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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Informazioni generali

Storia dell’igiene delle mani

Nel 1847 il medico ungherese Semmelweis, studiando i cadaveri delle donne che morivano di febbre puerperale, dopo diverse ipotesi, intuì che la malattia veniva trasmessa dalle mani dei medici che prima praticavano le autopsie e poi assistevano le partorienti. La sua teoria venne confermata quando l’introduzione della disinfezione delle mani con ipoclorito di calcio ridusse drasticamente l’incidenza di febbre puerperale. Ad oggi l’intuizione di Semmelweis è confermata: l’igiene delle mani è un approccio pratico basato su prove di efficacia, che pur essendo una pratica molto semplice ha dimostrato un forte impatto sulla prevenzione e il controllo delle infezioni, comprese quelle causate da microrganismi resistenti agli antibiotici, e quelle correlate all’assistenza (ICA). Inoltre, alcuni studi suggeriscono che esiste un’associazione diretta tra le infezioni e la mancanza di personale o il sovraffollamento, fattori a loro volta correlati a una scarsa aderenza all’igiene delle mani.

 

Linee guida e documenti

Per questi motivi sia l’Organizzazione Mondiale della Sanità (con il documento “WHO guidelines on hand hygiene in health care”) che i Centers for Disease Control and Prevention statunitensi (con il documento “Guideline for Hand Hygiene in Health-Care Settings Recommendations of the Healthcare Infection Control Practices”) hanno elaborato delle linee guida che forniscono agli operatori sanitari indicazioni e raccomandazioni specifiche per migliorare le pratiche di igiene delle mani.

 

Per portare il tema al centro dell’attenzione, a partire dal 2009, ogni anno, l’OMS organizza la campagna “SAVE LIVES - clean your hands” (Salva vite: pulisciti le tue mani), a sostegno del miglioramento dell’igiene delle mani a livello globale, mettendo a disposizione le evidenze scientifiche esistenti e gli strumenti utili a realizzare strategie e interventi multimodali con lo scopo di migliorare e sostenere l’igiene delle mani nell’assistenza sanitaria.

 

L’OMS ha anche elaborato un approccio all’igiene delle mani veloce da imparare, logico e di facile applicazione, suddiviso in 5 momenti, e ha messo a disposizione della popolazione e degli operatori info-grafiche, brochure, poster, utili ad imparare e ricordare i momenti e le procedure.

 

I vari tipi di lavaggio delle mani

Le mani sono colonizzate da microrganismi, che si distinguono in flora microbica:

  • residente: è costituita dai microrganismi che risiedono negli strati più profondi della cute, non può essere rimossa con il semplice lavaggio delle mani e raramente può causare infezioni, la specie dominante è lo Staphylococcus epidermidis;
  • transitoria: si trova sugli strati più superficiali della cute e si deposita sulle mani in seguito a un contatto diretto con pazienti infetti o indirettamente tramite dispositivi o ambiente, può essere rimossa con una routinaria igiene delle mani.

La scelta dei prodotti per l’igiene delle mani e il tipo di decontaminazione dipende dalle circostanze.

 

Esistono tre tipi di lavaggio delle mani:

  1. lavaggio sociale (40-60 secondi);
  2. lavaggio antisettico (90 secondi circa);
  3. lavaggio chirurgico (5 minuti circa).

Il lavaggio sociale delle mani include lavaggio con acqua e sapone quando visibilmente sporche, prima di mangiare o dopo aver utilizzato il bagno, e frizionamento con soluzione idroalcolica. L’utilizzo di disinfettanti per le mani a base di alcol rappresenta il metodo più pratico per pulire le mani durante l’assistenza sanitaria, oltre che più efficace per ridurre il numero di patogeni sulle mani degli operatori. Fanno eccezione le spore di Clostridium difficile perché sono meno sensibili al gel idroalcolico e per cui resta indicato il lavaggio con acqua e sapone. Possono anche essere usate delle salviette igienizzanti quando i pazienti sono allettati o non in grado di lavarsi le mani al lavandino.

 

Il lavaggio antisettico è indicato nelle aree ad alto rischio prima di qualsiasi procedura invasiva, dopo il contatto con ferite o materiale biologico infetto, prima di assistere pazienti particolarmente suscettibili alle infezioni, dopo aver assistito pazienti infetti.

