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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Archivio 2005-2006

(3 agosto 2006) Il rapporto Inail 2005

L’Inail ha presentato il rapporto annuale 2005 con i dati aggiornati sul fenomeno infortunistico in Italia. Su un totale di 940.000 casi (-2,8% rispetto al 2004), sono stati soprattutto i maschi a beneficiare del decremento degli infortuni e le fasce di lavoratori più giovani (entro i 34 anni). Il calo degli infortuni registrato tra il 2004 e il 2005 ha riguardato tutto il Centro-Nord, specialmente il Nord-Est (-3,9%). Fra i settori di attività, la diminuzione degli infortuni ha interessato, oltre all’agricoltura, soprattutto il settore delle costruzioni (-5,3%) e l’industria (-6,6%), mentre nel ramo dei servizi si è assistito a un aumento del totale degli infortuni (+0,7%) e dei casi mortali (3%), non spiegabile solo con il relativo incremento occupazionale.

Insieme ai decessi si sono ridotti anche i costi sociali ed economici: rispetto al panorama europeo, l’Italia si colloca sotto la media in termini di infortuni con assenza dal lavoro superiore a 3 giorni e infortuni indennizzati. Inoltre, nel nostro Paese si contano 2,8 infortuni mortali ogni 100.000 occupati, contro i 2,9 della media europea.

I lavoratori extracomunitari continuano a infortunarsi molto di più rispetto agli italiani e ai comunitari in genere (+50%). Fra i lavoratori atipici, invece, preoccupano soprattutto i lavoratori interinali, per i quali il tasso di infortunio risulta praticamente doppio rispetto al settore industria e servizi.

Le prime proiezioni per il 2006 fanno ipotizzare un incremento complessivo degli infortuni di circa il 2-3% rispetto al 2005. A conferma non solo del fatto che il calo degli infortuni non è un dato definitivo e ineluttabile, ma anche che ci sono categorie di lavoratori per cui servono un rilancio e una specializzazione delle politiche di sicurezza, fra cui stranieri, giovani, donne e lavoratori interinali.

Consulta sul sito dell’Inail il rapporto completo.

 

(11 maggio 2006) Ilo: il lavoro minorile è in calo in tutto il mondo

Per la prima volta il lavoro minorile è in calo in tutto il mondo: è quanto afferma il nuovo rapporto “La fine del lavoro minorile: verso il successo” pubblicato dall’Organizzazione mondiale del lavoro (Ilo). Il numero di lavoratori bambini è infatti calato dell’11% tra il 2000 e il 2004, passando da 246 milioni a 218 milioni. Secondo il rapporto, questa piaga sociale potrebbe essere eliminata, almeno nelle sue forme peggiori, nel giro di dieci anni. Leggi il comunicato dell’Ilo (traduzione in italiano a cura della redazione di EpiCentro) e scarica il rapporto completo (pdf 1,11 Mb).

 

(2 marzo 2006) Salute sul lavoro: il quadro delle Marche

La Regione Marche ha pubblicato i dati su infortuni e malattie professionali che si sono verificati dal 2000 al 2003. Incrociati con quelli dei flussi informativi Inail-Ispesl-Regioni, questi dati rappresentano un valido strumento per il miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro nella Regione.

 

(23 febbraio 2006) L'uso dei dati Inail nella Asl 2 dell'Umbria

Sulla base dei nuovi flussi informativi Inail-Ispesl-Regioni, l'Asl 2 dell'Umbria ha analizzato il fenomeno infortunistico nella Regione nel triennio 2000-2002, per conoscere in modo più approfondito la realtà locale e definire le priorità nelle fasi di programmazione degli interventi preventivi e di vigilanza.

Da questa analisi sono emersi innanzitutto i settori più a rischio: oltre all'edilizia, anche la metalmeccanica e i settori caratterizzati da un uso frequente dei mezzi di trasporto. Gli incidenti stradali, sia in itinere che sul lavoro, sono infatti la causa del 30-40% degli infortuni mortali; il 13% degli infortuni indennizzati riguarda lavoratori stranieri, quota che sale al 30% nel caso degli infortuni mortali.

Inoltre, si è chiarito come mai in molte statistiche Inail l'Umbria si trovi ai vertici per quanto riguarda il numero degli infortuni. Negli archivi di un'area geografica di competenza di un determinato ufficio Inail sono registrate tutte le aziende, e i rispettivi dipendenti assicurati, che hanno sede legale nell'area e tutti gli infortuni che vi si sono verificati, a prescindere dalla collocazione dell'azienda. C'è quindi la possibilità di una dissociazione tra denominatore e numeratore che, in una Regione piccola e gravata da una prevalente “importazione” di lavoro proprio nel settore dell'edilizia, può distorcere in modo sensibile il calcolo dei tassi. Viceversa, Regioni in cui sono registrate molte imprese che svolgono prevalentemente attività in altre aree possono presentare tassi artificiosamente bassi.

