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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro

Informazioni generali

La malattia da virus Ebola (EVD), in passato nota come febbre emorragica da virus Ebola, è una malattia grave e spesso fatale per l’uomo.

 

Come riportato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), i virus ad Rna del genere Ebola fanno parte della famiglia dei Filoviridae (filovirus). A questa famiglia appartengono anche il genere Marburgvirus e il genere Cuevavirus.

 

Sono stati identificati sei diverse specie di virus ebola:

  • Bundibugyo ebolavirus (BDBV)
  • Zaire ebolavirus (EBOV)
  • Reston ebolavirus (RESTV)
  • Sudan ebolavirus (SUDY)
  • Taї Forest ebolavirus (TAFV)
  • Bombali ebolavirus (BOMV).

Solo Bdbv, Ebov e Sudv sono stati associati a grandi epidemie da EVD in Africa.

 

Trasmissione

L’introduzione del virus Ebola in comunità umane avviene attraverso il contatto con sangue, secrezioni, organi o altri fluidi corporei di animali infetti. In Africa è stata documentata l’infezione a seguito di contatto con scimpanzé, gorilla, pipistrelli della frutta (Pteropodidae), scimmie, antilopi e porcospini trovati malati o morti nella foresta pluviale.

 

La trasmissione avviene per contatto interumano diretto con organi, sangue e altri fluidi biologici (es saliva, urina, vomito) di soggetti infetti (vivi o morti) e indiretto con ambienti contaminati da tali fluidi.

 

Il contagio è più frequente tra familiari e conviventi, per l’elevata probabilità di contatti. In Africa, dove si sono verificate le epidemie più gravi, le cerimonie di sepoltura e il diretto contatto con il cadavere dei defunti hanno probabilmente avuto un ruolo non trascurabile nella diffusione della malattia.

 

È documentata la trasmissione nosocomiale per contatto diretto tra personale sanitario e pazienti affetti da EVD.

 

La trasmissione per via sessuale è stata riportata in quattro casi e sospettata in molti altri, per cui l’Oms raccomanda ai soggetti di sesso maschile, convalescenti da EVD, di mantenere più elevati livelli di igiene e avere rapporti sessuali più protetti nei 12 mesi successivi all’inizio dei sintomi della malattia o finché il liquido seminale non risulti per due volte negativo ai test per virus ebola.

 

Infezioni asintomatiche sono state documentate in uomini adulti in buona salute a contatto con scimmie o maiali infetti da Restv, suggerendo che Restv potrebbe essere meno patogeno per l’uomo rispetto ad altre specie di ebolavirus. Non è noto tuttavia se ciò sia applicabile a tutti i gruppi di popolazione (inclusi immunodepressi, persone affette da patologie croniche, bambini, donne in gravidanza).

 

Sintomi della malattia e decorso clinico

L’infezione ha un decorso acuto e non è descritto lo stato di portatore. I soggetti affetti da EVD sono contagiosi fino a quando il virus è presente nel sangue e nelle secrezioni biologiche. È documentata la persistenza a lungo termine di ebolavirus nel liquido seminale dopo l’esordio clinico di EVD.

 

L’incubazione può andare da 2 a 21 giorni, a cui fa seguito generalmente un esordio acuto caratterizzato da febbre, astenia, mialgie, artralgie e cefalea. Con il progredire della patologia possono comparire astenia profonda, anoressia, diarrea (acquosa talvolta con presenza di muco e sangue), nausea e vomito. Questa prima fase prodromica può durare fino a 10 giorni.

 

La malattia evolve con la comparsa di segni e sintomi ascrivibili a danni in diversi organi e apparati. Oltre a segni di prostrazione, possono essere presenti segni e sintomi di alterazioni nella funzione epatica e renale, respiratoria, gastrointestinale, del sistema nervoso centrale (cefalea, confusione), vascolare (iniezione congiuntivale/faringea), cutaneo (esantema maculo papuloso).

 

I fenomeni emorragici, sia cutanei che viscerali, compaiono in oltre la metà dei pazienti affetti da EVD, in genere dopo una settimana dall’esordio. Si può trattare di sanguinamenti a carico del tratto gastrointestinale (ematemesi e melena), petecchie, epistassi, ematuria, emorragie sottocongiuntivali e gengivali, meno-metrorragie. Alcuni pazienti presentano emorragie estese e coagulazione intravasale disseminata (Cid). Nella fase terminale della EVD il quadro clinico è caratterizzato da tachipnea, anuria, shock ipovolemico, sindrome da insufficienza multi-organo.

 

La letalità, a seconda delle epidemie e delle specie di ebolavirus, varia dal 25% al 90%.

 

Diagnosi

La diagnosi clinica è difficile nei primissimi giorni, a causa dell’aspecificità dei sintomi iniziali. Può essere facilitata dal contesto in cui si verifica il caso (area geografica di insorgenza o di contagio) e dal carattere epidemico della malattia. Anche in caso di semplice sospetto, è opportuno l’isolamento del paziente e la notifica alle autorità sanitarie.

 

Gli esami di laboratorio per la conferma diagnostica di un’infezione da virus Ebola sono finalizzati alla identificazione del genoma virale, di antigeni virali o di anticorpi contro il virus. Esistono pochi test commerciali disponibili per la diagnosi.

