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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Allattamento e salute mentale



È on line sul sito del Ministero della Salute il position statement “Allattamento e promozione della salute materno-infantile: focus sulla salute mentale”, elaborato dal Tavolo Tecnico operativo interdisciplinare per la promozione dell’Allattamento del Ministero della Salute (TAS) e dall’UNICEF Italia, con il contributo di Società Italiana di Psichiatria (SIP), Società Italiana di Neurologia (SIN), Lega Italiana contro l’Epilessia (LICE), Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA), Ordine Psicologi del Lazio.

 

Il documento, prioritariamente destinato alle professioniste e ai professionisti della salute mentale, si concentra sul delicato periodo della transizione alla genitorialità che rappresenta un momento trasformativo sensibile all’interno del ciclo di vita individuale e famigliare. Questa fase, infatti, porta in sé sia la potenzialità di un cambiamento positivo, grazie alla capacità di integrare nel proprio sé il ruolo di genitore da poco acquisito, sia la possibile difficoltà a compiere tale integrazione, col rischio di manifestare qualche forma di disagio emotivo o relazionale.

 

Secondo i dati più recenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, in questo periodo 1 donna su 5 è affetta da un problema di salute mentale. Tuttavia, un disturbo mentale materno non rappresenta di per sé una controindicazione all’allattamento. Se una donna ha necessità di assumere una terapia psicofarmacologica in gravidanza o nel periodo postnatale è importante che il professionista sanitario offra una valutazione rischio/beneficio sull’allattamento per consentirle di scegliere in modo consapevole e che successivamente la supporti nella sua scelta (NICE CG192).

 

Il documento è suddiviso in 8 capitoli, ognuno dei quali focalizzato sui diversi aspetti della salute materno infantile nel periodo perinatale: allattamento e relazione madre-bambino/a, allattamento e promozione dello sviluppo del bambino/a, allattamento e salute mentale, allattamento e farmaci neurotropi, percorsi formativi sull’allattamento.

 

Allattamento, relazione madre-bambino e sviluppo del bambino

È noto che il periodo che va dal concepimento ai primi 2 anni di vita è fondamentale per lo sviluppo fisico e neuropsicologico del bambino. Per favorire uno sviluppo armonico, i bambini nei loro primi 1000 giorni hanno bisogno di un ambiente sicuro, protettivo e amorevole, di nutrizione e stimoli adeguati necessari all’apprendimento da parte dei genitori e dei caregiver. Nel contesto della Nurturing Care Framework, cioè delle “cure che nutrono”, l’allattamento non rappresenta solo una fonte di nutrimento ma attraverso la creazione di una relazione intima tra madre e bambino promuove lo sviluppo cognitivo, emotivo e fisico del bambino. In particolare, il contatto precoce pelle a pelle e il contenimento del neonato ne favoriscono il benessere immediato, come dimostrato dalla Kangaroo mother care (KMC), un intervento di comprovata efficacia per prendersi cura fin dai primi istanti dei neonati prematuri, che si associa a minore mortalità e morbosità per il bambino, ma anche a maggiore benessere per la madre rispetto alle cure convenzionali.

 

Nella cura del bambino diventa fondamentale promuovere il ruolo del partner nel sostegno alla diade madre-bambino, nell’allattamento e in tutte le attività finalizzate al raggiungimento degli obiettivi di salute del bambino, nonché nella costruzione di un legame affettivo di qualità, che abbia le caratteristiche della genitorialità responsiva.

 

È particolarmente importante che il partner si informi già prima della nascita sull’allattamento e sulle possibili difficoltà che l’arrivo di un neonato comporta.

 

A questo proposito, è attivo il progetto europeo 4E-PARENT sul coinvolgimento concreto dei padri fin dalla gravidanza, presentato a gennaio 2023 nel Kick off Meeting “Essere padri, prendersi cura”. L’iniziativa, che vede l’ISS capofila, intende promuovere una genitorialità equa e responsabile di tutti i genitori, compresi quelli dello stesso sesso, attraverso la messa in discussione degli stereotipi di genere che rendono difficile lo sviluppo di una mascolinità accudente e di una genitorialità ampia e soddisfacente per tutte le componenti della famiglia.

