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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Rapporto nazionale Passi 2010: screening mammografico

8 settembre 2011 - Secondo i dati dei registri tumori, il cancro della mammella provoca un quarto di tutti i tumori maligni delle donne. L’Istituto superiore di sanità stima che, nell’arco di tutto il 2010, si siano accumulati 38.286 nuovi casi e che, in virtù di una migliore sopravvivenza, attualmente ben 472.112 donne italiane vivono, dopo aver avuto un cancro della mammella. Tutto ciò grazie alla diagnosi precoce e all’efficacia delle cure.

 

La mortalità per cancro della mammella si riduce sensibilmente tra le donne che praticano la mammografia ogni due anni, a partire dai 50 fino ai 69 anni di età. Per questa ragione, in Italia, il ministero della Salute raccomanda ai servizi sanitari (vedi il documento completo e il vademecum) l’esecuzione di screening di popolazione, cioè un programma organizzato che ogni due anni inviti regolarmente le donne tra 50 e 69 anni a eseguire la mammografia.

 

Indipendentemente da questi programmi, la mammografia viene effettuata anche su iniziativa personale della donna, nell’ambito del rapporto con il proprio ginecologo o in altri contesti.

 

L’Osservatorio nazionale screening, che ha il compito di seguire l’andamento di questi programmi, stima che nel 2009 fossero circa 2,5 milioni (l’87% della popolazione target) le donne italiane di 50-69 anni, residenti in aree dove era attivo un programma di screening organizzato.

 

Il sistema Passi rileva, richiedendolo direttamente alle donne tra 50 e 69 anni, se e quando è stata effettuata la mammografia e se è stata eseguita all’interno del programma di screening organizzato dalla Asl oppure su iniziativa personale.

 

La copertura

Nelle Asl che hanno partecipato al Passi nel 2010, il 70% delle donne 50-69enni ha eseguito la mammografia preventiva nel corso dei precedenti due anni. La copertura complessiva al test di screening raggiunge valori più alti al Nord (81%) e al Centro (77%), mentre è significativamente più bassa al Sud e nelle Isole (53%).

La mammografia viene effettuata in gran parte nell’ambito dei programmi organizzati dalle Asl: una donna su cinque (20%) ha eseguito lo screening mammografico su iniziativa personale (si va dal 4% della Basilicata e Valle d’Aosta al 34% della Liguria).

 

Mammografia eseguita negli ultimi due anni

per macro area geografica – Donne 50-69enni

Pool Asl – Passi 2010

 

 

Scarica la tabella (xls 23 kb) con i dati regionali del 2010 relativi alla copertura dello screening mammografico.

 

I dati sul quadriennio

Per un confronto interregionale più attendibile, la copertura della mammografia negli ultimi due anni è stata calcolata anche sul pool quadriennale (2007-2010), come illustra la figura.

Per maggiori dettagli, scarica la tabella e il grafico (xls 41 Kb) con i dati regionali del 2007-2010 relativi alla copertura dello screening mammografico, l’adesione allo screening organizzato e quella spontanea.

 

Mammografia eseguita negli ultimi due anni - Donne 50-69enni

Pool Asl – Passi 2007-2010

 

 

Considerando solo le Asl che hanno partecipato alla sorveglianza per l’intero periodo 2007-2010 (pool omogeneo) [1], si osserva che la copertura complessiva al test di screening è rimasta sostanzialmente stabile negli anni.

 

 

Trend copertura mammografia negli ultimi due anni - Donne 50-69enni

Pool Asl omogeneo – Passi 2007-2010

 

 

Fattori predittivi individuali di adesione al test di screening

L’effettuazione regolare dell’esame è più frequente nelle donne di 50-69 anni, in quelle coniugate o conviventi, con un livello di istruzione più elevato e senza molte difficoltà economiche. La copertura tra le donne italiane è più alta rispetto alle straniere (70% vs. 59%). L’analisi multivariata conferma l’associazione con l’età, la convivenza, il livello di istruzione e lo status economico.

 

Mammografia eseguita negli ultimi due anni

Donne 50-69enni

Pool Asl – Passi 2010

 

 

Confrontando le caratteristiche delle donne che hanno eseguito il test di screening nell’ambito di programmi organizzati dalla Asl con quelle di chi lo ha fatto di propria iniziativa, si nota che:

  • la percentuale di donne che praticano l’esame all’interno del programma di screening della Asl è maggiore tra 60 e 69 anni. Al contrario, l’esame su iniziativa personale è effettuato con maggiore frequenza dalle donne un po’ più giovani (50-59 anni)
  • le differenze di esecuzione del test, basate su stato civile, convivenza e difficoltà economiche esistono in entrambi i tipi di offerta, ma appaiono ridotte nei programmi organizzati delle Asl
  • le differenze basate sul livello di istruzione sono capovolte: cioè, nello screening organizzato, le donne meno istruite hanno una copertura migliore di quella delle donne più istruite. Nello screening praticato di propria iniziativa, invece, accade esattamente il contrario.

