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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Percezione del rischio alimentare: l’esperienza nell’ambito del Passi

Marina Fridel - Servizio veterinario e igiene degli alimenti, Assessorato politiche per la salute, Regione Emilia-Romagna

 

26 giugno 2014 - Quando in Regione, elaborando il profilo di salute sulla sicurezza alimentare è emerso quanto fossero esigui i dati sulla percezione del rischio alimentare e nello stesso tempo quanto potessero essere utili per indirizzare gli interventi di promozione della salute, si è pensato di integrare un sistema già in uso e collaudato come Passi per raccogliere un ventaglio di informazioni sui consumi alimentari della popolazione. A tal fine la Regione Emilia-Romagna ha suggerito di introdurre un modulo opzionale dedicato; alla proposta hanno aderito, ad oggi, altre due Regioni (Toscana e Sardegna) aumentando significativamente la popolazione target e consentendo un interessante confronto tra aree geografiche diverse con differenti tradizioni alimentari.

 

L’obiettivo: stimare, valutare e monitorare nel tempo le preoccupazioni dei consumatori sui possibili rischi associati agli alimenti. Per chi lavora su questi temi, infatti, è fondamentale poter analizzare la fiducia del pubblico nella capacità delle autorità e dei produttori di garantire la sicurezza alimentare per il consumatore al fine di capire di orientare le campagne di comunicazione per affrontare al meglio la gestione del rischio.

 

Dai dati delle tre Regioni (abbastanza simili tra loro) emerge che il rischio percepito (prevalentemente di tipo chimico, non controllabile direttamente dal consumatore) non corrisponde al rischio sanitario reale (prevalentemente di tipo microbiologico) e sostiene la scelta di investire con strumenti di comunicazione efficaci.

 

I dati dell’Emilia-Romagna

Nella nostra Regione meno di un terzo delle persone intervistate si dichiara preoccupato per i rischi di salute correlati agli alimenti. In particolare dimostrano una maggiore sensibilità le donne (che considerano anche di più l’aspetto nutrizionale), i 35-49enni, le persone con titolo studio alto e cittadinanza italiana. Preoccupa maggiormente la presenza nei cibi di sostanze chimiche aggiunte come conservanti/coloranti e pesticidi. Viene data particolare rilevanza alla lettura delle etichette (63%) con diverso interesse per le informazioni riportate (in particolare alla scadenza, agli ingredienti, alla provenienza geografica degli alimenti acquistati, alla presenza di conservati e coloranti). Le informazioni vengono acquisite attraverso i principali canali d’informazione: televisione, giornali, radio e internet (nei giovani). La maggior fiducia è riposta nelle istituzioni scientifico-sanitarie, nei medici e operatori sanitari.

 

Comunicare per sostenere scelte informate

L’esperienza fatta con il modulo opzionale Passi, ha confermato che la comunicazione relativa al tema della sicurezza alimentare e nutrizionale è uno strumento di sanità pubblica indispensabile per orientare il consumatore verso scelte consapevoli e informate. È infatti fondamentale per fornire ai cittadini informazioni sui possibili rischi, sulla qualità degli alimenti ma anche sul rapporto tra alimentazione, stile di vita e salute.

 

Il primo passo verso una buona comunicazione deve partire dalle conoscenze acquisite e comprendere valutazioni culturali, economiche ed etiche diverse nelle varie aree geografiche. In questo senso sarebbe interessante che, nelle prossime rilevazioni Passi, aderissero al modulo opzionale anche altre Regioni, per arricchire ancora di più le informazioni a disposizione e avere una panoramica sempre più completa di livello nazionale.

 

Per approfondire leggi il rapporto regionale “La percezione del rischio alimentare in Emilia-Romagna. Dati 2012” (pdf 394 kb).