumore diagnosticati ogni anno nel nostro Paese è in aumento: ciò è dovuto sia al fatto che la popolazione invecchia, sia all’effetto causato della diagnosi precoce. Le stime parlano di 250 mila nuove diagnosi di tumore nelle persone fino a 84 anni di età nel corso del 2008 (circa 132 mila negli uomini e 122 mila nelle donne). I dati indicano una media di circa 7 casi di tumore ogni 1000 uomini e di circa 5 ogni 1000 donne, nel triennio 2003-2005. Tra il 1993 e il 1995 i casi osservati erano stati inferiori sia per gli uomini (6,19 ogni 1000) sia per le donne (4,8 ogni 1000).

 

Non tutti i tumori sono, però, in aumento: di fatto, se si escludono l’effetto invecchiamento e i tumori di mammella, cervice, colon retto e prostata - per cui esistono programmi di screening organizzato, e quindi sono spesso diagnosticati precocemente - il numero di tumori diagnosticati ogni anno è in diminuzione (con alcune eccezioni, come il cancro del polmone tra le donne).

 

Le neoplasie più diffuse

Per gli uomini di età superiore ai 45 anni, il tumore che viene diagnosticato più spesso è quello della prostata (18,5% dei nuovi casi) superando il cancro al polmone, in costante diminuzione. Nelle donne, 1 caso su 3 dei tumori di nuova diagnosi riguarda la mammella e, tra le neoplasie più frequenti, emerge quella del polmone. Se si considera l’intera popolazione, il tumore in assoluto più frequente, dopo gli epiteliomi cutanei, è quello del colon retto.

 

La mortalità

In generale la mortalità per il complesso dei tumori è in diminuzione, anche se l’invecchiamento della popolazione nasconde il fenomeno: si è passati infatti dai 311,4 decessi annuali ogni 100 mila abitanti del periodo 1993-1995 ai 266,5 del 2003-2005. Se, però, si tiene conto dell’effetto dell’invecchiamento della popolazione, il numero dei decessi per tumore nel periodo 2003-2005 si riallinea con quello relativo al 1993-1995: circa 310 decessi all’anno ogni 100 mila abitanti.

 

I tumori che hanno causato più decessi nel periodo 2003-2005 sono stati per gli uomini quelli del polmone (27,6%), del colon retto (10,7%) e della prostata (8,5%), mentre per le donne il tumore della mammella (16,3%) seguito da quelli del colon retto (11,9%) e del polmone (10,3%).

 

Confronti geografici

In Italia, il rischio si va uniformando, nonostante rimangano alcune differenze geografiche: al Sud, il rischio di ammalarsi e di morire di tumore è infatti ancora minore rispetto alla Regioni del Centro e del Nord.

 

Se si confrontano i dati italiani con quelli degli altri Paesi dotati di una rete di registrazione dei tumori, risulta che per gli uomini sia la frequenza sia la mortalità per tutti i tipi di tumore è sovrapponibile a quella rilevata nei Paesi dell’Europa settentrionale e negli Stati Uniti. Per le donne, invece, sembra valere ancora un modello “mediterraneo”, grazie al quale sia l’incidenza sia la mortalità sono leggermente inferiori (con la sola eccezione del tumore dello stomaco).

 

Visita il sito dell’Airtum e scarica il documento originale pubblicato sulla rivista Epidemiologia & Prevenzione.

 

Data di creazione della pagina: 28 maggio 2009