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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Dati epidemiologici

L’Mpox (precedentemente denominato monkeypox o vaiolo delle scimmie) è la più importante infezione da orthopoxvirus nell'uomo dall'eradicazione del vaiolo (smallpox). Il nome originale di questa malattia deriva dalla scoperta del virus (monkeypox virus, MPXV) in delle scimmie in un laboratorio in Danimarca nel 1958. Nel 1970, il primo isolato umano di MPXV è stato segnalato in un bambino nella regione equatoriale della Repubblica Democratica del Congo (RDC). 

 

L'Mpox è endemico in Africa centrale e occidentale, dove sono regolarmente segnalati dei focolai, soprattutto nella Repubblica Democratica del Congo (RDC, ex Zaire). Oltre alla RDC, i Paesi endemici sono Benin, Cameroon, la Repubblica Centrale Africana, Gabon, Ghana (identificato solo negli animali), Costa d’Avorio, Liberia, Nigeria, la repubblica del Congo, Sierra Leone, e Sudan del Sud.

 

Nei Paesi endemici la trasmissione avviene prevalentemente da animale a uomo mentre la trasmissione interumana ricopre una percentuale limitata di casi. Permangono delle incertezze su quali siano i serbatoi naturali del MPXV nelle aree endemiche e su come venga mantenuta la circolazione del virus in natura (sebbene si sospetti che i roditori rivestano un ruolo determinante).

L’Mpox colpisce tutte le fasce di età; nei Paesi endemici i bambini di età inferiore ai 16 anni hanno storicamente costituito la percentuale maggiore di casi. Tuttavia, negli anni sono stati segnalati focolai di tutte le età e in contesti più diversi e l'età mediana è passata da 4 anni negli anni 70 a 21 anni nel 2010-2019.

 

Dal sequenziamento del virus sono stati identificati due distinti cladi di MPXV: il clade dell'Africa occidentale (letalità <1%) e il clade del bacino del Congo considerato più virulento (storicamente con una letalità >10%). Un gruppo di esperti riunitosi l’otto agosto 2022 ha concordato una rivisitazione della nomenclatura dei cladi secondo numerazione romana. Il clade del bacino del Congo è stato rinominato “Clade I”, mentre il clade del bacino dell’Africa occidentale come “Clade II”. Quest’ultimo è stato suddiviso in due sottogruppi: Clade IIa e Clade IIb Nel 2024, è stato identificato un nuovo sottogruppo del Clade I: clade Ib.

 

Negli ultimi decenni, il numero di casi segnalati nell'uomo è andato aumentando, soprattutto nella RDC dall’anno 2000, ma anche in diversi Paesi africani. Tra il 2017 e il 2019 è stato segnalato un focolaio di oltre 300 casi in Nigeria, causato dal clade dell'Africa occidentale (Clade II), principalmente nelle aree urbane, in persone con contatti limitati con animali vivi, indicando il potenziale di focolai prolungati nelle popolazioni umane. I casi hanno continuato a essere segnalati regolarmente dal 2017 e alcuni Paesi, come Liberia, Sierra Leone, Camerun e Repubblica Centrafricana hanno iniziato a segnalare casi con maggiore frequenza. Si ritiene che l’incremento dei casi endemici sia imputabile a una combinazione di fattori, tra cui l’interruzione della vaccinazione contro il vaiolo che forniva una certa protezione crociata contro il vaiolo delle scimmie, l’aumentata deforestazione e una migliorata sorveglianza e capacità di laboratorio nella regione africana. Alcuni autori citano una evoluzione del virus come ulteriore possibile fattore.

 

Fino al 2022, i rari casi che venivano segnalati in Paesi non endemici erano solitamente di importazione. Nel 2003, si è verificato un focolaio di circa 50 casi umani in sei Stati degli USA, collegato all'importazione e alla vendita di animali esotici provenienti dall'Africa occidentale. Questa è stata la prima volta che il vaiolo delle scimmie è stato segnalato nell’uomo al di fuori dell'Africa. Le persone infettate si sono ammalate dopo aver avuto contatti con piccoli animali domestici (cani della prateria) a loro volta infettati dopo essere stati ospitati vicino a piccoli mammiferi importati dal Ghana. In tale focolaio, non è stata identificata alcuna trasmissione da persona a persona, né riportato alcun decesso.

Nel 2022, per la prima volta sono state segnalate catene di trasmissione prolungate di Mpox (Clade II) in Paesi in cui la malattia non era endemica, senza che i casi riportassero collegamenti epidemiologici diretti o immediati con aree dell'Africa occidentale o centrale (viaggi, importazione di mammiferi). Continuavano inoltre a essere segnalati casi in diversi Paesi endemici. Con l'eccezione dei casi segnalati nei Paesi dell'Africa occidentale e centrale, l'epidemia ha coinvolto principalmente uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (MSM) e che hanno riferito rapporti sessuali recenti con uno o più partner.

 

La diffusione rapida ed estesa del virus ha portato l’OMS, il 23 luglio 2022, a dichiarare l’Mpox "Emergenza di salute pubblica internazionale" (PHEIC - Public Emergency of International Concern), ai sensi del Regolamento sanitario internazionale (International Health Regulations IHR (2005). L’11 maggio 2023 l'OMS ha dichiarato la fine dell’emergenza di sanità pubblica internazionale.

 

 

Da novembre 2023 è in corso nella RDC una importante epidemia di mpox che si è recentemente allargata a diversi Paesi confinanti. Nella RDC, sono stati già segnalati, dall’inizio del 2024 ad agosto 2024, oltre 16.000 casi e 500 decessi, la maggior parte di cui (66% dei casi totali e 82% dei decessi) in bambini sotto i 15 anni di età. È probabile che i casi siano notevolmente sottostimati a causa della importante sottodiagnosi (gran parte dei casi clinicamente compatibili non è stata testata) e della sottonotifica dei casi.

 

L’aumento dei casi è associato a focolai causati dal Clade I, endemico nella RDC e che colpisce prevalentemente i bambini. Tuttavia, è stato identificato anche un nuovo ceppo virale di MPXV, denominato Clade Ib che colpisce prevalentemente gli adulti e che sembra diffondersi anche per contatto sessuale. L’epidemia associata al Clade Ib si sta diffondendo nella parte orientale del Paese.

 

Il 14 agosto 2024, l’OMS ha nuovamente dichiarato l’Mpox "Emergenza di salute pubblica internazionale" (PHEIC). I motivi principali della dichiarazione sono la comparsa e la rapida diffusione del nuovo ceppo virale nella RDC (il clade Ib), la cui trasmissione sembra essere sostenuta principalmente, ma non esclusivamente, attraverso le reti sessuali, e il  rilevamento del nuovo ceppo, da luglio 2024, anche in quattro paesi confinanti con la RDC che non avevano mai segnalato la malattia in precedenza: Burundi, Kenya, Ruanda e Uganda.

 

 

Data di ultimo aggiornamento: 21 agosto 2024

Data di creazione della pagina: 25 luglio 2022

Revisione a cura di: Antonietta Filia, Giulietta Venturi  - Dipartimento malattie infettive, ISS