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Istituto Superiore di Sanità
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Qualità dell’aria: le nuove linee guida dell’OMS

Il 22 settembre 2021 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato le attese nuove linee guida sulla qualità dell’aria “WHO global air quality guidelines” (AQGs), per il PM2,5, PM10, NO2, O3, SO2, CO, con l’obiettivo di proteggere la salute delle popolazioni. L’ultimo aggiornamento risaliva al 2005 quando per la prima volta sono stati introdotti i valori guida per il PM10 e PM2,5 e si procedeva con un ulteriore approfondimento per gli altri inquinanti come l’ozono, gli ossidi di azoto e di zolfo.

 

È ormai noto il ruolo dell’inquinamento atmosferico indoor e outdoor come principale fattore di rischio ambientale per la salute a cui sono associate globalmente circa 7 milioni di morti premature all’anno, di cui circa 400.000 in Europa. A tale proposito nel 2015 alla sessantottesima Assemblea mondiale della sanità è stata adottata la risoluzione storica “Health and the environment: addressing the health impact of air pollution”.

 

Dalla metà degli anni ’80 l’OMS emana periodicamente la revisione delle AQGs che codificano lo stato attuale delle conoscenze scientifiche sui rapporti causa effetto relativi all’esposizione della popolazione agli inquinanti atmosferici. I valori indicati dall’OMS non vanno confusi con i valori di legge: quelli definiti nelle AQGs sono destinati a rappresentare un riferimento per la formulazione dei valori di legge come quelli definiti dal Parlamento europeo attraverso le proprie direttive. Negli ultimi 15 anni sono notevolmente cresciuti i lavori scientifici dedicati agli effetti sanitari avversi e all’esposizione della popolazione a determinati livelli di concentrazione di inquinanti, grazie anche alla maggior diffusione delle reti di monitoraggio delle concentrazioni in aria che hanno consentito di elaborare studi epidemiologici più accurati.

 

L’aggiornamento delle AQGs è partito dalla revisione sistematica della letteratura prodotta in questi ultimi 15 anni, elaborando i nuovi valori guida tramite la meta-analisi della stima degli effetti quantitativi osservati nei singoli studi selezionati nella revisione. Il percorso che porta alla definizione dei nuovi livelli per esposizioni di lungo periodo si basa su 8 passaggi successivi che partono dalla valutazione dei Rischi Relativi (RR) per specifiche cause di mortalità come desunte dalla revisione sistematica della recente letteratura scientifica, proseguono con la determinazione dei livelli più bassi di concentrazione per ciascuna sostanza rilevati negli studi selezionati, si determina quindi il minimo aumento rilevante dell’effetto sanitario e si identifica lo starting point per l’AQG per livelli di concentrazioni sul lungo periodo al quale si osserva l’effetto minimo sanitario e si seleziona come AQG il livello più basso trovato per ogni effetto sanitario. Questo percorso include inoltre una valutazione della “certezza” delle evidenze per esposizioni a basse concentrazioni e rivaluta la causalità delle associazioni tra inquinanti ed effetti sanitari in riferimento a quanto definito più recentemente dalle principali istituzioni ed enti internazionali come OMS, US EPA (U.S. Environmental Protection Agency), Health Canada, COMEAP (Committee on the Medical Effects of Air Pollutants).

 

Da queste nuove Linee Guida nasce un forte stimolo alla ricerca delle soluzioni per diminuire il notevole carico di malattia legato all’esposizione ai livelli di inquinamento dell’aria attualmente misurati a livello globale. Infatti, le nuove AQGs portano a una notevole rivisitazione dei valori guida precedentemente raccomandati e introducono nuove metriche come nel caso del valore di picco stagionale per l’ozono, basato sulla media semestrale delle concentrazioni massime giornaliere. La tabella riassume i valori AQGs aggiornati rispetto a quelli suggeriti nel 2005, confrontati anche con quelli della normativa italiana (D.Lgs 155/2010), e indica i valori interim di concentrazione per ciascun inquinante. Questi ultimi sono infatti i livelli ambientali definiti per supportare le autorità decisionali, soprattutto nelle aree del mondo a più alto inquinamento, nell’adozione di politiche più severe per attuare un realistico percorso di riduzione dei livelli di inquinamento. Le riduzioni dei valori guida sono rilevanti per tutti gli inquinanti, in particolare per il valore annuale del PM2,5 e dell’NO2, per il quale viene anche introdotto un valore guida sulla media giornaliera precedentemente non presente. Solo per SO2 le nuove raccomandazioni suggeriscono un valore più elevato sulle 24 ore rispetto al precedente sulla base di nuove valutazioni sugli effetti a breve termine. Rimangono invariati alcuni valori guida sulle esposizioni di breve periodo per quanto riguarda il CO, NO2 e SO2.