La possibilità di elaborare periodicamente gli aggiornamenti dell'archivio Inail, costruendo una competenza crescente sulle sue potenzialità e limiti, costituisce una risorsa preziosa per sviluppare l'attività dei Servizi di prevenzione negli ambienti di lavoro sulla base di dati epidemiologici.

Scarica il rapporto (pdf, 1 Mb) “Gli infortuni lavorativi nella Asl 2 dell'Umbria nel triennio 2000-2002”, a cura del Servizio di epidemiologia del Dipartimento di prevenzione della Regione.

 

(2 febbraio 2006) Emilia Romagna, la salute nei cantieri delle grandi opere

È stato pubblicato l'ultimo rapporto Monitor (pdf 1,2 Mb), l'osservatorio che studia e verifica lo stato di salute delle persone che lavorano nei cantieri delle tratte ferroviarie "Alta capacità" Bologna-Firenze e Milano-Bologna, del nodo ferroviario di Bologna città e della variante di valico autostradale lungo il tratto appenninico dell'A1.

I dati, pubblicati sul sito Infomonitor, riguardano lo stato dei lavori, l'attività di sorveglianza sanitaria, gli infortuni sul lavoro per tipologia e dinamica, il rispetto delle norme per la sicurezza e la salute dei lavoratori, l'attività dei servizi di vigilanza (i Servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro delle Aziende Usl di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna e Firenze).
Scarica il rapporto Monitor (pdf 1,2 Mb).

 

(26 gennaio 2006) Gli indicatori dei flussi informativi Inail-Regioni-Ispesl

Il percorso verso una migliore qualità e capacità di descrivere gli effetti sulla salute delle recenti trasformazioni del mercato del lavoro è giunto a un momento di riflessione sulle potenzialità e i limiti degli indici, anche alla luce delle esperienze d'uso. Un gruppo di esperti formato da esponenti regionali appartenenti al Gruppo nazionale sui nuovi flussi informativi Inail-Regioni-Ispesl presenta un documento di riflessione, con l'auspicio che possa dare il via a un dibattito più allargato possibile, verso la costituzione di un rapporto completo sullo stato di salute dei lavoratori.

Le considerazioni si riferiscono ai dati disponibili a partire dal 2000 relativi a infortuni sul lavoro e malattie professionali segnalate ed eventualmente definite dall'ente assicuratore. Insieme a quanto già disponibile sul sito della Regione Toscana (report di un focus group sul significato e l'uso dei nuovi dati nelle realtà territoriali di base), il documento vuole contribuire a definire quei “ritorni” informativi giustamente sollecitati a valle di un impegno rilevante da parte dell'intero gruppo nazionale e in particolare dell'Inail.

Le attività di prevenzione dei rischi e dei danni legati al lavoro non possono prescindere da un adeguato sistema informativo: occorrono informazioni sistematiche almeno su dove sono situati e quali sono i luoghi di lavoro, quali sono i cicli lavorativi, le modalità di lavoro e i rischi a queste collegati, quali sono i conseguenti danni alla salute conosciuti. Si tratta di una soluzione progressiva, per alcuni aspetti incompleta, ma che già contiene una considerevole ricchezza di dati.

Scarica il documento (pdf), a cura di Antonella Bena, Alberto Baldasseroni, Roberto Agnesi e Osvaldo Pasqualini.

 

(4 agosto 2005) Piemonte e Marche: a rapporto su sicurezza e incidenti sul lavoro
Monitorare gli infortuni e le malattie professionali che hanno luogo durante la realizzazione della tratta ferroviaria ad alta velocità Torino-Novara, con l'obiettivo di sorvegliare le attività, acquisire le informazioni necessarie per programmare, coordinare e verificare i risultati degli interventi attuati dai sistemi di prevenzione. Sulla scorta della precedente esperienza condotta dalle Regioni Emilia Romagna e Toscana per la tratta Firenze-Bologna, l'Osservatorio regionale monitoraggio epidemiologico (Orme-Tav) ha realizzato un sistema informativo che permette l'acquisizione, l'elaborazione e la restituzione dei dati a tutti i soggetti coinvolti e interessati. Leggi la sintesi relativa al periodo luglio-dicembre 2004. Consultabili anche l'anteprima dei dati raccolti (aggiornati a dicembre 2004) e le informazioni sui periodi precedenti.
Un rapporto (4,4 mb) curato da Regione Marche e Inail presenta i dati degli anni 2000 e 2001 e aggiorna il database degli infortuni, con l'inserimento di quelli denunciati nel 2002. Lo scopo è contribuire, attraverso interventi mirati (per esempio, quello del mercato del lavoro e della sua evoluzione o quello del monitoraggio su infortuni e legge 626), alla migliore conoscenza del mondo delle imprese e dei problemi organizzativi e gestionali della sicurezza che inevitabilmente si ripercuotono nell'incidenza di infortuni e malattie professionali.
I dati sugli infortuni denunciati nel triennio 2000-2002 mostrano che gli uomini subiscono più infortuni (77,5%), mentre la fascia d'età più colpita è 26-30 anni (14,6%) seguita da quella 31-35 anni (13,9%). Il settore più colpito è quello della “costruzione dei mezzi di trasporto”, seguito da quello della trasformazione e delle costruzioni. La qualifica professionale più frequente è quella degli operatori (12,1%), poi del meccanico (8,3%), del muratore (6,5%) e del falegname (4,1%). L'andamento degli infortuni presenta picchi nei mesi di marzo, luglio e ottobre. La maggior parte (97,8%) avviene nei giorni feriali, principalmente nei primi giorni della settimana.
Scarica il rapporto, disponibile anche sul sito della Regione Marche. Leggi anche il rapporto sullo stato di salute dei lavoratori nelle Marche 200-2001.