  • maternity blues
  • depressione postpartum (DPP)/ disturbi di ansia
  • disturbo ossessivo compulsivo (DOC)
  • psicosi puerperale.

Il maternity blues è una condizione di tristezza, facilità al pianto, irritabilità e affaticamento, disturbi del sonno e dell’appetito. Si tratta di uno stato fisiologico, che tende a risolversi spontaneamente entro 2 settimane dal parto e che coinvolge il 50-80% delle puerpere. Nonostante vada considerato un fenomeno fisiologico, bisogna ricordare che le donne con maternity blues hanno un rischio tre volte maggiore di sviluppare la DPP che, se non intercettata e adeguatamente trattata, può destabilizzare l’equilibrio psicofisico della donna, alterare il funzionamento della coppia e condizionare la costruzione dell’identità del bambino. Nel mondo occidentale si stima che la DPP colpisca circa il 10-15% delle donne che partoriscono, con un esordio nel 75% dei casi entro i primi sei mesi dal parto e un rischio di ricaduta per le gravidanze successive in circa 1/3 delle donne. Un aspetto problematico è che, a causa dello stigma, spesso le donne non chiedono aiuto per la DPP, che non è riconosciuta come tale e quindi non viene trattata adeguatamente dalle professioniste e dai professionisti sanitari. Per tali ragioni, sarebbe opportuno che lo screening della DPP e dei fattori psicosociali che aumentano il rischio di andare incontro a questa patologia, fossero parte integrante delle visite di controllo in gravidanza e nel periodo postnatale.

 

Patologie mentali e allattamento

La diagnosi di un disturbo psichiatrico materno di per sé non rappresenta una controindicazione all’allattamento. Anche le eventuali terapie farmacologiche non rappresentano di per sé una controindicazione, poiché diversi psicofarmaci sono considerati compatibili con l’allattamento al seno, tenendo conto delle specifiche cautele e di quanto raccomandato a proposito di farmaci ad azione sul sistema nervoso centrale dal TAS e dai riferimenti internazionali più aggiornati (Lactmed – NLM). Se la donna ha necessità di assumere una terapia psicofarmacologica in gravidanza o nel periodo postnatale, il NICE raccomanda che il tema dell’allattamento sia oggetto di una consulenza specifica da parte di un professionista della salute mentale che possa illustrare i benefici dell’allattamento, i potenziali rischi associati all’assunzione del farmaco psicotropo durante l’allattamento e alla sospensione del farmaco per allattare. Devono essere presentate alla donna le opzioni di trattamento che le consentano di allattare se lo desidera e se la donna sceglie di non allattare deve essere supportata. Nelle donne che scelgono di allattare vanno valutate attentamente e costantemente le conseguenze di eventuali difficoltà incontrate nell’avviare e/o mantenere l’allattamento (in particolare l’eventuale deprivazione di sonno) e il mancato raggiungimento delle aspettative personali sulla maternità, condizionate dalla famiglia e dall’ambiente socioculturale circostante. Qualora l’allattamento mostri di peggiorare i sintomi psichiatrici materni, dopo averne discusso con la donna, coinvolti il partner e/o gli eventuali altri caregiver e un’équipe sanitaria multidisciplinare se la donna è d’accordo, potrà essere condivisa la decisione di passare a un allattamento non esclusivo.

