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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro

 

Importanza per la salute

 

17 aprile 2014 - La rosolia è una malattia esantematica che si manifesta con un’eruzione cutanea simile a quelle del morbillo o della scarlattina. Di solito benigna per i bambini, diventa pericolosa durante la gravidanza perché può portare gravi conseguenze al feto. Una volta contratta, la rosolia dà un’immunizzazione nella stragrande maggioranza dei casi permanente.

 

Spesso i sintomi della rosolia passano inosservati e ciò può rendere pericolosa la malattia, nel caso in cui venga contratta da una donna in gravidanza. La rosolia presenta infatti alti rischi per il feto, soprattutto se la madre contrae la malattia nel primo trimestre della gravidanza quando l’infezione può generare aborto spontaneo, morte intra-uterina o gravi malformazioni fetali (sindrome della rosolia congenita, SRC). Le più comuni e gravi manifestazioni della rosolia congenita sono i difetti della vista, la sordità, le malformazioni cardiache e il ritardo mentale nel neonato.

 

È possibile verificare l’immunità delle donne alla rosolia con il rubeotest. Tutte le donne in età fertile dovrebbero essere a conoscenza del proprio stato immunitario verso la rosolia e vaccinarsi prima di un’eventuale gravidanza. Se una donna ha in programma una gravidanza, dovrà attendere un mese dopo la vaccinazione antirosolia.

 

Raccomandazioni

Non esiste una terapia specifica della rosolia. L’arma migliore contro la malattia è la vaccinazione preventiva che garantisce immunità a vita.

 

Tra le malattie esantematiche la rosolia, come anche il morbillo, presenta i requisiti adatti per ottenerne l’eliminazione (trasmissione esclusivamente interumana, microrganismo geneticamente stabile, assenza di serbatoi animali o ambientali, periodo di contagiosità breve, immunità permanente conferita dall’infezione, disponibilità di un vaccino efficace e sicuro): la vaccinazione estensiva impedirebbe, pertanto,  la circolazione del virus in un’area geografica e, di conseguenza, non si registrerebbero più casi di infezione nella popolazione residente in quella data area.

 

Così come avvenuto per il vaiolo, la rosolia e il morbillo si candidano, attraverso un’efficace azione di immunizzazione universale all’eradicazione. Fino al 1999, in Italia veniva eseguita solo la vaccinazione delle bambine in età pre-puberale, verso i 12-13 anni. Questa strategia, analogamente a quanto osservato in altre nazioni, si è però rivelata insufficiente, in quanto l’elevata circolazione del virus in tutti i soggetti non vaccinati comporta una persistenza del rischio di infezione.

 

Per mirare all’eliminazione della rosolia, le strategia attuale di sanità pubblica, in linea con quella attuata in altri Paesi, prevede, nel secondo anno di vita, la somministrazione del vaccino trivalente (contro morbillo, parotite e rosolia) a tutti i bambini, di entrambi i sessi, con una seconda dose entro i 5-6 anni di età; è prevista inoltre l’immunizzazione degli adolescenti e delle donne in età fertile ancora suscettibili (non immuni naturalmente e non vaccinate), nonché di tutti gli operatori che svolgono mansioni a contatto con bambini e/o con donne in età riproduttiva.

 

Come Passi misura la copertura vaccinale antirosolia e la suscettibilità alla malattia delle donne in età fertile

Le variabili utilizzate per calcolare gli indicatori sono ricavate dalle dichiarazioni delle intervistate (donne di 18-49 anni) e sono basate sulle seguenti definizioni:

  1. vaccinata contro la rosolia: ha effettuato la vaccinazione
  2. immune: ha effettuato il rubeo test, che indicava lo stato di protezione dalla rosolia
  3. suscettibile alla rosolia: ha effettuato il rubeo test, che indicava lo stato di non protezione dalla rosolia
  4. ignara dello stato immunitario: non è stata vaccinata contro la rosolia (o non lo ricorda), e non ha eseguito il rubeotest (o l’ha eseguito, ma non ne ricorda il risultato).

