Introduzione
Il 1 gennaio 2005 è entrato in vigore il
decreto del ministero della Salute che introduce la sorveglianza della
sindrome/infezione da rosolia congenita e la rosolia in gravidanza, come
previsto dal piano nazionale di eliminazione del morbillo e della rosolia
congenita. L’obiettivo è la prevenzione dell’infezione nelle donne gravide e
quindi della rosolia congenita. La rosolia è infatti una malattia
esantematica generalmente benigna, ma che può avere conseguenze drammatiche
per il feto se acquisita dalle donne in gravidanza.
La prevenzione della rosolia congenita comporta la partecipazione di
numerosi soggetti, quali i medici di medicina generale, i pediatri, i
servizi di igiene e sanità pubblica, i ginecologi, i laboratori. Inoltre, è
di fondamentale importanza sensibilizzare i centri di patologia neonatale,
ma anche gli specialisti di settori che normalmente non sono coinvolti nella
sorveglianza delle malattie infettive (per esempio: neurologi, audiologi,
oftalmologi, cardiologi, cardiochirurghi, endocrinologi).
Gestire la rosolia congenita è dunque complicato, non solo dal punto di
vista clinico ma anche per quanto riguarda la comunicazione. Si tratta di un
argomento rilevante per la sanità pubblica, sul quale EpiCentro ha aperto
una discussione.
12 maggio 2005
Un’esperienza particolare: le strategie e i progetti della Asl NA4
Raffele Palombino - Servizio Epidemiologia e
Prevenzione, Asl Napoli 4
Wilma Buffolano - Dipartimento pediatria, Università Federico II di Napoli
Mentre l’obiettivo dell’eliminazione del morbillo risulta relativamente “a
portata dei servizi”, quello dell’eliminazione della rosolia congenita può
invece risultare più problematico per molte ragioni. La Asl NA4 ha messo a
punto di un modello strategico per la lotta alla rosolia congenita: un
modello che deve confrontarsi su un territorio non esente da casi di rosolia
congenita.
5 maggio 2005
Criticità e possibili approcci alla prevenzione della rosolia in Italia
Pasquale Martinelli - Dipartimento di ginecologia, ostetricia e fisiopatologia
della riproduzione umana, Università di Napoli Federico II
Il problema della sorveglianza e della prevenzione della rosolia coinvolge
diverse figure professionali, dal pediatra al ginecologo e all’ostetrica.
Oggi ci troviamo di fronte a due possibilità: da una parte, intensificare
una campagna sugli operatori di area ostetrica, affinché promuovano una
prevenzione della rosolia attraverso counselling; dall’altra, procedere alla
vaccinazione postpartum delle puerpere risultate negative al rubeo-test.
Sarebbe anche opportuno coinvolgere la rete dei medici di famiglia, gli
unici che entrano veramente in contatto con le donne nel corso di tutta la
loro vita.
14 aprile 2005
Sorveglianza e prevenzione dei danni da rosolia congenita: necessità di
interventi a garanzia di esaustività e appropriatezza
Wilma Buffolano - Dipartimento pediatria, Università
Federico II di Napoli
Sono presentati e commentati due casi emblematici
che vogliono contribuire alla identificazione dei bisogni da soddisfare e
delle azioni da promuovere per il raggiungimento degli obiettivi fissati
dall’Europa entro il 2010 (contenimento dei casi di rosolia congenita al di
sotto di 1 ogni 100.000 nati vivi).
24 marzo 2005
L’eliminazione della rosolia congenita
Giorgio Bartolozzi - pediatra, Firenze
Solo nell’aprile 1999 è stata finalmente accolta la vaccinazione universale
contro la rosolia. Dal 1991 al 2004, però, abbiamo tolto dall’obbligo di
notifica i casi di rosolia congenita. Oggi è necessario recuperare il tempo
perduto, ma vaccinando soltanto i nuovi nati non risolviamo il problema,
perché lasciamo scoperti tutti i soggetti suscettibili al di là dei 6-7 anni
che non erano stati vaccinati. Ecco quindi la necessità di un “ripescaggio”,
opera piena di difficoltà perché coinvolge alcune professioni che fino a
oggi erano state escluse delle vaccinazioni.