 

Raccomandazioni dell’OMS e ruolo dei professionisti e professioniste sanitari

Il positivo effetto dell’allattamento sulla salute mentale è alla base della raccomandazione dell’OMS di promuovere l’allattamento senza incertezze nelle donne con precedenti episodi di depressione o disturbi d’ansia e anche nelle donne con franca DPP, in presenza di supervisione e supporto sia in famiglia sia da parte dei servizi sanitari. In questo contesto, l’approccio deve fondarsi innanzitutto sul dialogo con la donna sulla sua esperienza dell’allattamento. Talora, per tutelare la salute della diade madre-bambino, può emergere la necessità di sostenere la donna nel disimpegnarsi dall’allattamento. L’OMS, inoltre, raccomanda lo screening della depressione e dell’ansia già dalla gravidanza mediante strumenti validati (per esempio questionari) che consentano di individuare le donne con un potenziale disturbo, sottoporle a un approfondimento diagnostico e a un trattamento tempestivo. Inoltre, nel periodo perinatale, sono raccomandati interventi psicosociali o psicologici di prevenzione dei disturbi depressivi e d’ansia che coinvolgano i servizi sanitari, i membri della famiglia e l’aiuto fra pari.

 

A tal fine, professioniste e professionisti sanitari, pur avendo ruoli e compiti diversi, devono essere adeguatamente preparati all’ascolto attivo e non giudicante e al riconoscimento di eventuali richieste di aiuto mascherate, oltre che a quelle esplicite e verbalizzate. Per questo è importante che tutte le professioniste e i professionisti sanitari del percorso nascita siano formati all’identificazione dei sintomi di DPP, sapendo riconoscere le alterazioni fisiologiche dello stato emotivo dalle manifestazioni di una vera e propria patologia depressiva. Per contro, gli specialisti della salute mentale devono essere consapevoli che la tutela dell’allattamento non mette a rischio di per sé la salute mentale della donna e devono padroneggiare gli elementi conoscitivi essenziali sul valore dell’allattamento e dell’uso del latte materno.

 

I capitoli 4, 5 e 6 del documento sono dedicati rispettivamente alle malattie neurologiche durante l’allattamento come emicrania, epilessia e sclerosi multipla, al consumo di caffè, alcol e tabacco e all’abuso di sostanze e all’assunzione di farmaci psicotropi da parte della madre che allatta. Questi capitoli sono molto importanti per la valutazione del rapporto rischio/beneficio dell’allattamento in tutte quelle condizioni che, per via dell’assunzione di terapie la cui interruzione possa mettere seriamente a rischio la salute della donna o nel caso di dipendenze o assunzione di sostanze con potenziale attività psicotropa, richiedano un’attenzione particolare da parte di professionisti e professioniste sanitari.

 

Settimana mondiale dell'allattamento (SAM) 2023

Come ogni anno, dal 1 al 7 agosto, si svolgerà la Settimana mondiale dell'allattamento (SAM) 2023, promossa da Oms, Unicef, governi, enti e associazioni per sensibilizzare l’opinione pubblica e sostenere l’allattamento. L’edizione di quest’anno, con lo slogan “Allattamento e lavoro, tutelare entrambi fa la differenza per le famiglie”, si concentra su come allattare e lavorare contribuisca alla salute e al benessere di donne, bambini e bambine con effetti positivi anche sulle famiglie e l’intera società. Il messaggio chiave è garantire a tutte le donne lavoratrici la possibilità di allattare, indipendentemente dal luogo di lavoro, dal settore e tipologia di contratto. In Italia la SAM si svolge dal 1 al 7 ottobre.

Per maggiori informazioni consulta le pagine dedicate alla Settimana mondiale dell’allattamento 2023 sul sito dell’Ons, visita il sito internazionale della WABA dedicato alla World Breastfeeding Week 2023 (WBW) e scarica il pacchetto delle idee della SAM 2023 tradotto in italiano dal sito del Mami.

 

Risorse utili

Risorse per la formazione:

Articoli:

 

Data di pubblicazione della pagina: 27 luglio 2023

Testo scritto da: Marco Silano, Dipartimento Malattie Cardiovascolari, Endocrino-Metaboliche e Invecchiamento - ISS; Angela Giusti, Serena Donati, Ilaria Lega, Centro Nazionale per la Prevenzione delle malattie e la Promozione della Salute (CNAPPS) - ISS; Gemma Calamandrei, Laura Camoni, Fiorino Mirabella, Antonella Gigantesco, Centro di riferimento per le scienze comportamentali e la salute mentale - ISS