Queste definizioni consentono di calcolare i seguenti indicatori principali, usando come denominatore tutte le donne di 18-49 anni, che hanno risposto alle rispettive domande sulla vaccinazione anti-rosolia e come numeratore la frequenza delle categorie di seguito riportate:

  • Prevalenza di donne in età fertile vaccinate contro la rosolia: numeratore (1)
  • Prevalenza di donne in età fertile suscettibili alla malattia oppure ignare dello stato immunitario nei confronti della rosolia: numeratore (3+4).

Che cosa dicono i dati Passi

Per quanto riguarda la copertura vaccinale, dai dati Passi 2010, risulta che meno di 4 donne su 10, tra i 18 ed i 49 anni, sono state vaccinate contro la rosolia, con una elevata variabilità interregionale (da 1 donna su 10 della Basilicata a 6 donne su 10 del Veneto). La proporzione di donne vaccinate è significativamente maggiore nelle generazioni più giovani. La quota di donne in età fertile certamente suscettibili alla rosolia, perché non vaccinate e con rubeotest negativo (definizione 3), è contenuta (2%), ma alta (38%) risulta la quota di coloro che sono inconsapevoli del proprio stato immunitario nei confronti della rosolia (definizione 4).

 

Va precisato che la rosolia si caratterizza spesso per un quadro clinico aspecifico o lieve per cui può non essere diagnosticata. Si presume quindi che molte donne con stato immunitario ignoto abbiano comunque sviluppato un’immunità naturale e che la proporzione effettiva di suscettibili sia di conseguenza molto inferiore. Secondo studi di sieroprevalenza, condotti nel 2003-2004, solo il 10% delle donne in età fertile risultava privo di anticorpi circolanti e quindi effettivamente suscettibile alla rosolia. Tuttavia anche questa proporzione è troppo elevata rispetto al valore del 5% stimato come necessario per raggiungere gli obiettivi di eliminazione fissati. Non sorprende, quindi, che i dati di sorveglianza della rosolia congenita evidenzino, nel periodo 2005-12, 61 casi di rosolia congenita (di cui 42 sintomatici e 19 asintomatici) e 3 casi probabili. Sono state registrate anche 23 interruzioni volontarie di gravidanza in donne con infezione confermata e 1 nato morto.

 

La scarsa consapevolezza da parte delle donne del problema legato all’infezione rubeolica in gravidanza emerge chiaramente dai dati raccolti annualmente dalla sorveglianza Passi: più di una donna su tre (dato che in alcune Regioni raddoppia) non è a conoscenza del proprio stato immunitario verso la rosolia; le differenze tra Regioni sono grandi e dovrebbero suscitare una riflessione da parte dei responsabili dei servizi di prevenzione. Infatti, la mancanza di consapevolezza è di per sé un problema, perché indica una scarsa attenzione per la salute riproduttiva sia da parte delle donne direttamente interessate sia presumibilmente degli operatori sanitari, che dovrebbero informarle (invitandole a verificare il proprio stato immunitario ed eventualmente a vaccinarsi). Si può osservare anche che l’assenza di informazioni attendibili riguardanti la situazione immunitaria delle donne inconsapevoli non consente di valutare tempestivamente eventuali variazioni nel tempo della quota non immune.

 

Cosa c’è da fare e che cosa si fa in Italia

Il 13 novembre 2003 la Conferenza Stato Regioni ha approvato il Piano di eliminazione del morbillo e della rosolia congenita. Diverse le azioni da mettere in campo per arrivare al risultato: raggiungere e mantenere coperture vaccinali superiori al 95% entro i due anni di età; vaccinare i bambini oltre i 2 anni e gli adolescenti suscettibili; introdurre una seconda dose di vaccino.

 

Il Piano aveva come obiettivo prioritario quello di raggiungere e mantenere l’eliminazione del morbillo a livello nazionale, interrompendone la trasmissione, e di ridurre e mantenere l’incidenza della rosolia congenita a valori inferiori a 1 caso ogni 100 mila nati vivi entro il 2007. Tuttavia, gli obiettivi di copertura vaccinale necessari per l’eliminazione del morbillo e della rosolia congenita non sono stati raggiunti. Infatti, epidemie di morbillo sono attualmente in corso in diverse Regioni e anche la rosolia congenita purtroppo è ancora presente nel nostro Paese.