 

Inquinante

Riferimento temporale

Valori Interim µg/m3

Linee Guida OMS 2021

Linee Guida OMS 2005

Italia DLgs 155/2010

1

2

3

4

PM2,5

Annuale

35

25

15

10

5

10

25

24 ore

75

50

37,5

25

15

25

--

PM10

Annuale

70

50

30

20

15

20

40

24 ore

150

100

75

50

45

50

50

O3

Valore di picco stagionale

100

70

--

--

60

--

--

8 ore

160

120

--

--

100

100

--

NO2

Annuale

40

30

20

--

10

40

40

24 ore

120

50

--

--

25

--

--

SO2

24 ore

125

50

--

--

40

20

125

CO

24 ore

7 mg/m3

--

--

--

4 mg/m3

--

 

 

Sicuramente il disallineamento tra i valori di legge attualmente vigenti e i livelli AQGs dell’OMS dovranno stimolare l’identificazione e l’adozione di azioni ambiziose, strutturali, sinergiche, integrate e coerenti nei diversi settori, da quello industriale a quello civile, e a tutti i livelli regionale, nazionale ed europeo per riuscire a traguardare gli obiettivi di riduzione continua in tempi non troppo lontani.

 

In gran parte dei Paesi sviluppati come l’Italia e molti altri Paesi europei, queste nuove indicazioni impongono riflessioni ed evidenziano criticità importanti, con particolare attenzione alle aree urbane. Se guardiamo ai dati italiani misurati nel 2019 (Report SNPA n. 17/2020 – Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente), per l’NO2 il limite annuale normativo di 40 µg/m3 è ancora superato in molte aree urbane, soprattutto in zone di traffico, ma anche in alcune aree di fondo. Sicuramente il Nord Italia rappresenta l’area a più elevata criticità ma anche altre aree urbane del Centro e Sud evidenziano superamenti. Per il particolato la situazione è ancor più severa. In riferimento al PM10 il precedente valore guida annuale OMS raccomandato di 20 µg/m3, è stato superato nel 65% delle stazioni di rilevazione e anche il valore guida giornaliero di 50 µg/m3 è stato superato nel 54% delle stazioni. Per il PM2,5 il valore limite annuale della normativa di 25 µg/m3 è rispettato nella quasi totalità delle stazioni di misura, e valori più elevati si sono registrati in 3 stazioni. Ma è ampiamente superato nel’80% delle stazioni il valore guida annuale della OMS del 2005 di 10 µg/m3.

 

Si comprende quindi come il raggiungimento nelle nuove AQGs sono lontani, anche in Paesi come l’Italia che da anni hanno intrapreso un percorso di continuo miglioramento della qualità dell’aria. L’OMS riconosce la complessità di poter aderire alle nuove indicazioni introducendo gli interim value per facilitare il percorso di riduzione graduale delle concentrazioni, senza comunque assegnare una tempistica per il loro traguardo.

 

L’OMS evidenzia che per altri inquinanti, anch’essi con importanti ricadute sulla salute, inclusi nella categoria del PM, non si è potuto procedere a una loro valutazione quantitativa in quanto non vi sono dati sufficienti per fornire raccomandazioni. A questa categoria appartengono il black carbon e l’elemental carbon (BC/EC), le particelle ultrafini (UFP) e le polveri desertiche (SDS). Il documento identifica la necessità di approfondire le conoscenze su questi inquinanti per i quali mancano ancora norme e standard di riferimento delle concentrazioni ambientali a tutela della salute.

 

Queste nuove AQGs rappresentano un forte stimolo per tutti coloro che sono impegnati nel settore per identificare e adottare le azioni che possono efficacemente contribuire alla riduzione dell’esposizione all’inquinamento atmosferico e migliorare le condizioni di salute della popolazione.

 

Il Dipartimento Ambiente e Salute dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) è da sempre impegnato nello studio dei complessi aspetti dell’inquinamento dell’aria e degli effetti sulla salute, svolgendo attività di ricerca sia attraverso il monitoraggio e la misura delle concentrazioni ambientali sia di valutazione dell’esposizione e del rischio per la tutela della salute della popolazione. Queste attività hanno riguardato anche studi su comportamenti e stili di vita che vengono identificati e riaffermati dall’OMS come aspetti fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi, stimolando a tutti i livelli la collaborazione di comunità più consapevoli e informate ad assumere stili di vita sostenibili.

 

Presso il Dipartimento è anche attiva dalla fine degli anni ’60 una stazione di rilevamento dei macro e micro inquinanti atmosferici di interesse igienico-sanitario, il cui scopo è quello di valutare i trend temporali e le correlazioni tra i diversi inquinanti, insieme alla messa a punto delle metodiche di misura da adottare per lo studio degli inquinanti ancora non normati (attualmente si misurano anche le UFP), contribuendo così alla identificazione di valori di riferimento per future implementazioni dei programmi di monitoraggio dell’aria a tutela della salute.

 

Lo studio della qualità dell’aria e la ricerca di soluzioni per il suo miglioramento è un processo continuo al quale devono partecipare i diversi settori tecnico-scientifici, quali il nostro, stimolando l’impegno del livello politico-gestionale a promuovere e attuare le necessarie azioni.

 

Risorse utili

 

Data di creazione della pagina: 30 settembre 2021

Testo scritto da: Maria Eleonora Soggiu e Gaetano Settimo - Dipartimento Ambiente e Salute, ISS