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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Aggiornamento sulle epidemie di infezioni da Escherichia coli produttore di Shiga tossine

Notiziario – 9 giugno 2011

 

La situazione in Europa

A partire dall’8 giugno 2011, gli Stati membri dell’Unione europea hanno condiviso una nuova definizione di caso per la sindrome emolitica uremica (SEU) e diarrea emorragica provocate dal ceppo epidemico di E. coli produttore di Shiga-tossine (STEC) O104:H4. La nuova definizione di caso ha determinato alcune variazioni nel numero di casi segnalati per 4 Stati (Francia, Svezia, Paesi Bassi e Regno Unito). Lo riferisce il bollettino epidemiologico pubblicato dall’Ecdc il 9 giugno, sul focolaio di E. coli in Germania.

 

Il 22 maggio, la Germania ha cominciato a riportare un aumento significativo del numero di pazienti affetti da sindrome emolitica uremica (SEU) e diarrea emorragica provocate dal ceppo epidemico di E. coli produttore di Shiga-tossine (STEC).

 

Dal 2 maggio, i Paesi dell’Unione europea hanno riportato 757 casi di SEU (722 solo in Germania) e 2142 casi di STEC on-SEU (2086 solo in Germania), 19 dei casi di SEU e 8 di casi di STEC non-SEU sono risultati fatali. Per i dettagli del numero di casi per Paese leggi il bollettino dell’Ecdc del 9 giugno.

 

Mentre la sindrome emolitica uremica si osserva tipicamente nei bambini sotto i cinque anni di età, nel focolaio tedesco i pazienti più frequentemente coinvolti sono gli adulti con una netta predominanza di donne (più di due terzi).

 

Le analisi di laboratorio hanno identificato come agente infettivo il siero gruppo STEC O104:H4 (stx2-positivo; eae-negativo; hly-negativo, ESBL, aat, aggR, aap). I risultati dell’elettroforesi su gel a campo pulsato (Pulsed-field Gel Electrophoresis, PFGE) mostrano pattern indistinguibili di 7 focolai umani di O104:H4 in Germania e 2 ceppi di O104:H4 in Danimarca.

 

La fonte del focolaio è ancora sotto indagine anche se il più probabile veicolo di infezione sembra essere di origine alimentare.

 

La maggior parte dei casi si sono verificati nella Germania settentrionale (Schleswig-Holstein, Bassa Sassonia, Nord-Reno-Vestfalia e Amburgo). All’interno dell’Unione europea anche altri Stati, oltre la Germania, hanno riportato casi: Danimarca, Paesi Bassi, Polonia, Spagna, Svezia e Regno Unito hanno riferito casi di SEU, mentre altri 5 hanno riferito casi di STEC non-SEU.

 

In base alle informazioni disponibili, i casi segnalati dagli altri Paesi europei sono occorsi in persone che si erano recate nei giorni precedenti in Germania (principalmente la parte settentrionale). Il veicolo dell’infezione non è stato ancora identificato ma sono in corso indagini approfondite. Il loro risultato permetterà di effettuare una valutazione del rischio completa. Per prevenire lo sviluppo di malattie severe è essenziale una rapida identificazione dei casi potenziali collegati a questo focolaio, all’interno della Germania o tra chi vi si è recato a partire dall’inizio di maggio.

 

L’Ecdc fornisce aggiornamenti costanti sull’andamento del focolaio attraverso la diffusione di bollettini epidemiologici.

 

Sul sito della Direzione generale di sanità pubblica della Commissione europea (DG Sanco) è possibile trovare gli aggiornamenti sui lavori della Commissione europea, relativi al focolaio di E. coli. Tra i documenti proposti, i Consigli sanitari per la prevenzione delle malattie diarroiche, in particolare in relazione al batterio Escherichia coli produttore della tossina Shiga (STEC) – detto anche E. coli produttore di verotossina (VTEC) o E. coli enteroemorragico (EHEC)” (pdf 24 kb) rilasciati dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) il 3 giugno 2011.

 

La situazione in Italia

Nel 2011, in Italia non sono stati segnalati casi di sindrome emolitico uremica da E. coli O104:H4 riconducibili al focolaio epidemico tedesco. I 3 casi di questa sindrome segnalati nel 2011 sono infatti stati causati da E. coli VTEC. A scopo cautelativo, vista la dimensione del focolaio tedesco, nel documento del Ministero viene anche sottolineata la necessità di allertare i centri di nefrologia operanti sul territorio nazionale e l’invito a segnalare i casi sospetti al Registro italiano della SEU e a inviare i campioni al Laboratorio nazionale di riferimento per E. coli.

 

L’Istituto superiore di sanità, sede del Laboratorio europeo di riferimento per l’Escherichia coli in campo veterinario, insieme al ministero della Salute e su richiesta della Direzione generale di sanità pubblica della Commissione europea (DG Sanco), è direttamente coinvolto nelle indagini sull’epidemia. In particolare, il Laboratorio ha messo a punto un metodo specifico per la ricerca del ceppo epidemico VTEC O104:H4 negli alimenti, metodo distribuito ai Laboratori nazionali di riferimento degli Stati membri e, a livello nazionale, agli Istituti zooprofilattici sperimentali, che in Italia svolgono la maggior parte dei controlli ufficiali sugli alimenti.

 

Fonti di interesse