 

Visto il parziale successo del piano emanato nel 2003, nel 2011 è stato approvato il nuovo Piano nazionale per l’eliminazione del morbillo e della rosolia congenita (PNEMoRc), che fissa, per il 2015, l’obiettivo di eliminazione dei casi di rosolia endemica e la riduzione dell’incidenza dei casi di rosolia congenita a meno di 1 caso ogni 100 mila nati vivi. Leggi anche l’ approfondimento su EpiCentro.

 

Con il PNEMoRC è stato definito anche un nuovo e più puntuale sistema di sorveglianza della rosolia congenita e della rosolia in gravidanza, essenziale per monitorare l’efficacia dei programmi vaccinali contro la rosolia e per identificare precocemente i nuovi nati infetti da virus della rosolia. Con una ulteriore circolare, il ministero della Salute ha istituito, inoltre, nel 2013, un sistema di sorveglianza integrata del morbillo e la rosolia quale strumento utile al contenimento delle due malattie, finalizzato al riconoscimento precoce dei casi sporadici e dei focolai epidemici.

 

A partire da gennaio 2014, il reparto di Epidemiologia delle malattie Infettive (Cnesps), con il contributo del reparto di Malattie virali e vaccini attenuati (Mipi) dell’Istituto superiore di sanità, presenta su EpiCentro i dati nazionali della sorveglianza integrata, in un bollettino periodico “ Morbillo & Rosolia News” a cadenza mensile. Il sistema si avvale della trasmissione on line delle segnalazioni, da parte di Asl e Regioni, su piattaforma web dedicata per permettere la ricostruzione, in tempo reale, dell’andamento delle due malattie.

Indicatori Passi: vaccinazione antirosolia nelle donne in età fertile

 

Definizioni operative

 

Donna vaccinata contro la rosolia: donna in età 18-49 anni che dichiara di avere effettuato la vaccinazione anti-rosolia.

 

Donna immune dalla rosolia: donna in età 18-49 anni che dichiara di aver effettuato il rubeo test e riferisce che il risultato indicava lo stato di protezione dalla rosolia

 

Donna suscettibile alla rosolia: donna in età 18-49 anni che dichiara di aver effettuato il rubeo test e riferisce che il risultato indicava lo stato di non protezione dalla rosolia

 

Donna ignara dello stato immunitario nei confronti della rosolia: donna in età 18-49 anni che dichiara di non essere stata vaccinata contro la rosolia (o di non ricordarlo), e di non aver eseguito il rubeotest (o di averlo eseguito, ma di non ricordare il risultato).

 

Consulta anche le informazioni generali con le caratteristiche degli indicatori Passi, e gli approfondimenti dedicati.

 

Scheda indicatore: prevalenza di donne in età fertile vaccinate contro la rosolia

 

Popolazione di riferimento

Donne in età 18-49 anni, residenti in un Comune della Asl e iscritte all’anagrafe assistiti della Asl.

Numeratore

Intervistate in età fertile (18-49 anni) che dichiarano di avere effettuato la vaccinazione anti-rosolia

Denominatore

Intervistate in età fertile (18-49 anni) che dichiarano di avere effettuato o di non aver effettuato la vaccinazione anti-rosolia, escluse quelle che rifiutano di rispondere e quelle che rispondono “non so”.

Misure di frequenza

Prevalenza annuale (sulla popolazione di donne tra 18 e 49 anni), con intervalli di confidenza al 95%.

Intervallo temporale di riferimento per la definizione di caso

L’indicatore fa riferimento a tutto l’arco della vita delle rispondenti, dal secondo anno di vita fino al momento dell’intervista

Significato per la salute pubblica

Quando contrae la rosolia nei primi mesi della gravidanza, la donna ha il 90% delle probabilità di trasmettere il virus al feto. L'infezione del feto può causarne la morte oppure la sindrome di rosolia congenita con gravi malformazioni. La rosolia congenita è completamente prevenibile con la vaccinazione.

