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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Tsunami nel Sud-est asiatico e in Africa: aggiornamento sulle malattie

da Eurosurveillance Weekly: vol. 10, n. 4 (27 gennaio 2005)

 

(Traduzione libera a cura della redazione di EpiCentro)

 

Da quando lo scorso 26 dicembre l’onda anomala provocata dal terremoto a largo dell’isola di Sumatra si è abbattuta sulle coste di Asia e Africa, ha preso il via un massiccio sforzo di cooperazione internazionale, con lo scopo di aiutare le popolazioni dei Paesi più colpiti dalle devastanti inondazioni [1,2]: India, Indonesia, Malaysia, Maldive, Myanmar, Sri Lanka, Thailandia e Somalia. Oltre 214 mila i morti (tra i quali diverse migliaia di europei), più di 20 mila i dispersi e circa un milione e mezzo i senza tetto.

A causa degli ingenti danni causati alle infrastrutture, dei campi profughi sovraffollati e delle piogge monsoniche, il rischio di epidemie è ancora alto [3]. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sta lavorando a stretto contatto con le autorità locali per ridurre questo pericolo, portando assistenza alla popolazione, migliorando la situazione igienico-sanitaria generale e promuovendo attività di sorveglianza continua per identificare tempestivamente qualsiasi possibile nuovo focolaio [3].

In particolare, le autorità temono casi di malattie trasmissibili dalle punture di zanzare (per esempio, dengue e malaria): questi insetti, infatti, si sono riprodotti fino a raggiungere livelli potenzialmente molto pericolosi per la salute pubblica. Al 25 gennaio 2005, comunque, i sistemi di rilevamento non hanno registrato alcun focolaio di epidemia nelle regioni colpite dal maremoto.

Si sono verificati soltanto sporadici casi di malattie in alcuni Paesi, come riporta la tabella sottostante:

Tabella. Sintesi della situazione nei Paesi più colpiti dallo tsunami, in particolare per quanto riguarda le malattie trasmissibili.

A causa della presenza di zanzare infette nell’area colpita dal maremoto, è aumentato il rischio di contrarre le seguenti malattie: salmonellosi, febbre tifoide, diarrea, shigellosi, colera, epatite A, leptospirosi, difterite e infezioni della pelle, degli occhi e delle orecchie a seguito di contatto diretto con acqua contaminata.
Tutti gli aggiornamenti sulla situazione Paese per Paese sul sito dell’Oms:
http://www.who.int/hac/crises...

Una valutazione del rischio di epidemie nelle zone colpite dallo tsunami e dalle inondazioni (comprese le informazioni sullo spostamento dei cadaveri), è disponibile a questo indirizzo:
http://www.who.int/hac/techguidance/...

 

Riferimenti:

  1. World Health Organization. South Asia Tsunami Situation Report Number 25. 23 January 2004.
  2. Lawrence J. Tsunami in south Asia and east Africa: public health response. Euro Surveill 2005; (1): [Epub 6 January]
  3. World Health Organization. South Asia Tsunami Situation Report Number 26. 24 January 2004.
  4. World Health Organization, Regional Office for South East Asia (SEARO). India Tsunami Situation Report. 23 January 2005.
  5. World Health Organization, Regional Office for South East Asia (SEARO). Indonesia Tsunami Situation Report 23 January 2005.
  6. World Health Organization, Western Pacific Region. Daily report: Malaysia Tsunami Disaster.
  7. World Health Organization, Regional Office for South East Asia (SEARO). Maldives Tsunami Situation Report 22 January 2005.
  8. The official website of the disaster management committee. Tsunami impact on Maldives.
  9. World Health Organization, Regional Office for South East Asia (SEARO). Myanmar Tsunami Situation Report 20 January 2005.
  10. World Health Organization, Regional Office for South East Asia (SEARO). Sri Lanka Tsunami Situation Report 23 January 2005.
  11. World Health Organization, Regional Office for South East Asia (SEARO). Thailand Tsunami Situation Report 23 January 2005.