(5 maggio 2005) Incidenti sul lavoro e salute dei lavoratori stagionali: due commenti
I dati pubblicati da Oms- Ilo e da Inail necessitano di una interpretazione con strumenti adeguati e consentono di avviare una riflessione. Se infatti in Italia il trend degli infortuni è in calo, l'attenzione va puntata sull'incongruenza tra la dimensione di questa riduzione e l'attesa, dati gli strumenti normativi e i presidi sanitari messi in campo negli ultimi anni. La fotografia della situazione italiana consente infatti di evidenziare la compresenza di una situazione di rischi lavorativi tradizionali con la nascita di nuove tipologie di rischio. Se da un lato l'innovazione tecnologica e le normative migliorano le condizioni di vita di alcune categorie di lavoratori, si assiste a un trasferimento dei rischi verso nuove categorie di lavoratori meno garantiti, non facilmente censibili.
Domenico Taddeo, presidente della Società nazionale operatori della prevenzione (Snop), commenta per EpiCentro le criticità dei rapporti sugli infortuni Oms-Ilo e Inail.
Uno dei settori più difficilmente censibili è quello dell'agricoltura, dove le tipologie lavorative sono ancora meno classificabili e spesso più sommerse che non in altri ambiti lavorativi. Medici senza frontiere ha svolto un'indagine di valutazione delle condizioni sanitarie e di vita di quasi 800 immigrati irregolari che lavorano come stagionali in agricoltura in cinque regioni del Sud Italia. Il rapporto “I frutti dell'ipocrisia. Storie di chi l'agricoltura la fa. Di nascosto” è disponibile in una sintesi in pdf.
Salomè Gensini, responsabile medico del “progetto stagionali” di Medici senza frontiere, commenta i risultati dell'indagine per EpiCentro.

 

(28 aprile 2005) Due milioni all'anno i morti sui luoghi di lavoroo
Continua a salire il numero delle vittime di incidenti e malattie sui luoghi di lavoro. Gli ultimi dati presentati dall'Oms e dall'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) in occasione della giornata mondiale sulla sicurezza e la salute occupazionale parlano di 268 milioni di incidenti non mortali ogni anno e di 160 milioni di nuovi casi di malattie legate al lavoro. Le regioni con i più forti tassi di crescita sono la Cina e l'America Latina. Nel paese asiatico il numero di incidenti fatali è cresciuto da 73.500 del 1998 a 90.500 nel 2001, mentre gli incidenti con tre o più giorni di assenza dal lavoro sono aumentati da 56 milioni a 69 milioni. In America Latina l'aumento del numero di persone impiegate nel settore edile (soprattutto in Messico e Brasile) ha innalzato il numero di incidenti fatali da 29.500 a 39.500 nello stesso periodo di tempo.
Le malattie più comuni sul luogo di lavoro sono i tumori causati dall'esposizione a sostanze pericolose, i disturbi muscolo-scheletrici, quelli respiratori, la perdita dell'udito, le malattie circolatorie e le malattie trasmissibili. Nel settore agricolo, che ancora impiega la metà della forza lavoro mondiale, l'uso di pesticidi causa 70 mila morti per avvelenamento l'anno e 7 milioni di casi di malattie acute o croniche.
In Italia i dati provvisori dell'Inail indicano che nel 2004 si sono verificati quasi un milione di infortuni sui luoghi di lavoro, 1400 dei quali mortali. Al momento attuale, i dati sembrano quindi indicare un calo del 1,4% rispetto al 2003. La frequenza più elevata si registra in Umbria (52,59 infortuni ogni 1000 lavoratori), in Friuli Venezia Giulia (47,78) e in Emilia Romagna (47,05). Più bassa invece nel Lazio (22,82), in Campania (23,27), ma anche in Lombardia (30,75), nonostante questa regione sia al primo posto per numero assoluto di infortuni (più di 158 mila).

Leggi il comunicato congiunto Oms-Ilo e il rapporto globale dell'Ilo (traduzione in italiano a cura dell'Inail).

È disponibile anche il rapporto provvisorio messo a punto dall'Inail sulla situazione degli infortuni in Italia, corredato di schede e diapositive.

Consulta il sito web dedicato alla giornata mondiale sulla sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro e il programma Safe Work promosso dall'Ilo.