In Italia, il Piano di eliminazione della rosolia congenita e del morbillo punta a coperture vaccinali superiori al 95% dei bimbi entro i 2 anni; prevede inoltre di vaccinare i bambini oltre i 2 anni di età e gli adolescenti suscettibili, di praticare sistematicamente una seconda dose di vaccino contro morbillo, rosolia e parotite, e di attuare azioni volte ad aumentare la protezione immunitaria nelle donne in età fertile. Secondo il Piano, sono candidate alla vaccinazione, anche le donne in età fertile senza un certificato di avvenuta vaccinazione o senza un referto che attesti la presenza di IgG specifiche.

È essenziale utilizzare ogni fonte informativa disponibile per monitorare il livello di protezione immunitaria delle donne in età fertile.

Limiti dell’indicatore

Nella sorveglianza Passi, si stima la presenza delle due condizioni sopra riferite (avvenuta vaccinazione e immunità contro la rosolia) in base a dati riferiti.

Validità dell’indicatore

La validità dei dati riferiti sulla storia vaccinale è molto variabile, a seconda del tipo di vaccinazione e al gruppo di appartenenza. Non sono noti studi che abbiano valutato l'affidabilità di questo indicatore.

 

Scheda indicatore: prevalenza di donne in età fertile suscettibili oppure ignare dello stato immunitario nei confronti della rosolia

 

Popolazione di riferimento

Donne in età 18-49 anni, residenti in un Comune della Asl e iscritte all’anagrafe assistiti della Asl.

Numeratore

Intervistate in età fertile (18-49 anni) che dichiarano:

  • di non avere effettuato la vaccinazione anti-rosolia e
  • - di non avere effettuato un rubeo-test oppure di avere effettuato un rubeo test con risultato negativo, o di cui non ricordano il risultato.

Denominatore

Intervistate in età fertile (18-49 anni) vaccinate o meno, con rubeo-test o meno, incluse quelle che rispondono “non so” alla domanda sulla vaccinazione e a quella sul rubeo-test (escluse quelle che rifiutano di rispondere a entrambe le domande).

Misure di frequenza

Prevalenza annuale (sulla popolazione di donne tra 18 e 49 anni), con intervalli di confidenza al 95%.

Intervallo temporale di riferimento per la definizione di caso

L’indicatore fa riferimento agli anni di vita della donna precedenti l’intervista.

Significato per la salute pubblica

Quando contrae la rosolia nei primi mesi della gravidanza, la donna ha il 90% delle probabilità di trasmettere il virus al feto. L'infezione del feto può causarne la morte oppure la sindrome di rosolia congenita con gravi malformazioni. La rosolia congenita è completamente prevenibile con la vaccinazione.

In Italia, il Piano di eliminazione della rosolia congenita e del morbillo punta a coperture vaccinali superiori al 95% dei bimbi entro i 2 anni; prevede inoltre di vaccinare i bambini oltre i 2 anni di età e gli adolescenti suscettibili, di praticare sistematicamente una seconda dose di vaccino contro morbillo, rosolia e parotite, e di attuare azioni volte ad aumentare la protezione immunitaria nelle donne in età fertile. Secondo il Piano, sono candidate alla vaccinazione, anche le donne in età fertile senza un certificato di avvenuta vaccinazione o senza un referto che attesti la presenza di IgG specifiche.

È essenziale utilizzare ogni fonte informativa disponibile per monitorare il livello di protezione immunitaria delle donne in età fertile.

Limiti dell’indicatore

Nella sorveglianza Passi, si stima la presenza delle due condizioni sopra riferite (avvenuta vaccinazione e immunità contro la rosolia) in base a dati riferiti.

Validità dell’indicatore

La validità dei dati riferiti sulla storia vaccinale è molto variabile, a seconda del tipo di vaccinazione e al gruppo di appartenenza. Non sono noti studi che abbiano valutato l'affidabilità di questo indicatore.

Pubblicazioni locali

 

Dati sul consumo di alcol sono disponibili anche a livello locale sia all’interno dei report regionali e aziendali, che riassumono i risultati annuali della sorveglianza, sia in pubblicazioni specifiche (rapporti dedicati, schede tematiche, ecc).

 

Consulta le pubblicazioni locali di: