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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Notiziario - 9 marzo 2006

In Germania un caso di H5N1 in una faina

Dopo il gatto, le autorità tedesche hanno confermato l’infezione da H5N1 in una seconda specie di mammifero, la faina. Si tratta del primo caso di infezione da virus dell’influenza aviaria in questa specie (Martes foina). Precedentemente, in Germania l’infezione da H5N1 era stata confermata in tre gatti. Il 2 marzo, la faina è stata trovata viva sull’isola baltica di Ruegen, ma con segni di malattia grave. L’animale è stato quindi abbattuto. I test condotti presso il Friedrich Loeffler Institut per la salute animale hanno confermato che l’infezione era dovuta proprio al virus dell’influenza aviaria H5N1.

L’animale malato è stato ritrovato in una zona dell’isola ad alta infettività, vicino a Schaprode, così come i tre gatti morti. Le analisi eseguite al Friedrich Loeffler Institut hanno poi confermato che tutti e tre i gatti erano stati infettati dal virus H5N1 ad alta patogenicità.

La faina è un mammifero predatore notturno, con abitudini alimentari simili a quelle dei gatti. Come per i gatti ritrovati sull’isola di Ruegen, si ritiene che la faina si sia infettata mangiando uccelli malati.

Dal 16 febbraio, le autorità tedesche hanno confermato la presenza dell’infezione da H5N1 in 125 uccelli sull’isola di Ruegen (cigni selvatici, anatre, oche e uccelli rapaci), sottolineando le notevoli possibilità di esposizione per piccoli mammiferi che si cibano di uccelli.

Come per l’uomo, le infezioni di specie animali diverse dagli uccelli sono un evento raro. Sino a oggi, si ritiene che soltanto i polli domestici abbiano giocato un ruolo nel ciclo di trasmissione del virus dagli animali all’uomo.

Nel luglio del 2005, i test eseguiti su tre rari esemplari di Chrotogale owstoni morti in cattività in Vietnam, hanno confermato la presenza di H5N1, segnando il primo caso noto di infezione in questa specie di mammifero. Grossi felini, tra cui tigri e leopardi, tenuti in cattività e nutriti con carcasse di pollame infetto, si sono a loro volta infettati e hanno sviluppato la malattia. Un’altra specie di mammifero nota per essere suscettibile all’infezione è il furetto.

Sono necessarie altre indagini per determinare se i casi di infezione da H5N1 in nuove specie di mammifero siano significativi per quanto riguarda il rischio di infezione umana o la potenzialità di questo virus di adattarsi ai mammiferi, uomo compreso.

 

Influenza aviaria in Nigeria: la situazione aggiornata

L’epidemia di influenza aviaria da H5N1 ad alta patogenicità in Nigeria, confermata per la prima volta in un singolo allevamento l’8 febbraio, si è ormai diffusa in diverse parti del Paese. Sinora sono stati rilevati focolai epidemici in più di 130 allevamenti in 11 delle 37 regioni del Paese.

Dalla fine di febbraio, test di laboratorio hanno rilevato la presenza del virus in 7 regioni contigue nel nord e nel centro del Paese (Kaduna, Kano, Plateau, Katsina, Bauchi, Yobe e Nasarawa) e nel territorio di Abuja, la capitale federale.

Le misure di controllo applicate negli allevamenti comprendono abbattimento, disinfezione ed eliminazione sicura delle carcasse. Dall’inizio dell’epidemia in gennaio, circa 450 mila uccelli sono morti oppure sono stati abbattuti.

Questa settimana, il governo federale ha lanciato ufficialmente il suo piano di sostegno economico agli allevatori che hanno perso i loro animali. I pagamenti agli allevatori sono cominciati nella regione di Kano.

La capacità diagnostica dei test effettuati su campioni animali e umani nel Paese è stata rinforzata grazie al supporto dell’Oms e dei Cdc americani. Sono stati analizzati più di 60 campioni prelevati da pazienti sotto controllo, che sono risultati tutti negativi per la presenza di H5N1.

