Aspetti epidemiologici
In Italia
Il 2020 è stato caratterizzato dalla pandemia di COVID-19 e parallelamente dall’assenza o dalla ridotta circolazione di alcune malattie infettive. Le misure di prevenzione adottate per contrastare il COVID-19 si sono dimostrate, quindi, efficaci anche per altri patogeni infettivi e la legionellosi potrebbe aver risentito di tali misure.
Negli ultimi trent’anni il numero di casi di legionellosi in Italia è aumentato costantemente, sebbene la legionellosi sia una malattia ampiamente sottostimata. Raramente, infatti, i pazienti vengono sottoposti ai test di laboratorio specifici prima di instaurare una terapia antibiotica e quindi spesso non viene fatta una diagnosi eziologica di legionellosi. Inoltre il test utilizzato per la diagnosi è rappresentato, nella quasi totalità dei casi, dall’antigene solubile urinario. La maggior parte dei test per la rilevazione dell'antigene solubile urinario, attualmente disponibili in commercio, sono specifici per Legionella pneumophila sierogruppo 1 (Lp1) e lasciano scarsamente diagnosticati casi dovuti ad altri sierogruppi o specie. A questo si aggiunge la sottonotifica dei casi che presenta una variabilità geografica e che porta a una variabilità dei tassi di incidenza tra le diverse aree geografiche del Paese.
I dati italiani sul 2020 sono stati pubblicati nel Bollettino epidemiologico nazionale nell’articolo “I risultati del sistema di sorveglianza della legionellosi in Italia nel 2020 durante la pandemia di COVID-19”. Leggi l’articolo completo con il dettaglio dei dati.