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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Malattie zoonotiche: i dati Ecdc ed Efsa del 2017

Anche nel 2017 la campilobatteriosi si è confermata la zoonosi più frequente nell’Unione europea (Ue), nonostante i casi confermati siano rimasti pressoché costanti nel periodo 2013-2017. Lievemente ridotti rispetto al 2016 sono risultati anche i casi di salmonellosi nell’uomo, sebbene nel suo complesso la situazione sia da considerarsi stabile, senza variazioni significative nel numero di casi riportati a partire dal 2013 Queste e altre informazioni sull’andamento delle zoonosi sono fornite nel rapporto “The European Union summary report on trends and sources of zoonoses, zoonotic agents and food-borne outbreaks in 2017” dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) sulla base dei dati raccolti dai 28 Paesi Ue (altri nove Paesi europei hanno riferito dati su alcuni degli agenti zoonotici) nel 2017.

 

Una panoramica sui dati

Nel 2017 i casi di campilobatteriosi sono stati 246.158 con un tasso di notifica di 64,8 su 100.000 abitanti e con una leggera diminuzione ma non significativa rispetto al 2016 (246.307 casi). Nonostante l'elevato numero di casi, la malattia ha una bassa letalità (0,04%). Per quanto riguarda le fonti di esposizione alimentare, più alti valori di prevalenza di contaminazione da Campylobacter sono stati riscontrati nella carne di pollo e di tacchino (37,4% e 31,5% rispettivamente).

 

Il trend in diminuzione del numero di casi di salmonellosi evidenziato tra il 2008 e il 2013 continua anche nel 2017 con un decremento del 2,9% rispetto il 2016 (91.662 nel 2017 e 94.425 nel 2016), tuttavia dal 2013 al 2017 non sono state evidenziate variazioni significative. Il principale sierotipo riportato, come nel 2016, è sempre S. Enteritidis, di cui si è evidenziata un ulteriore aumento della frequenza dei casi (49,1% nel 2017 rispetto 48,5% nel 2016). Questo aumento si collega all’inserimento dei dati sui sierotipi da parte di uno Stato membro che negli anni precedenti non forniva questa informazione. Questo sierotipo risulta essere principalmente associato alle galline ovaiole. Il secondo sierotipo per numero di casi è S. Typhimurium seguito dalla S. Typhimurium variante monofasica.

 

Sono stati segnalati 2480 casi umani di listeriosi invasiva con un tasso di 0,48 casi per 100.000 paragonabile al 2016 e con una letalità del 13,8%. Le infezioni da listeria sono state segnalate prevalentemente negli anziani (fascia di età superiore a 84 anni).

 

Focolai epidemici di malattia trasmessi da alimenti o acqua

Nel 2017, nei 28 Paesi membri dell’Ue sono stati segnalati 5079 focolai epidemici di malattia trasmessi da alimenti o acque, in calo del 6,8% rispetto al 2016. Nei singoli Paesi gli agenti più frequentemente coinvolti erano Salmonella (15 Paesi, tra cui l’Italia), tossine batteriche diverse da Clostridium botulinum (4 Paesi), Campylobacter (3 Paesi), norovirus (3 Paesi) ed E. coli produttore di Shigatossina (STEC, 1 Paese). Complessivamente Salmonella ha causato il maggior numero di focolai epidemici, ospedalizzazioni e decessi mentre Listeria e Clostridium botulinum erano associati al più elevato tasso di letalità tra i casi epidemici.

 

Gli alimenti più frequentemente implicati nei focolai erano carne e prodotti a base di carne (19% dei focolai), pesce e prodotti derivati (17%), uova (16%). Da sottolineare che, ancora una volta il maggior numero di focolai epidemici a trasmissione alimentare si è verificato in ambiente domestico.

 

Riguardo all’Italia, rispetto agli anni precedenti si evidenzia una sostanziale stabilità nel numero di infezioni da Campylobacter (1057 contro 1060), mentre le infezioni da Salmonella e Listeria monocytogenes mostrano una leggera diminuzione nel 2017 rispetto il 2016 (3347 contro 4134 per Salmonella; 164 contro 179 per Listeria).

 

La relazione fornisce anche informazioni sulle tendenze e le fonti di tubercolosi dovute a Mycobacterium bovis, e di infezione da Brucella, STEC, Yersinia, Trichinella, Echinococcus, Toxoplasma congenito, rabbia, Coxiella burnetii (Febbre Q), virus del Nilo occidentale e tularemia.

 

Risorse utili

  • visita il sito Efsa per scaricare il documento completo.

 

Data di creazione della pagina: 10 gennaio 2019

Autori: Caterina Graziani, Luca Busani (Dipartimento di Malattie infettive), Stefano Morabito e Gaia Scavia (Dipartimento di Sicurezza alimentare, nutrizione e sanità pubblica veterinaria), Iss