Effetti a lungo termine della violenza di genere: interconnessione dei flussi di dati e profilo epigenetico
Numerosi studi hanno evidenziato la connessione tra violenza di genere e marcatori epigenetici. Gli effetti della violenza contro le donne, infatti, si manifestano anche a livello epigenetico con conseguente modificazione dell’espressione dei geni. Come riportato dall’Organizzazione Mondiale della SanitĂ (OMS), la violenza di genere è un problema rilevante di salute pubblica e uno dei principali fattori di rischio per morbilitĂ e morte prematura per donne e ragazze in tutto il mondo. La violenza contro le donne è un fenomeno strutturale e non contingente, un fenomeno complesso e diffuso in tutte le classi sociali a livello globale, che impone una visione innovativa e intersettoriale per limitare le conseguenze fisiche e psicologiche sulla salute della donna. Il problema è complesso e richiede l’integrazione della ricerca molecolare con la rigorosa analisi statistica e con gli interventi sociali, educativi e clinico-assistenziali sul territorio. Le donne che hanno subito violenza hanno una prevalenza di problemi di salute doppia o tripla rispetto a una popolazione di controllo. La maggior parte degli studi epidemiologici sulla violenza di genere sono incentrati sugli effetti a breve termine, mentrequelli a lungo termine, seppure gravi e complessi, sono trascurati o marginalmente inclusi. Risulta fondamentale e necessario ricostruire e seguire la correlazione tra violenza e insorgenza precoce di alcune patologie non trasmissibili, avvalendosi di fonti di dati aggiornati e quanto piĂą possibile attendibili.
Banca dati sulla violenza di genere
Nel 2019 è stata istituita la “Banca dati sulla violenza di genere” che prevede la collaborazione tra ISTAT e Ministero della Salute al fine di monitorare questa “pandemia silente” e di offrire gli strumenti adeguati a un’analisi puntuale delle cause e delle conseguenze del fenomeno. L’analisi integrata dei flussi sanitari che provengono da dati di interconnessione forniti dai Pronto Soccorso (PS), dall’assistenza in Emergenza-Urgenza, (EMUR) e dalle Schede di Dimissioni Ospedaliere (SDO), in aggiunta alle Cause di Morte (CdM), potrĂ fornire un quadro più fedele e preciso di questa emergenza cronica. I flussi informativi correnti, che sono un insieme di dati raccolti in maniera continua e routinaria in ambito sanitario, supportano l’assistenza regionale e sono alla base della programmazione e del controllo delle prestazioni erogate a livello nazionale eterritoriale. Nonostante siano stati inizialmente istituiti per finalità amministrative, rappresentano oggi una fonte fondamentale per le analisi epidemiologiche. Per potere studiare la correlazione tra violenza e insorgenza precoce di alcune patologie non trasmissibili, è necessario ricostruire, seguire e ripercorrere l’intera storia sanitariadella donna. Avere una chiave di linkage individuale nel rispetto delle attuali normative sulla privacy, che permetta di seguire la stessa donna all’interno di EMUR, SDO e CdM, potrebbe consentirci l’identificazione di profili di salute o di rischio associabili all’evento violenza domestica o sessuale.
L’analisi temporale degli eventi potrebbe consentire l’identificazione precoce dell’insorgenza degli effetti a lungo termine sulla salute della donna. In questo contesto, l’intersezione dei dati è possibile in modo continuo e routinario grazie al codice univoco individuale dell’assistito (DMdS 262 del 7 dicembre 2016). L’importanza dell’interconnessione dei flussi EMUR e SDO, attraverso il codice individuale dell’assistita, dovrà essere accompagnata anche da iniziative che offrano alla donna un’assistenza sanitaria di lungo periodo.
Profilo epigenetico della violenza contro le donne
La violenza, quale fattore “socio-ambientale” negativo, è in grado di influenzare e modificare la funzionalità del nostro genoma attraverso le modificazioni epigenetiche. Studiare il genoma e identificare marker epigenetici rappresenta un approccio innovativo per comprendere gli effetti della violenza sulla salute psicofisica delle donne. Infatti, le conseguenze della violenza permangono nella psiche e possono influenzare anche la struttura e la funzionalitĂ del DNA (acido desossiribonucleico) della donna compromettendo il suo stato di salute. Lo studio pilota “Epigenetica per le donne” (Epigenetics for WomEn-EpiWE), iniziato nel 2016 e di cui l’Istituto Superiore di SanitĂ (ISS) è l’ente promotore in collaborazione con l’UniversitĂ degli Studi di Milano e la Fondazione CĂ Granda dell’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, ha evidenziato la presenza di marcatori epigenetici associati al PTSD insorti in seguito a violenza in ambito relazionale e/o sessuale rispetto alla popolazione di controllo. Tre geni coinvolti nello sviluppo e nella plasticitĂ cerebrale sono stati trovati differenzialmente espressi (ipermetilati), indicandoci che la violenza è in grado di condizionare la normale funzionalitĂ del genoma. Questi risultati, seppure preliminari, rappresentano il punto di partenza per lo sviluppo di un progetto multicentrico che sia in grado di avere un numero maggiore di donne arruolate nello studio, per riuscire a studiare il profilo epigenetico dell’intero genoma.
Conclusioni
Il coinvolgimento di piĂą PS, centri antiviolenza e case rifugio ci permetterĂ di valutare nel tempo le modificazioni epigenetiche delle donne, indicandoci possibili target molecolari per una prevenzione di precisione al fine di limitare l’insorgenza degli effetti a lungo termine. Solo un approccio multidisciplinare, multicentrico e multisettoriale, che integri la ricerca scientifica con la rigorosa analisi statistica e con il livello clinico e assistenziale sul territorio, potrĂ consentire di rafforzare la rete dei servizi territoriali per una presa in carico precoce e di lungo periodo. La sanitĂ pubblica riveste un ruolo centrale nel proporre una serie di strategie innovative e d’interconnessione per garantire alla donna che ha subito violenza un’assistenza di lungo periodo, così da contrastare e limitare l’insorgenza di patologie croniche e non trasmissibili che potrebbero avere origine proprio dal trauma subito. Conoscendo sia il profilo di rischio sia quello epigenetico si potranno proporre strategie innovative in grado di intervenire sulla prevenzione degli effetti a lungo termine. I costi della violenza gravano fortemente sul Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e solo attraverso una prevenzione di precisione e un sostegno alla ricerca si potrĂ combattere questo fenomeno.
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- leggi il comunicato stampa sul convegno 2023.