Nel vicino Niger, dove la presenza del virus è stata confermata nel pollame il 27 febbraio, un team dell’Oms è stato inviato per assistere le autorità locali nella valutazione della situazione. Altri focolai sospetti fra il pollame sono stati riportati nella regione di Magaria, inizialmente infetta. Come in Nigeria, sinora non è stato riportato alcun caso umano.

In Nigeria, lo staff presente presso l’ufficio dell’Oms ha evidenziato le necessità che una malattia di questo tipo pone in un nuovo Paese infettato in termini di risorse e competenze, specialmente se il rilevamento tardivo e la ritardata introduzione di misure di controllo permettono al virus di diffondersi ampiamente. Mentre rimane importante stabilire inizialmente una tempestiva e intensa risposta di emergenza con il supporto esterno, è fondamentale per ogni Paese africano della regione sub-sahariana sostenere una risposta adeguata anche nei mesi successivi.
In alcune parti dell’Asia, dove l’attuale epidemia fra il pollame dura da metà del 2003, l’esperienza ha mostrato la difficoltà di eliminare il virus una volta che si sia stabilizzato fra gli uccelli. Inoltre, si è visto come la circolazione continua del virus fra gli animali aumenti costantemente il rischio di casi umani sporadici. La maggior parte dei casi umani si sono verificati in zone rurali o ai confini delle città, dove le persone hanno piccoli allevamenti a gestione familiare, che favoriscono l’esposizione diretta e continua dell’uomo al virus portato dagli uccelli infetti.
In Nigeria, la vigilanza stretta sui casi umani è essenziale. Il virus isolato dai polli in Nigeria è geneticamente quasi identico ai virus che recentemente hanno provocato casi umani fatali in Turchia e in Iraq.

 

 

Ecdc, le raccomandazioni su gatti e influenza aviaria

Dopo il caso di infezione da H5N1 in un gatto ritrovato morto sull'isola di Ruegen, nel mar Baltico in Germania, il comitato scientifico sull'influenza aviaria dell'Ecdc ha emanato una nota ufficiale con una serie di raccomandazioni (leggi il documento in italiano).

 

Aviaria nei gatti: il parere dell'Oie
L'Organizzazione mondiale per la salute animale (Oie) è stata informata del ritrovamento di un gatto positivo al virus H5N1 sull'isola di Rügen, in Germania.

Secondo il Friedrich-Loeffler Institut (Fli), laboratorio di riferimento dell'Oie per l'influenza aviaria, nel fine settimana era stato rinvenuto ed esaminato un gatto che apparentemente presentava un'infezione da comune influenza. In seguito, i resti sono stati inviati al laboratorio di riferimento dell'influenza aviaria per ulteriori analisi e i campioni esaminati sono risultati positivi al virus H5N1. Sono attualmente in corso ulteriori analisi per valutare se il ceppo isolato sia simile a quello ritrovato nei cigni selvatici sulla stessa isola.

Non è la prima volta che un felino risulta positivo all'infezione del virus H5N1. Un episodio è avvenuto nel 2004 in uno zoo di Bangkok dove oltre 40 tigri sono morte e molte altre sono state abbattute a causa dell'infezione. In quella occasione, le indagini avevano dimostrato che le tigri erano state alimentate con carcasse di polli molto probabilmente infettati dal virus H5N1. Le tigri possono aver contratto l'infezione o per inalazione di grandi quantità di virus che avrebbero potuto essere presenti sulla superficie/sulle penne delle carcasse di pollame (contaminazione fecale) o in seguito a ingestione di intere carcasse, compresi gli intestini e le feci.

Sono stati riferiti in Asia altri casi “naturali” fatali di infezione da H5N1 nei gatti domestici. È risaputo che i gatti sono suscettibili di contrarre il virus H5N1. Esperimenti di laboratorio hanno anche dimostrato che il virus H5N1 si trasmette da gatto a gatto.

