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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Aggiornamento sulle epidemie di infezioni da Escherichia coli produttore di Shiga tossine

Notiziario – 7 luglio 2011

 

La situazione in Europa

 

A oggi nei Paesi Eu/Eea sono stati riportati 898 casi di sindrome emolitica uremica (SEU), di cui 33 letali, e 3338 casi non-SEU, con 17 decessi. Lo riferisce l’aggiornamento del bollettino epidemiologico sui focolai di E. coli O104:H4 pubblicato dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) il 6 luglio, dove si possono trovare i dettagli del numero di casi per ogni Paese. L’Ecdc fornisce, infatti, aggiornamenti costanti sull’andamento dei focolai attraverso la diffusione di bollettini epidemiologici.

 

Il 29 giugno, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e l’Ecdc hanno pubblicato congiuntamente una nuova valutazione del rischio (pdf 592 kb), realizzata alla luce degli sviluppi epidemiologici relativi al focolaio di E. coli O104:H4 registrato in Germania nelle scorse settimane, del recente cluster di casi di SEU registrati in Francia (nella zona vicino Bordeaux) e di un caso sporadico segnalato dalla Svezia (un adulto maschio che non si è recato recentemente in Germania e che non ha riferito il consumo di germogli nella settimana precedente l’insorgenza dei sintomi). Per maggiori informazioni leggi il documento completo del 29 giugno 2011 “Efsa/Ecsc joint rapid risk assessment. Cluster of heamolytic uremic syndrome (HUS) in Bordeaux, France” (pdf 592 kb).

 

Il 24 giugno le autorità francesi hanno segnalato un focolaio di 8 pazienti con sintomi di diarrea emorragica o di SEU causato da E. coli nella zona nelle vicinanze di Bordeaux. Al 28 giugno, secondo quanto riportato dall’Efsa il 5 luglio, sono stati segnalati dalla Francia 8 casi di diarrea emorragica e 8 casi di SEU, l’infezione da E. coli O104:H4 è stata confermata per 4 di questi pazienti affetti da SEU. I ceppi di 3 pazienti dell’epidemia francese sono stati confrontati con quelli responsabili dell’epidemia in Germania e hanno presentato un elevato grado di omologia. Questo suggerisce la probabile fonte comune dei due focolai.

 

Per individuare la possibile fonte di infezione per il cluster francese è stata incaricata una task force dell’Efsa. Le indagini evidenziano che la più probabile connessione tra i due focolai, sia rappresentata da una partita di semi di fieno greco importati dall’Egitto e utilizzati per produrre germogli.

 

L’Efsa sottolinea tuttavia che non si può escludere che siano implicati anche altri lotti di fieno greco importati dall’Egitto tra il 2009 e il 2011. L’Agenzia raccomanda dunque che la Commissione Europea faccia il possibile per prevenire un’ulteriore esposizione dei consumatori ai semi sospetti e che si compiano ulteriori indagini nei Paesi che possano aver ricevuto semi dai lotti in questione.

 

In questa situazione, l’Efsa continua a raccomandare ai consumatori di non coltivare germogli per il consumo personale e di non mangiare germogli o semi germogliati a meno di non averli cotti accuratamente.

 

Leggi il documento completo “Tracing seeds, in particular fenugreek (Trigonella foenum-graecum) seeds, in relation to the Shiga toxin-producing E. coli (STEC) O104:H4 2011 Outbreaks in Germany and France” e il comunicato stampa dell’Efsa.

 

Sul sito della Direzione generale di sanità pubblica della Commissione europea (DG Sanco) è possibile trovare gli aggiornamenti sui lavori della Commissione europea, relativi ai focolai di E. coli registrati nei Paesi europei.

 

La situazione in Italia

Nel 2011, in Italia non sono stati segnalati casi di sindrome emolitico uremica da E. coli O104:H4 riconducibili al focolaio epidemico tedesco. Il 7 luglio il Ministero della Salute ha diffuso un comunicato contenente un aggiornamento della situazione rispetto al precedente comunicato del 7 giugno 2011 (pdf 360 kb) nel quale veniva sottolineata la necessità di allertare i centri di nefrologia operanti sul territorio nazionale e l’invito a segnalare i casi sospetti al Registro italiano della SEU e a inviare i campioni al Laboratorio nazionale di riferimento per E. coli.

 

L’Istituto superiore di sanità, sede del Laboratorio europeo di riferimento per l’Escherichia coli in campo veterinario, insieme al ministero della Salute e su richiesta della Direzione generale di sanità pubblica della Commissione europea (DG Sanco), è direttamente coinvolto nelle indagini sull’epidemia. In particolare, il Laboratorio ha messo a punto un metodo specifico per la ricerca del ceppo epidemico VTEC O104:H4 negli alimenti, metodo distribuito ai Laboratori nazionali di riferimento degli Stati membri e, a livello nazionale, agli Istituti zooprofilattici sperimentali, che in Italia svolgono la maggior parte dei controlli ufficiali sugli alimenti.

 

Fonti di interesse