 

Nella fase prodromica della malattia la conferma di un caso di EVD si può ottenere con l’identificazione degli antigeni virali con metodi immunoenzimatici (Elisa), del genoma virale attraverso la polymerase chain reaction (Pcr) o con l’isolamento del virus attraverso l’inoculazione di campioni di sangue o secrezioni biologiche in colture cellulari. In una fase più avanzata, è possibile effettuare una indagine sierologica per la ricerca degli anticorpi IgM o IgG.

 

Talvolta può essere necessaria la diagnosi post mortem che prevede l’identificazione degli antigeni virali su biopsia cutanea con tecniche di immunoistochimica.

 

La diagnosi differenziale si pone sia con altre febbri emorragiche, come la febbre di Lassa e la febbre di Marburg, sia con altre patologie infettive tra cui malaria, febbre tifoide, peste, borelliosi, melioidosi, tripanosmiasi africana, sepsi meningococcica e alcune infezioni trasmesse da artropodi.

 

La manipolazione di campioni biologici da pazienti infetti deve essere gestita in condizioni di biocontenimento, in laboratori con livello di biosicurezza (Bls) 3 o 4. Tentativi di replicazione virale possono essere effettuati solo in laboratori Bls 4.

 

Trattamento

Non esiste ancora un trattamento provato per EVD. Tuttavia, è attualmente in fase di valutazione una gamma di potenziali trattamenti tra cui emoderivati, terapie immunitarie e terapie farmacologiche. Inoltre una terapia di supporto - reidratazione con fluidi orali o endovenosi - e il trattamento di sintomi specifici migliora la sopravvivenza.

 

Un vaccino sperimentale contro l'Ebola si è dimostrato altamente protettivo contro l'EVD in un importante studio in Guinea nel 2015. Il vaccino, chiamato rVSV-ZEBOV, è stato studiato in un’indagine che ha coinvolto 11.841 persone. Tra le 5837 persone che hanno ricevuto il vaccino, nessun caso di Ebola è stato registrato 10 giorni o più dopo la vaccinazione. In confronto, ci sono stati 23 casi 10 giorni o più dopo la vaccinazione tra coloro che non hanno ricevuto il vaccino.

 

Il vaccino rVSV-ZEBOV viene utilizzato nell'epidemia di Ebola in corso 2018-2019 nella RDC.

 

Prevenzione

Non è possibile intervenire sul serbatoio naturale della malattia che non è stato identificato con certezza. La prevenzione si affida, quindi, al rispetto delle misure igienico sanitarie, alla capacità di una diagnosi clinica e di laboratorio precoci e all’isolamento dei pazienti.

 

Per il personale sanitario è fondamentale evitare il contatto con il sangue e le secrezioni corporee dei soggetti affetti da EVD attraverso la corretta applicazione delle misure di controllo delle infezioni e di l’uso di misure di barriera/ Dispositivi di Protezione Individuale (Dpi).

 

Come riportato dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), i filovirus possono sopravvivere in liquidi o in materiale secco per diversi giorni. Sono inattivati da irradiazione gamma, riscaldamento a 60°C per 60 minuti o bollitura per 5 minuti. Sono sensibili all’ipoclorito di sodio ed altri disinfettanti. Al contrario, il congelamento e la refrigerazione non sono in grado di inattivare i filovirus.

 

Il ministero della Salute ha emanato nel 1995 le linee guida (pdf 28 kb) per la prevenzione e il controllo delle febbri emorragiche (Ebola, Marburg e Lassa). Nel 1998, è stata pubblicata un’altra circolare sui provvedimenti da adottare nei confronti di soggetti colpiti da alcune malattie infettive (tra cui EVD) e dei loro conviventi o contatti per evitare la diffusione della malattia. Nella seconda metà del 2006, il Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ccm) ha definito nuove linee operative e procedure (pdf 200 kb) per la gestione e il trasporto a bordo di aeromobili di eventuali contatti, casi sospetti o confermati, di febbri emorragiche virali nel caso in cui si rendesse necessario il loro rimpatrio.

 

Per maggiori informazioni consulta la circolare del ministero della Salute del 13 marzo 1998 n. 400.3/26/1189 “Misure di profilassi per esigenze di sanità pubblica”, le linee guida del 16 ottobre 2006 “Febbri Emorragiche Virali (Fev) - Raccomandazioni e indicazioni per il trasporto” pubblicate dal Ccm e i materiali informativi rivolti a viaggiatori internazionali prodotti dal ministero della Salute.

 

Sorveglianza epidemiologica

Nel sistema di sorveglianza delle malattie infettive, la malattia da virus Ebola (EVD) è soggetta a notifica obbligatoria nell’ambito delle patologie di classe I: ossia, le malattie per le quali si richiede segnalazione immediata perché soggette al regolamento sanitario internazionale o perché rivestono particolare interesse. I tempi di segnalazione del semplice sospetto di malattia dal medico alla Azienda sanitaria locale sono di 12 ore, compilando una scheda (pdf 100 kb) predisposta dal ministero della Salute.

 

Il 19 luglio 2019, dopo che il Direttore generale dell’Oms ha dichiarato (il 17 luglio 2019) che la decima epidemia di malattia da virus ebola (EVD) nella Repubblica democratica del Congo (Rdc) è una emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale, il ministero della Salute italiano ha emanato una Circolare con le misure di sorveglianza e le raccomandazioni per i viaggiatori e i residenti nelle zone affette da Ebola nella Repubblica democratica del Congo.

 

Risorse utili

 

Data di ultimo aggiornamento: 1 agosto 2019

Data di creazione della pagina: 22 ottobre 2015

Revisione a cura di: Flavia Riccardo – Dipartimento di Malattie infettive, Iss