L'Oie ha sottolineato che sino a oggi tutti i casi naturali in felini non hanno causato nessuna modifica nell'epidemiologia dell'influenza aviaria, che è fondamentalmente rimasta una malattia dei volatili. Inoltre, i casi non hanno provocato nessuna modifica o mutazione riconosciuta nell'epidemiologia o un'accresciuta virulenza del virus per felini o altri mammiferi.

L'individuazione del virus H5N1 nel gatto in Germania mostra l'alto grado di vigilanza e l'alta efficacia del sistema di sorveglianza messo in atto in Europa. Questo resoconto giunge il giorno successivo all'incontro, durato due giorni e tenutosi all'Oie, dei capi dei Servizi veterinari della regione Europa, che hanno ancora una volta messo l'accento sull'importanza della tempestiva individuazione del virus H5N1 nel contenere la diffusione dell'infezione.

L'Oie sostiene la raccomandazione rivolta ai proprietari di gatti dal Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc): portare l'animale dal veterinario qualora appaiano i segni di raffreddore in gatti che possono girovagare all'aperto in aree in cui è stato individuato il virus H5N1.

 

Oms: meeting sul piano di contenimento della pandemia

Al termine di tre giorni di un dibattito fra 70 esperti di sanità pubblica, conclusosi a Ginevra, il piano operativo per contenere il principio di pandemia umana di influenza comincia a prendere la forma definitiva. Una pandemia umana di influenza sarebbe un grosso problema, ma lavorando assieme possiamo risponderecon efficacia» ha detto Margaret Chan, assistente del direttore generale dell'Oms per le malattie trasmissibili e sua rappresentante per la pandemia di influenza.

L'influenza stagionale, l'influenza aviaria e la pandemia influenzale umana sono malattie differenti.

L'influenza stagionale è molto comune e provoca una malattia che può essere lieve o severa, a seconda della presenza di patologie pregresse. L'influenza aviaria è una malattia degli animali che, molto raramente, può colpire l'uomo. Una pandemia umana di influenza è provocata da un virus nuovo per l'uomo. Storicamente, l'impatto di queste pandemie è stato di gravità molto variabile.

Attualmente non è in corso alcuna pandemia. L'attuale epidemia di influenza aviaria è provocata dal virus H5N1 e viene costantemente monitorata perché, teoricamente, il virus può mutare e diventare così più facilmente trasmissibile da uomo a uomo. Questo evento potrebbe dar luogo a una pandemia umana di influenza e minacciare il tentativo di contenimento.
Nonostante non si sia mai provato a contenere una pandemia fin dal suo esordio, ci sono sempre più dati che supportano questa ipotesi.
La prima epidemia di influenza aviaria da H5N1 è stata contenuta a Hong Kong nel 1997, quando l'allora direttore di salute pubblica, Margaret Chan, ordinò la distruzione di tutto il pollame di Hong Kong. Il contenimento della Sars nel 2003 ha dimostrato che un'azione globale coordinata poteva fermare l'emergenza di una nuova malattia infettiva. La scorsa estate, sono stati pubblicati i modelli teorici che hanno mostrato come il contenimento di una pandemia influenzale umana sia effettivamente possibile. Gli articoli in questione indicavano che il contenimento di una pandemia fin dal suo esordio richiede un'azione coordinata, focalizzata su un'area limitata nei giorni in cui emerge il nuovo virus. Secondo gli autori, il successo può dipendere da molti fattori, tra cui l'identificazione del nuovo virus, la mobilitazione rapida delle risorse e l'appoggio della popolazione bersaglio. Per questo, l'incontro di Ginevra è stato incentrato su tre temi: la logistica, la sorveglianza e le misure di salute pubblica necessarie per raggiungere questi obiettivi.