Mammografia eseguita negli ultimi due anni all’interno di programmi di screening organizzati – Donne 50-69enni

Pool Asl – Passi 2010

Mammografia eseguita negli ultimi due anni al di fuori di programmi di screening organizzati – Donne 50-69enni

Pool Asl – Passi 2010

 

La promozione dello screening mammografico

La maggior parte (91%) delle donne 50-69enni è stata raggiunta da almeno un intervento di promozione dello screening. La percentuale di esecuzione della mammografia negli intervalli raccomandati è più alta nelle donne raggiunte da più interventi di promozione, come accade generalmente all’interno dei programmi di screening organizzati. L’esame è stato eseguito secondo i tempi raccomandati dall’84% delle donne 50-69enni che hanno ricevuto la lettera di invito associata al consiglio di un operatore sanitario, contro il 21% di quelle non raggiunte da alcun intervento di promozione.

 

Mammografia eseguita negli ultimi due anni per esposizione

a interventi di promozione - Donne 50-69enni

Pool Asl – Passi 2010

 

 

Le motivazioni per la mancata esecuzione della mammografia

Nel 2010, nel pool di Asl partecipanti a livello nazionale, il 30% delle donne 50-69enni non ha praticato una prevenzione ottimale per quanto riguarda il cancro della mammella o perché non ha mai eseguito la mammografia (17%) o perché l’ha eseguita più di due anni prima (13%). Diverse le motivazioni fornite per la mancata esecuzione dell’esame. La risposta più frequente è: “penso di non averne bisogno”, che potrebbe essere interpretata come una errata percezione del rischio.

 

Motivi di non esecuzione della mammografia

Donne 50-69enni

Pool Asl – Passi 2010

 

 

Esecuzione di mammografia prima dei 50 anni

L’età media della prima mammografia è 45 anni, ma il ricorso allo screening è comunque frequente prima dei 50 anni (limite inferiore della fascia d’età per cui la mammografia biennale è oggi raccomandata in Italia). Tra 40-49 anni, il 63% delle donne ha dichiarato di aver effettuato almeno una volta la mammografia a scopo preventivo. L’aver effettuato la mammografia preventiva, almeno una volta nella vita, è meno frequente tra le donne non coniugate o non conviventi, tra quelle con basso livello d’istruzione, con difficoltà economiche e con cittadinanza straniera. L’analisi multivariata conferma l’associazione con lo stato civile, l’istruzione e la cittadinanza.

 

Inoltre, le donne tra 40 e 49 anni che hanno praticato almeno una mammografia preventiva sono il 69% al Nord, il 70% al Centro e il 52% al Sud.

 

Mammografia eseguita negli ultimi due anni

Donne 40-49enni

Pool Asl – Passi 2010

 

 

 

Conclusioni

I programmi di screening organizzati favoriscono una maggior adesione della popolazione target e riducono le diseguaglianze. In particolar modo, la lettera di invito, in associazione al consiglio dell’operatore sanitario, sembra lo strumento più efficace.

Nel 2010, Passi rileva un marcato gradiente geografico Nord-Sud nell’adesione delle donne tra 50 e 69 anni al programma di screening organizzato del tumore alla mammella.

 

La mammografia è spesso praticata già prima dei 50 anni, età per cui il rapporto tra benefici e rischi è apparentemente minore e aumentano i costi per anno di vita salvata. È proprio per questi motivi, del resto, che le attuali raccomandazioni prevedono che le Asl offrano lo screening prima dei 50 anni, ma solo dopo aver raggiunto una protezione ottimale per le donne tra 50 e 69.

 

Rispetto alla diagnosi precoce del cancro del seno, nel nostro Paese c’è un grande dibattito su due questioni rilevanti:

  • l’età a cui iniziare lo screening,
  • se sia più conveniente l’offerta della mammografia ogni due anni a tutte le donne tra 50 e 69 anni, oppure un approccio personalizzato che possa includere molteplici esami (per esempio, l’ecografia), in base alle esigenze della donna.

[1] A causa di accorpamenti e di variazioni dei confini amministrativi, le Aziende sanitarie partecipanti al Passi sono variate nel tempo. Tuttavia, le Asl che hanno effettuato la sorveglianza in modo continuo nel quadriennio corrispondono all’88% della popolazione osservata, per un totale di 118.611 interviste nel periodo 2007-2010.