La tutela della salute mentale nel Piano sanitario nazionale 2006-2008
Pierluigi Morosini – direttore del reparto Salute mentale, Cnesps – Iss
Il Piano sanitario nazionale 2006-2008 dedica solo una pagina e mezza ai problemi della salute mentale. Va apprezzata la sostanziale approvazione del modello italiano e l’individuazione delle criticità della situazione attuale.
Meno valida, invece, è la parte propositiva che si limita a generici inviti a migliorare la qualità e omogeneità dell’assistenza e a ridurre la stigmatizzazione dei disturbi mentali, ad auspicare un improbabile ruolo determinante della Commissione nazionale per la salute mentale e a indicare la necessità di sviluppo del sistema informativo e la promozione di studi di efficacia sia originali, sia sotto forma di meta-analisi.
Non viene affatto affrontato il problema prioritario, che è la scarsa applicazione di interventi psicosociali di provata efficacia e di straordinaria efficienza. Sorprende anche la scarsa attenzione data alla promozione della salute mentale, che è invece uno dei capisaldi.
Il documento è sicuramente molto meno concreto,
pragmatico e utile dell’ultimo vero piano sanitario per la salute
mentale, vale a dire il Progetto obiettivo 2000-2002. Un fatto che può
dipendere dalla maggiore autonomia che hanno acquisito le Regioni, che
in parte giustifica la genericità delle raccomandazioni a livello
nazionale.
Questa situazione comporta chiaramente il rafforzamento dell’attività di valutazione tecnico-scientifica e di coordinamento centrale e giustamente il documento chiude auspicando lo sviluppo di questa funzione.