«Potrebbe succedere che gli sforzi per contenere la pandemia abbiano come risultato soltanto un rallentamento della sua diffusione», ha detto Margaret Chan, «ma anche in questo caso sarebbe comunque un vantaggio per guadagnare tempo. I diversi Paesi potrebbero così attivare i loro piani di gestione della pandemia e le industrie farmaceutiche potrebbero iniziare il lungo processo di produzione di un vaccino efficace contro la pandemia umana».


Polonia, confermati due casi di aviaria in cigni selvatici
Domenica 5 marzo le autorità polacche hanno dato conferma alla Commissione europea di due casi di influenza aviaria ad alta patogenicità da virus H5 in due cigni trovati morti nella città di Torun, a nord-ovest di Varsavia. Alcuni campioni verranno inviati al laboratorio di riferimento dell'Ue per l'influenza aviaria di Weybridge (Gran Bretagna), per ulteriori analisi che permettano di determinare se si tratta del virus H5N1.

Inoltre, le autorità polacche hanno riferito alla Commissione europea che sono in via di applicazione le misure precauzionali stabilite dalla Decisione comunitaria in merito alla presenza del virus dell'influenza aviaria ad alta patogenicità fra gli uccelli selvatici all'interno dell'Ue. Questa Decisione è stata adottata dalla Commissione il 17 febbraio, in seguito al parere favorevole espresso dal Comitato permanente per la catena alimentare e la salute animale. La Decisione ha stabilito le misure da applicare in ciascuno degli Stati membri dell'Ue che riscontri fra gli uccelli selvatici un caso di influenza aviaria da virus H5 e che sospetti o confermi si tratti del virus H5N1 ad alta patogenicità.

Queste misure prevedono la creazione di una zona di protezione di 3 km attorno alla zona in cui sono state trovate le carcasse dei cigni infetti e una zona di sorveglianza circostante di 10 km. All'interno della zona di protezione, il pollame non può razzolare all'aperto, può uscire solo nel tragitto che conduce al macello e le carni di questi polli non potranno fuoriuscire dalla zona di protezione, ad eccezione di quelle sottoposte ai controlli previsti dalla legislazione comunitaria sui generi alimentari (carni provenienti da animali sani cresciuti in allevamenti registrati, soggetti a controlli ante e post mortem da veterinari presenti nei macelli). Le misure di biosicurezza negli allevamenti devono essere rafforzate sia nella zona di protezione che nella zona di sorveglianza, mentre la caccia agli uccelli deve essere messa al bando. Inoltre, va accresciuta la consapevolezza dei proprietari di pollame e dei loro familiari in merito ai rischi di questa patologia. La Polonia è il decimo Stato membro dell'Ue che riporti un caso sospetto o confermato di influenza aviaria da H5N1 fra gli uccelli selvatici.

 

Cina: quindicesimo caso nell'uomo

Il ministro della Salute cinese ha annunciato la conferma di laboratorio di un altro caso di infezione umana da parte del virus dell'influenza aviaria H5N1. Si tratta di un uomo di 32 anni della provincia meridionale di Guangdong, disoccupato, che il 22 febbraio ha sviluppato sintomi febbrili seguiti da polmonite. Le sue condizioni si sono aggravate rapidamente e l'uomo è morto il 2 marzo. Dal 2004 a oggi, non sono stati riportati focolai epidemici fra il pollame nella provincia del Guangdong. Due pazienti sono attualmente in condizioni critiche. Il nuovo caso confermato è il primo nell'uomo che si è verificato nella provincia del Guangdong.

 

Pechino ha riportato anche il decimo caso fatale umano di influenza aviaria da H5N1. La vittima è una bambina di 9 anni della provincia orientale di Zhejiang, che aveva sviluppato i sintomi il 10 febbraio ed è morta il 6 marzo.

Sino a oggi, in Cina sono stati confermati in laboratorio 15 casi umani di influenza aviaria da H5N1, di cui 10 mortali.