English - Home page

ISS
Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro

Aspetti epidemiologici

In Italia

Ogni anno, la “Relazione al Parlamento sullo stato delle conoscenze e delle nuove acquisizioni in tema di diabete mellito - Legge 16 marzo 1987, n. 115, recante Disposizioni per la prevenzione e la cura del diabete mellito” fornisce una panoramica su questa patologia attraverso l’analisi dei dati provenienti da diversi sistemi informativi. A maggio 2022 è stata pubblicata la Relazione al Parlamento diabete 2021, che analizza il periodo 2019-2020. Di seguito una sintesi dei dati principali.

 

Popolazione adulta

In Italia, in base ai dati ISTAT, nel 2020 si stima una prevalenza del diabete pari al 5,9%, che corrisponde a oltre 3,5 milioni di persone, con un trend in lento aumento negli ultimi anni. La prevalenza aumenta al crescere dell’età fino a raggiungere il 21% tra le persone ultra 75enni. La prevalenza (dati non standardizzati) è mediamente più bassa nelle Regioni del Nord-ovest (5,4%), del Nord-est (5,3%) e del Centro (5,5%), rispetto a quelle del Sud (7%) e delle Isole (6,7%).

 

Dai dati del sistema di sorveglianza PASSI relativi al quadriennio 2017-2020 emerge che il 4,7% della popolazione adulta di 18-69 anni riferisce una diagnosi di diabete; la percentuale sale al 20% negli ultra 65enni (sorveglianza PASSI d’Argento). La prevalenza del diabete cresce con l'età (è inferiore al 3% nelle persone con meno di 50 anni e supera il 9% fra quelle di 50-69 anni), è più frequente fra gli uomini che fra le donne (5,3% vs 4,1%), nelle fasce di popolazione socio-economicamente più svantaggiate per istruzione o condizioni economiche, fra i cittadini italiani rispetto agli stranieri, e nelle Regioni meridionali rispetto al Centro e al Nord Italia. Tra chi riferisce una diagnosi di diabete vi è un’alta prevalenza di fattori di rischio cardiovascolare:

  • l’89% riferisce di non seguire il consiglio di mangiare cinque porzioni al giorno tra frutta e verdura (analogamente al resto della popolazione (91%))
  • il 71% è in eccesso ponderale (vs 41% fra chi non ha il diabete)
  • il 52% è iperteso (vs 18% fra chi non ha il diabete)
  • il 43% ha alti livelli di colesterolo (vs 21% fra chi non ha il diabete)
  • il 49% è sedentario (vs 36% fra chi non ha il diabete)
  • il 23% fumatore (analogamente al resto della popolazione (25%)).

Nei 12 mesi precedenti l’intervista, la pressione arteriosa è stata misurata all’89,2% delle persone con diabete e il colesterolo all’80,8%. Tra loro, l’89,7% è in trattamento farmacologico per la pressione arteriosa e il 67,2% assume farmaci per il trattamento dell’ipercolesterolemia. Per quanto riguarda il contrasto all'eccesso ponderale e alla sedentarietà, i diabetici in eccesso ponderale che seguono una dieta per perdere peso sono il 41,8%, i diabetici che fanno attività fisica moderata o intensa aderendo alle linee guida sono il 20,5%. Nel periodo considerato, la maggior parte dei diabetici è stata seguita principalmente dal centro diabetologico (32,6%) o dal medico di medicina generale (28,8%), o da entrambi (33,3%). Pochi dichiarano di essere seguiti da altri specialisti (3%) e l’1,9% riferisce di non essere seguito da nessuno. Il 63% delle persone con diabete ha effettuato il controllo dell’emoglobina glicata nei 12 mesi precedenti l’intervista (33,6% nei 4 mesi precedenti). Migliora nel tempo la conoscenza di questo esame ma il 23% dei diabetici non lo conosce o non ne conosce il significato. La gran parte delle persone con diabete dichiara di essere in trattamento con ipoglicemizzanti orali (79,1%), mentre il 26,5% ricorre all’insulina. Anche nel nostro Paese, inoltre, sono riscontrabili diseguaglianze nella gestione della patologia diabetica e nell’accesso ai servizi sanitari. I dati del Sistema PASSI mostrano l’impatto delle difficolta economiche: la prevalenza del diabete tra chi ne ha molte è più che doppia rispetto a quella tra chi non ne ha (8% contro 3,4%). Tali indicatori di livello socioeconomico confermano che le persone socialmente più svantaggiate presentano un rischio maggiore di andare incontro alla patologia diabetica nel corso della loro esistenza. Questo è probabilmente dovuto alla maggiore diffusione tra questi soggetti di stili di vita sbagliati (alimentazione scorretta e sedentarietà) e alla conseguente maggiore frequenza di condizioni di sovrappeso e obesità.

