I cancri di intervallo necessitano di una terminologia rigorosa
Paolo Giorgi Rossi - Agenzia di sanità pubblica, Regione Lazio
Ho molto apprezzato il documento prodotto dalla direzione generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute. Ecco i punti che a mio parere meritano una riflessione. In primo luogo, ritengo che l'affermazione “solo una gestione integrata...”, a pag. 10 del position paper, nella parte introduttiva al cap. 2 “Prevenzione di errori ed eventi avversi”, sia apodittica. Si tratta, in realtà, di una scelta basata su elementi razionali, ma non dimostrati (e forse neanche dimostrabili). Pertanto, anche se la scelta è ben motivata non si può affermare che sia l'unica modalità attraverso cui è possibile cambiare la pratica clinica.
In generale, nel documento la scelta di adottare il risk management è presentata come una raccomandazione basata sulle evidenze, mentre a mio avviso è più ragionevole affermare che è la scelta più ragionevole e convincente, e che per questo motivo viene raccomandata dal ministero della Salute.
Definizioni pericolose
In secondo luogo, il cancro intervallo non rientra nella definizione di rischio clinico esplicitata nel documento, se non nella misura in cui può indurre una falsa rassicurazione. L'intervento "processo di screening risultato negativo" non influenza in nessun altro modo la storia naturale della malattia, e dunque, è molto improbabile che alla donna sia stato procurato un danno. È vero, invece, che in una modesta percentuale di casi ciò potrebbe determinare per la donna un mancato beneficio: l'anticipazione diagnostica di pochi mesi, tuttavia, difficilmente porta a un cambiamento sostanziale della prognosi. Per queste ragioni, riterrei opportuno che al termine del capitolo 2 “Prevenzione di errori ed eventi avversi” venisse spiegata, appunto, questa peculiarità dell'"evento avverso" cancro intervallo.
Per concludere, dalla natura stessa dell'evento cancro intervallo (che significa che le cose sono andate secondo natura e non secondo quello che gli operatori sanitari si auspicavano) discende anche un elemento rilevante in sede di diritto civile: proprio per questo, chiamare il carcinoma di intervallo "evento dannoso" risulta scorretto. È auspicabile che il linguaggio assicurativo riveda le definizioni degli eventi che possono causare un contenzioso, eliminando accuratamente i termini “evento dannoso” e “sinistro”, sostituendoli invece con espressioni che rimandino al concetto di evento capace di aumentare o ridurre la probabilità di un tumore alla mammella.