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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Focolaio USA da mammiferi importati (2003)

Nel 2003, quarantasette casi confermati e probabili di vaiolo delle scimmie, in inglese monkeypox (MPX), sono stati segnalati da sei Stati USA: Illinois, Indiana, Kansas, Missouri, Ohio e Wisconsin. Tutte le persone infettate dal virus MPX in questo focolaio si sono ammalate dopo aver avuto contatti con piccoli animali domestici (cani della prateria) i quali, a loro volta, avevano acquisito l’infezione dopo essere stati ospitati, presso le strutture di un rivenditore di animali dell'Illinois, vicino a piccoli mammiferi importati dal Ghana.

Questa è stata la prima volta che il vaiolo delle scimmie umano è stato segnalato al di fuori dell'Africa.

 

Le indagini epidemiologiche hanno stabilito che una spedizione di animali dal Ghana, importata in Texas nell’aprile 2003, ha introdotto il virus del vaiolo delle scimmie negli Stati Uniti. La spedizione conteneva circa 800 piccoli mammiferi che rappresentano nove specie diverse, inclusi sei tipi di roditori. Questi roditori includevano scoiattoli di corda, scoiattoli arboricoli, ratti marsupi giganti africani, istrici dalla coda a spazzola, ghiri e topi striati. I test di laboratorio dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) statunitense hanno mostrato che due ratti marsupiali giganti africani, nove ghiri e tre scoiattoli di corda erano infetti dal virus MPX. Dopo l'importazione negli Stati Uniti, alcuni degli animali infetti sono stati ospitati vicino a cani della prateria presso un rivenditore di animali nell'Illinois. Questi cani della prateria sono stati venduti come animali domestici prima che sviluppassero segni di infezione.

 

Tutte le persone che si sono infettate con il virus del vaiolo delle scimmie si sono ammalate dopo aver avuto contatti con cani della prateria infetti. Uno studio condotto dopo l'epidemia ha identificato alcune attività relative alla cura degli animali (toccarne uno malato o ricevere un morso o un graffio) associate a una maggiore probabilità d’infezione da MPXV. Pulire la gabbia o toccare la cuccia di un animale malato sono risultati essere altri importanti fattori di rischio. Nessun caso di infezione umana da vaiolo delle scimmie in questo focolaio è stato attribuito esclusivamente alla trasmissione da persona a persona.

 

Le varie attività messe in atto dai CDC, dai dipartimenti di sanità pubblica degli Stati coinvolti, dal Dipartimento dell'agricoltura, dalla Food and Drug Administration (FDA) e da altre Agenzie, tra cui: l’uso esteso di test di laboratorio; vaccinazione e trattamenti contro il vaiolo; sviluppo di linee guida per pazienti, operatori sanitari, veterinari e allevatori di animali; rintracciamento di animali potenzialmente infetti; indagini su possibili casi umani, hanno impedito un'ulteriore diffusione del vaiolo delle scimmie. E’ stato inoltre emesso un embargo immediato e un divieto di importazione,  trasporto interstatale, vendita e rilascio nell'ambiente di alcune specie di roditori, compresi i cani della prateria. La FDA ha successivamente annullato la parte dell'ordinanza che limitava la cattura, la vendita e il movimento tra Stati di cani della prateria o roditori africani allevati in casa, ma la restrizione del CDC sull'importazione di roditori africani rimane a tutt’oggi in vigore.

 

Risorse utili e fonti

 

Data di creazione della pagina: 16 giugno 2022

Revisione a cura di: Giacomo Facchin, Antonietta Filia - Dipartimento malattie infettive, ISS