 

Il lavaggio chirurgico delle mani si esegue con sapone antisettico ed è necessario prima di un intervento chirurgico invasivo. Serve per eliminare la flora transitoria, ridurre quella residente e inibire la crescita dei batteri sotto i guanti. L’uso dei guanti sterili non sostituisce il lavaggio chirurgico delle mani che serve a ridurre il rischio di trasmissione di microrganismi cutanei in caso di perforazione o danneggiamento dei guanti.

 

I guanti non sostituiscono l’igiene delle mani

Anche al di fuori del contesto chirurgico si tende erroneamente a pensare che l’uso dei guanti sostituisca il lavaggio delle mani. Questi vanno indossati come precauzioni standard quando si può ragionevolmente prevedere che potrebbe verificarsi un contatto con sangue o altro materiale potenzialmente infetto. L’igiene delle mani deve essere eseguita sempre prima di indossare i guanti e dopo averli rimossi. Inoltre, i guanti devono essere cambiati se si danneggiano, si contaminano, si sporcano o se si passa da un’area corporea sporca a una pulita.

 

Cura delle mani

I lavaggi frequenti e/o l’igienizzazione delle mani possono provocare irritazione della cute o reazioni allergiche. Per questo le strutture sanitarie dovrebbero fornire prodotti che siano efficaci, ma anche sicuri per la pelle. Inoltre, anche gli operatori possono attuare strategie per ridurre al minimo il rischio di dermatiti: non lavare le mani dopo aver usato un prodotto a base di alcol, non indossare i guanti se le mani non sono completamente asciutte, usare prodotti idratanti o umettanti.

 

Per quanto riguarda la cura delle unghie, numerosi studi hanno confermato che l’uso di unghie artificiali può contribuire alla trasmissione di alcuni patogeni, anche quando l’igiene delle mani è svolta in modo adeguato. Inoltre le unghie lunghe e appuntite, naturali o artificiali, oltre a favorire il prosperare di batteri, possono perforare facilmente i guanti e limitare le prestazioni degli operatori sanitari.

 

Igiene delle mani e COVID-19

Oggi ci troviamo ad affrontare un’importante sfida per la prevenzione e controllo del virus SARS-CoV-2: le prove attuali indicano che il virus si trasmette principalmente attraverso le goccioline respiratorie, ma si ipotizza che il contagio, seppur raramente, possa avvenire anche attraverso il contatto di mani contaminate con la mucosa della bocca, del naso o degli occhi. Di conseguenza, l'igiene delle mani è estremamente importante per prevenire la diffusione dell’infezione da questo virus. Anche se la consapevolezza dell'importanza dell'igiene delle mani è alta, l’accettabilità e l’aderenza a questa pratica non è ancora ottimale, sia in comunità che nelle strutture sanitarie. Per approfondire vai alla sezione dedicata.

 

Framework per l’autovalutazione 2010 dell’igiene delle mani

Nell’ambito del monitoraggio e implementazione dei programmi sull’igiene delle mani, è disponibile in versione informatizzata su piattaforma web il Framework per l’autovalutazione dell’igiene delle mani proposto dall’OMS. 

 

Il framework consiste in uno strumento di autovalutazione con accesso libero e senza necessità di registrazione, che può essere svolto anche in forma anonima; è suddiviso in 5 sezioni e 27 indicatori e a ogni risposta viene attribuito un punteggio.

 

Se adeguatamente compilato, il framework permette di ottenere un’immagine a livello locale o su scala più ampia delle risorse presenti e degli obiettivi raggiunti, oltre a porre l’attenzione su problemi che richiedono una soluzione per il miglioramento delle pratiche inerenti all’igiene delle mani.

 

In base al punteggio raggiunto l’OMS propone delle indicazioni per un miglioramento continuo, consultabili nella pagina dedicata sul sito dell’OMS.

 

 

Risorse utili

 

Data di ultimo aggiornamento: 14 dicembre 2023

Data di creazione della pagina: 28 ottobre 2021

Testo scritto da: Giulia Fadda, Adriano Grossi, Fortunato "Paolo" D'Ancona - Dipartimento malattie infettive, ISS