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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Perché Passi mette sotto sorveglianza i tentativi di smettere di fumare

24 aprile 2013 - Uno dei cardini delle politiche contro il tabacco è la promozione dei tentativi di smettere di fumare, la ricerca di metodi efficaci per smettere e la loro messa in pratica. Attraverso alcuni indicatori specifici, ogni anno, Passi fornisce indicazioni su: tentativi di smettere di fumare nei 12 mesi precedenti, tentativi riusciti e tentativi falliti nei 12 mesi precedenti e modalità con cui si smette.

 

I fumatori vogliono smettere di fumare

Secondo i dati Passi, il 40% dei fumatori riferisce di aver fatto un serio tentativo di smettere negli ultimi 12 mesi, restando almeno 24 ore senza fumare.

La probabilità di mantenersi liberi dal fumo è però bassa, perché solo una percentuale di circa il 5% dei fumatori che tentano di smettere da soli, resta senza fumare per più di 6-12 mesi, diventando ex fumatore.

 

La nicotina crea dipendenza

La nicotina, contenuta nel tabacco, è una sostanza psicoattiva che induce dipendenza, e per questo motivo la maggior parte dei fumatori deve fumare tutti i giorni. La dipendenza è caratterizzata dalla ricerca compulsiva della sostanza e dall’abuso, nonostante la consapevolezza delle conseguenze negative per la salute. Gran parte dei fumatori è consapevole dei danni per la salute causati dal tabacco, ma smettere è difficile e può richiedere molteplici tentativi. Le ricadute sono frequenti, soprattutto nelle prime settimane, a causa dello stress, dell’aumento di peso e soprattutto dei sintomi dell’astinenza, tra cui: irritabilità, smania, depressione, ansia, deficit cognitivo e dell’attenzione, disturbi del sonno e aumento dell’appetito.

 

Sebbene la sindrome di astinenza sia correlata agli effetti farmacologici della nicotina, molti fattori comportamentali possono influenzare la severità dei sintomi. Per alcuni fumatori, toccare, annusare, guardare la sigaretta, assieme al rituale di acquistare o procurarsi le sigarette, maneggiarle, accenderle e fumarle sono tutte attività associate agli effetti piacevoli e possono peggiorare i sintomi e la smania provati nell’astinenza.

 

I sintomi dell’astinenza possono avere inizio poche ore dopo l’ultima sigaretta, inducendo il fumatore a riprendere. I sintomi raggiungono il massimo nei primi giorni dalla cessazione e abitualmente si calmano in poche settimane, anche se, per alcune persone, i sintomi possono perdurare mesi.

 

La dipendenza si instaura perché la nicotina agisce sul cervello

La ricerca ha mostrato che la nicotina attiva circuiti cerebrali che regolano le sensazioni di ricompensa e piacere. Una sostanza chimica coinvolta nella mediazione del desiderio di consumare ancora nicotina è il neurotrasmettitore dopamina, ed è stato dimostrato che la nicotina incrementa i livelli di dopamina nei circuiti di ricompensa. Questa reazione è simile a quella osservata con altre sostanze d’abuso e si ritiene sia alla base delle sensazioni piacevoli di cui fanno esperienza molti fumatori. Per molti, l’esposizione prolungata alla nicotina provoca cambiamenti cerebrali il cui risultato è la dipendenza.

 

 Le proprietà farmacocinetiche della nicotina rafforzano la sua potenzialità di instaurare la dipendenza. Il fumo di sigarette produce una rapida diffusione al cervello della nicotina, che raggiunge il suo livello di picco entro 10 secondi dall’inalazione. Tuttavia, gli effetti acuti scompaiono velocemente, al pari della associata sensazione di appagamento, che fa sì che il fumatore si sforzi di mantenere il dosaggio che provoca l’effetto di piacere e prevenga le sensazioni spiacevoli dell’astinenza.

 

Smettere di fumare è possibile

In Italia il 18% della popolazione tra 18 e 69 anni è composta da ex fumatori, il che dimostra che smettere è possibile e comporta una riduzione sostanziale dei rischi di malattia e morte prematura. Sebbene i benefici siano maggiori per coloro che smettono precocemente, la cessazione è benefica sempre. Smettere riduce in modo consistente i seguenti rischi per la salute:

  • cancro del polmone e altri tipi di cancro
  • malattie coronariche, ictus cerebrale, vasculopatie periferiche
  • sintomi respiratori come tosse, dispnea e broncopneumopatia cronico ostruttiva (Bpco), una delle principali cause di morte in Italia
  • nelle donne in età fertile, il rischio di infertilità. Nelle donne che non smettono di fumare durante la gravidanza, il rischio di avere bambini di basso peso alla nascita.

Che cosa bisogna fare per sostenere i fumatori che vogliono smettere

  • Secondo la Tobacco free iniziative dell’OMS, sono necessari:
  • un approccio di sanità pubblica che tenda a creare un clima sociale e un ambiente che sostenga la volontà dei fumatori di smettere di fumare
  • un approccio basato sulla sorveglianza, la ricerca e l’informazione che promuova lo scambio di informazioni e di conoscenze per aumentare la consapevolezza dell’esigenza di modificare le norme e i valori sociali
  • un sistema sanitario che utilizzi le pratiche più efficaci (comportamentali e farmacologiche) per aiutare le persone dipendenti dal tabacco nei loro tentativi di smettere, aumentando le probabilità di successo.

trattamenti efficaci aumentano le probabilità di smettere

  • L’intervento clinico breve, cioè il consiglio e l’assistenza competente del medico, della durata media di circa 10 minuti ha un effetto, anche se piccolo, sulla probabilità di smettere
  • il counseling (individuale, di gruppo, o telefonico)
  • le terapie comportamentali intensive aumentano il tasso di cessazione, rispetto a nessun trattamento, di circa il 7%
  • trattamenti farmacologici che funzionano:
  • prodotti sostitutivi a base di nicotina, sotto qualsiasi forma (cerotti, gomme o inalatori) aumentano il tasso di cessazione del 4-6% rispetto a un placebo
  • il Buproprione aumenta il tasso di cessazione dell’8% rispetto a un placebo
  • la Vareniclina aumenta la probabilità di smettere di fumare e diventare ex fumatore, rispetto al tentativo di smettere senza alcun ausilio.

La combinazione di farmaci e counseling è più efficace dei trattamenti da soli. Infine, bisogna rilevare che si moltiplicano gli studi di valutazione che mostrano che il supporto è efficace anche quando fornito con sedute di gruppo oppure attraverso quit-line telefoniche specializzate, attraverso siti web che utilizzano programmi automatici, e attraverso smart-phone.

Se i fumatori che cercano di smettere di fumare utilizzassero i trattamenti efficaci, molti più tentativi avrebbero successo.

 

Risorse disponibili