 

Sistema di indagini sui rischi comportamentali in età scolare

Per avere un quadro aggiornato del fenomeno obesità e sovrappeso tra i giovani italiani, il Ministero della Salute/CCM ha promosso lo sviluppo di sistemi di sorveglianza su stato ponderale e comportamenti dei bambini e degli adolescenti scolarizzati. In particolare il Sistema di sorveglianza OKkio alla salute e lo studio HBSC - Health Behaviours in School-aged Children.

 

Secondo lo studio OKkio alla salute, in Italia, nel 2019, i bambini in sovrappeso sono stati il 20,4% e gli obesi il 9,4% (valori soglia dell'International Obesity Task Force, IOTF); i maschi hanno mostrato valori di obesità leggermente superiori alle femmine (maschi obesi 9,9% vs femmine obese 8,8%). Il confronto con le rilevazioni passate evidenzia un trend di lenta ma costante diminuzione per quanto riguarda la diffusione del sovrappeso e dell’obesità tra i bambini:

  • per l’obesità si è passati dal 12% del 2008/2009 al 9,4% del 2019, con una diminuzione relativa di circa il 22%
  • per il sovrappeso si è passati dal 23,2% del 2008/2009 al 20,4% del 2019, con una diminuzione relativa di circa il 12%.

Tuttavia, l’Italia, che con questa sorveglianza partecipa all’iniziativa della Regione europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità “Childhood Obesity Surveillance Initiative” (COSI), risulta tra le nazioni con i valori più elevati di eccesso ponderale nei bambini insieme ad altri Paesi dell’area mediterranea. Si evidenzia, inoltre, un chiaro trend geografico che vede le Regioni del Sud avere valori più elevati di eccesso ponderale in entrambi i generi. Prevalenze di obesità più elevate si osservano anche in famiglie in condizione socioeconomica più svantaggiata e tra i bambini che sono stati allattati al seno per meno di un mese o mai. Inoltre, nonostante l’andamento in calo, la rilevazione 2019, confermando i dati precedenti, sottolinea la grande diffusione tra i bambini di abitudini alimentari poco salutari, anche se si registra un miglioramento per quanto riguarda la minore abbondanza delle merende e la riduzione del consumo di bevande zuccherate e/o gassate. Anche riguardo la diffusione di uno stile di vita attivo, i dati 2019 continuano a mostrare elevati valori di inattività fisica e di comportamenti sedentari.

 

I dati 2018 dello studio Health Behaviours in School-aged Children (HBSC) Italia mostrano che il 16,6% dei ragazzi 11-15 anni è in sovrappeso e il 3,2% obeso. L’eccesso ponderale diminuisce lievemente con l’età ed è maggiore nei maschi. Risultati tendenzialmente stabili rispetto alla rilevazione 2016.

 

I dati ISTAT 2019 sui giovani in età scolastica (6-17 anni) denunciano che il 24,7% di essi è in condizioni di eccesso ponderale (27,1% per i maschi, 22,2% per le femmine) e che circa il 35% degli stessi ha entrambi i genitori nella stessa condizione, il 24% solo il padre, il 30% solo la madre. Complessivamente, quindi, circa l’89% ha almeno un genitore in eccesso ponderale, segnalando l’importanza dello stile di vita “familiare” per i giovani.

 

Risorse utili

 

Data di ultimo aggiornamento: 9 giugno 2022

Revisione a cura di: Claudia Giacomozzi, Maria Masocco, Graziano Onder e Flavia Pricci – Istituto Superiore di Sanità